giovedì 17 maggio 2012


DIBATTITO - Forum: Fornero, sulle famiglie «un gran brutto scivolone» - Pubblichiamo il testo della lettera aperta di Francesco Belletti, presidente del Forum delle famiglie, all'indomani del discorso del ministro al Welfare Elsa Fornero sul rischio di estinzione che corrono le famiglie tradIzionali. Di Francesco Belletti, presidente Forum famiglie, 16 maggio 2012, http://www.avvenire.it

Quello del ministro Fornero, ieri nella Sala della Lupa, è stato un gran brutto scivolone tanto più perché piovuto su un evento istituzionale che nel nome della Giornata internazionale della Famiglia dell’Onu, per la prima volta riusciva a mettere insieme istituzioni e società civile attorno alla famiglia.

Il ministro ha mancato di ascolto nei confronti del lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia che nel suo Rapporto biennale aveva tracciato una fotografia della famiglia italiana che in due minuti è stata ridotta a carta straccia. Ma le famiglie, quelle autentiche ritratte dall’Osservatorio e non quelle molto più fantasiose del ministro, sono ormai all’angolo, grazie alle stangate e ad un regime fiscale che da troppo tempo penalizza proprio le famiglie e le famiglie con figli.
Ha mancato di ascolto nei confronti del padrone di casa, il presidente Fini, che aveva fatto un intervento mirato alle reali necessità della famiglia, e al suo insostituibile ruolo come “motore di sviluppo del Paese”.
Ha mancato di ascolto nei confronti del ministro Riccardi che aveva lavorato, insieme all’Osservatorio, per costruire una grande alleanza istituzionale e sociale intorno alla famiglia. Di questa alleanza ha bisogno il Paese, per uscire dalla crisi, di un sostegno diretto, concreto e urgente alle famiglie, non di generiche rivendicazioni di presunti diritti riservate a pochi gruppi sociali.
Ha poi mancato di ascolto verso tutti i genitori e alla loro quotidiana fatica educativa e lavorativa. Salita in cattedra, ha preteso di insegnare come si deve essere genitori, anziché impegnarsi su concreti sostegni diretti, e ha preteso di dire alle coppie come devono lavorare, anziché riconoscere la libertà di scelta di uomini, donne, coppie, famiglie. Dal governo il Paese si aspetta libertà e promozione, non insegnamenti un po’ antiquati su come vivere!
Ha mancato di ascolto (e di rispetto) nei confronti della Costituzione, che non ha alcun dubbio su cosa si intenda per famiglia, e che attorno al riconoscimento della “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” costruisce il patto di responsabilità pubblica delle famiglie, che hanno diritti e doveri. Col suo intervento ha spostato l’attenzione sul tema del riconoscimento delle coppie di fatto; ma davvero questa è una priorità per il nostro Paese? Ma avete parlato con i genitori, con i lavoratori, con le famiglie separate, con le famiglie vedove, con le famiglie che hanno figli disabili, con chi diventa povero perché gli nasce un figlio? Più ascolto, più osservazione, meno ideologia”!
Perché il ministro Fornero non denuncia piuttosto la totale inosservanza dell’art. 31, e fa qualcosa in tal senso? Dove sono le politiche previste dai Padri costituenti?
Ma soprattutto ha mancato di ascolto nei confronti dei bisogni veri delle vere famiglie sui quali l’incessante lavoro dell’associazionismo e dell’intera società civile era finalmente riuscito a concentrare l’attenzione delle Istituzioni. Si era, fino alla mattina di ieri, sulla soglia dell’approvazione definitiva del Piano famiglia da parte del governo, sia pure fortemente ridimensionato rispetto a quello tracciato dalla Conferenza sulla famiglia del 2010. Un Piano sul quale c’era – e c’è – la convergenza anche di Regioni e Comuni, di gran parte del sindacato e delle associazioni che riuniscono e rappresentano le famiglie. Un Piano dove finalmente si introduce come non più rinviabile un fisco più equo per le famiglie con carichi familiari – equità, non privilegi - grazie anche alla proposta del Forum del “FattoreFamiglia”. Ma il ministro Fornero ha semplicemente ignorato la questione. L’intervento del ministro Fornero ai presenti è quindi suonato come un sostanziale veto, o comunque un segnale di totale disinteresse rispetto ad un percorso che, dalla Conferenza nazionale di Firenze del 2007, con il ministro Bindi, passando attraverso la Conferenza nazionale di Milano del 2010, con il sottosegretario Giovanardi, ha portato finalmente per la prima volta la famiglia nell’agenda strategica del governo, con un Piano nazionale.
Con il suo intervento il ministro Fornero ha sostanzialmente affermato che altri sono i problemi, altre sono le priorità, rischiando di riportare in alto mare proprio quel Piano – a meno che il Piano stesso non venga sterilizzato e reso “puro documento di intenti”. Ma su questo non possiamo che chiedere vigilanza e garanzie al ministro Riccardi e al presidente del Consiglio Monti.
BINETTI: LE FAMIGLIE NON SONO UN'ECCEZIONE
"Le famiglie non sono un'eccezione. Le cifre, date proprio ieri dall'Osservatorio nazionale della famiglia, parlano chiaro". Afferma l'On. Binetti il giorno dopo la Giornata della famiglia. "In un giorno così importante, in cui il governo per la prima volta è stato parte attiva nell'ambito organizzativo, sono emersi messaggi ambigui. Sarebbero dovuti emergere invece impegni, progetti e scadenze concrete relative a politiche demografiche, economiche e sociali" Continua l'esponente centrista.
"Le reazioni amareggiate delle famiglie, oggi, davanti alle dichiarazioni del Ministro Fornero e al suo lapidario giudizio sulla famiglia e sulla precarietà dei rapporti è giustificato". Conclude l'On. Binetti: "Come presidente dell'Associazione Etica & Democrazia, dopo aver letto commenti e proteste di genitori e coppie che si sono assunte tutte le responsabilità che l'impegno coniugale impone, sento l'esigenza di chiedere a Monti e al ministro Riccardi quale modello di famiglia costituisce il punto di riferimento di questo governo e con cosa intendono sostituire il vecchio modello tradizionale, che comunque, nel bene e nel male, finora ha rappresentato il punto di riferimento per tutti quelli che per analogia desiderano essere considerati “come” una famiglia".

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