Presentato l'Incontro delle famiglie di Milano: sposarsi e avere figli
rende più felici e migliora la società, 22 maggio 2012, Radio Vaticana, http://www.news.va/
La famiglia è una grande risorsa della società
e un luogo dove si costruisce la felicità dei rispettivi membri, molto più che
in altre tipologie di convivenza. È quanto è stato affermato in Sala Stampa
Vaticana durante la presentazione dell’Incontro mondiale delle famiglie in
programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno prossimi. L’evento, che vedrà la
presenza di Benedetto XVI ai momenti conclusivi, è stato illustrato in
particolare dai cardinali Ennio Antonelli, capo del dicastero vaticano per la
Famiglia, e Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Il servizio di Alessandro De
Carolis:
La “creatura” ha preso forma in
tre anni di lavoro meticoloso, per arrivare a mostrare e a dimostrare che la
“famiglia è una risorsa della società” e che le “famiglie stabili con due o più
figli sono le più felici e le più pro-sociali”. Perché è questo in estrema
sintesi – hanno detto i cardinali Antonelli e Scola – che l’Incontro mondiale
di Milano riaffermerà pubblicamente, attraverso uno studio accurato e con
centinaia di voci a supporto, dal 30 maggio prossimo. “La Famiglia risorsa
della società” è il titolo del volume presentato in Sala stampa, nelle cui
pagine si trovano i risultati della ricerca promossa dal Pontificio Consiglio
per la Famiglia, come ha sottolineato il cardinale Antonelli:
“Si tratta di una ricerca di
sfondo sui dati statistici già esistenti e di una nuova ricerca da cui emergono
i diversi contributi positivi e negativi che le varie tipologie di famiglie e
di convivenze portano alla società. Emerge soprattutto che le famiglie stabili
con due o più figli sono le più felici - bello questo! - e le più pro-sociali,
perché danno un contributo, un beneficio maggiore, alla società”.
E poco dopo, il sociologo
Pierpaolo Donati dell’Università di Bologna ha precisato i contorni di questa
ricerca, definita “originale” rispetto ad altri studi realizzati finora,
condotta su un campione rappresentativo di popolazione italiana in età compresa
tra i 30 e i 55 anni, strutturata in una sezione più internazionale e in
un’altra più strettamente riferita alla situazione italiana. Il nostro problema
– ha asserito con chiarezza, criticando anche recenti prese di posizione del
governo italiano – è stato quello di “sconfessare le tesi di chi dice che le
famiglie tradizionali stanno diminuendo se non scomparendo”, nonché “l’idea che
in una società priva di famiglia normo-costituita (cioè formata da padre, madre
e figli – ndr) gli individui siano più felici”:
“La grande sfida è stata quella
di dimostrare che questo tipo di famiglia, la famiglia normo-costituita, è
un’istituzione del futuro e non del passato: cioè, che diventa sempre più
decisiva per la qualità di vita delle persone, degli individui e della società
(…) A misura che ci si allontana dalla famiglia normo-costituita, quindi si
diminuisce il numero dei figli al figlio unico o non si hanno figli o si è
persone sole, single, peggiorano le condizioni di vita delle persone”.
Questo, ha riflettuto il prof.
Donati, “è un risultato molto chiaro”, che pone “problemi nuovi” in un contesto
in cui la famiglia generalmente non trova alleati in politiche dedicate e nei
mercati:
“Qual dunque è il valore sociale
della stabilità del matrimonio, della relazione di coppia? Come si calcolano i
costi della rottura sui coniugi e sui figli e sulla società? Qual è il valore
sociale di avere fratelli e sorelle? Qual è il valore sociale dei nonni? Qual è
il valore sociale di avere entrambi i genitori, anziché un solo genitore?
Allora, la ricerca dimostra che il fatto di sposarsi costituisce un valore
aggiunto per le persone e per la società”.
Prima dell’arrivo di Benedetto
XVI a Milano, il primo giugno, migliaia di famiglie di ogni parte del mondo si
incontreranno per tre giornate, stimolate dal tema di fondo del raduno “La
famiglia: il lavoro e la festa”. Così, l’ha presentato il cardinale Scola:
“Attraverso il lavoro dilatando i
rapporti primari vissuti in famiglia, sviluppiamo relazioni sociali articolate
che nell’attuale civiltà delle reti tendono a investire sempre più largamente
il mondo intero (…) La festa è il vertice del riposo perché nella festa
emergono due dimensioni fondamentali del riposo, l’insieme e il gratuito: si
riposa insieme e il riposo è luogo della gratuità totale. Quindi diventa uno
spazio fonte di gioia: l’uomo si riconcilia con sé, con gli altri, con Dio”.
Quindi, rispondendo più avanti
alle domande dei giornalisti, l’arcivescovo di Milano ha spiegato quali
aspettative nutra dall’evento:
“Stiamo intuendo che
l’articolarsi della Chiesa sul territorio deve perdere questo carattere
eccessivamente efficientistico di tipo aziendale e deve scoprire il carattere
famigliare. In fondo, il cristianesimo è la dilatazione della parentela della
carne e del sangue a una parentela della comunione in Cristo Gesù. Quindi, una
Chiesa più a immagine di famiglia”.
Ai molti giornalisti presenti in
conferenza stampa sono state fornite numerose cifre relative all’Incontro di
Milano. In particolare, si stimano in 1 milione i fedeli attesi alla Messa con
il Papa del 3 giugno e in 300 mila le famiglie partecipanti, la sera prima, alla
Festa delle testimonianze. Oltre mille i giornalisti accreditati e 50 mila gli
euro raccolti per l’accoglienza delle famiglie in arrivo dall’estero, con 5
mila volontari e 34 mila posti letto messi a disposizione da oltre 11 mila
famiglie dell’hinterland milanese.
Da parte sua, nel concludere, il
cardinale Antonelli ha auspicato che la testimonianza offerta dalle famiglie
presenti a Milano – sul modello della Famiglia di Nazareth – possa gettare luce
e dare speranza e fiducia anche a chi vive il dramma della separazione e del
divorzio:
“A noi sta molto a cuore che in
ogni parrocchia, possibilmente, non solo nei movimenti ma nelle parrocchie, ci
siano nuclei abbastanza consistenti di famiglie cristiane esemplari che, come
diceva Giovanni Paolo II, vivano una robusta, una solida, intensa spiritualità
e una responsabilità missionaria verso la comunità ecclesiale e poi verso la
società, in particolare verso i poveri”.
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