30-05-2012 - Shopping-mania, per guarire ora "basta" una
pillola, di Maria Lombardi, http://www.ilmessaggero.it
ROMA - Volete risparmiare?
Prendete una pillola. Dopo quella del desiderio e della felicità adesso c’è
anche la compressa della parsimonia. Non bastassero già spread e crisi a far
passare la voglia di spendere, dalla medicina ecco un aiuto per gli ostinati
consumatori, insensibili ai prezzi come al saldo del conto in banca. Arriva in
un momento di fuga dai negozi, con gli economisti e i commercianti che pregano
venga scoperta la cura opposta, quella che possa riaccendere il sopito (e
frustrato) bisogno di comprare: l’antidepressivo dello shopping.
Ma per adesso c’è solo la terapia
per i compulsivi dell’acquisto, i tanti che costi quel che costi devono
assecondare l’ultimo irrinunciabile capriccio, sapendo bene che presto ce ne
sarà uno nuovo altrettanto prepotente. Si chiama «memantina» questo farmaco che
promette di guarire o quasi gli schiavi di carte di credito e vetrine, quelli
che nell’atto di comprare hanno trovato un modo per contenere l’ansia. Giusto
il tempo che dura l’effetto sedativo delle scontrino, sempre più breve come in
tutte le dipendenze.
Dopo otto settimane di cura, ha
osservato il team di psichiatri della University of Minnesota, gli uomini e le
donne ossessionati dagli acquisti hanno «visto diminuire il tempo da loro
dedicato allo shopping e la quantità del denaro speso». Questo farmaco, usato
per i malati di Alzheimer, si è rivelato efficace per i malati delle compere,
tanto da dimezzare i sintomi. Il disturbo riguarda l’8,5 per cento degli
adulti, spiegano gli specialisti statunitensi, quasi tutte (80 per cento)
donne. La maggior parte dei loro guadagni finisce in vestiti.
Ne sa qualcosa Becky,
protagonista del libro di Sophie Kinsella «I love shopping», giornalista della
rivista economica Far fortuna Risparmiando che per comprare una sciarpa verde
arriva a chiedere soldi per strada. Tempi duri per Rebecca Bloomwood - questo il
suo nome - e per tutte le ossessionate dagli acquisti come lei. Le banche sono
meno tolleranti con i conti in rosso, guarire è forse più facile che ottenere
un prestito. Gli spendaccioni non patologici, per colpa della crisi, si sono da
tempo convertiti alimentando la sempre più numerosa schiera dei
neo-parsimoniosi.
Basta fare un giro in centro a
Roma per rendersi conto di quanto sia diffuso lo stile sobrio in fatto di
compere. Nei negozi d’alta moda solo stranieri, i clienti italiani sono quasi
una rarità anche ai saldi. Folla alle casse delle catene low-cost, dove la
qualità è così cosi ma il prezzo è ok. Al supermercato niente più carrelli
stracolmi, adesso basta un cestino per comprare il necessario: si dimezzano le
quantità e si cercano le marche ignorate dalla pubblicità, sovvertendo ogni
regola del marketing. E anche gli allergici ai bollini adesso collezionano
punti.
Nei primi quattro mesi del 2012,
spiega la Confcommercio di Roma, i consumi delle famiglie sono stati quanto mai
oculati. «A risentirne soprattutto il settore dell’abbigliamento che rispetto
all’ultimo trimestre del 2011 ha segnato un calo del dieci per cento», dice il
presidente Giuseppe Roscioli. Ci si è messa di mezzo anche la pioggia a
scoraggiare l’acquisto di vestiti e scarpe: ormai per recuperare bisognerà
aspettare i saldi che a Roma cominciano il 7 luglio. Nessun ulteriore risparmio
invece sulle tavole dei romani. «Il settore alimentare, nei primi tre mesi
dell’anno, è rimasto sostanzialmente stabile». In attesa di una cura per
rivitalizzare i consumi, più facile rinunciare alla maglietta che al
prosciutto. Sperando che la pillola del risparmio - ulteriore - non diventi per
tutti una necessità.
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