SIRIA/ Padre Gheddo: e' in corso la pulizia etnica dei cristiani -
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INT. Piero Gheddo
giovedì 24 maggio 2012
Altri cristiani uccisi in Siria.
E' l'ultimo bollettino di una guerra civile che sta stritolando sempre di più
tra due fuochi una delle più antiche comunità cristiane del Medio Oriente. E'
successo nella zona di Homs, la città semi distrutta dai bombardamenti delle
scorse settimane. Il villaggio di Dmeyneh abitato interamente da cristiani è
stato abbandonato da alcune famiglie dopo che i mortai dei ribelli avevano
ucciso tre di loro, un uomo di 60 anni e due ragazzi di soli 13 e 14 anni. Le
famiglie fuggite per la paura di altri bombardamenti attualmente non sanno dove
andare. In un altro villaggio, quello di
Al Borj Al Qastal, nella provincia di Hama, invece i cristiani sono
potuti tornare dopo che a loro volta erano stati costretti a fuggire perché,
come hanno detto diversi testimoni, radicali islamici armati avevano
sequestrato abitazioni e la chiesa locale per farne il loro quartiere generale.
Padre Gheddo, contattato da IlSussidiario.net, non ha dubbi quando gli si
chiede come giudica la situazione dei cristiani in Siria: "Posso solo
ripetere quello che ha detto la chiesa ortodossa: ha definito la persecuzione
dei cristiani in Siria un pulizia etnica in corso". Parole forti, che
colpiscono ancora di più perché raramente i media occidentali parlano di questa
situazione: "La comunità internazionale, sia europea che americana, fa ben
poco per i cristiani non solo della Siria ma dell'intero Medio Oriente"
dice Padre Gheddo. "Questo succede perché decenni di ateismo militante
hanno fiaccato e spazzato via gli ideali che tenevano in piedi l'occidente
stesso. Il mondo cristiano non è più unito perché manca quella cosa che
dovrebbe unirlo, la fede in Cristo". A pagarne il conto, in definitiva, le
comunità cristiane del Medio Oriente, là dove la fede cristiana è nata e ha
mosso i suoi primi passi.
Padre Gheddo, altri cristiani
uccisi in Siria. Come giudica la situazione?
La giudico con le stesse parole
che ha espresso la chiesa ortodossa. Ha definito la persecuzione contro i
cristiani in Siria una pulizia etnica in corso. Una pulizia etnica da parte dei
militanti musulmani legati ad Al Qaeda. Il problema della rivolta in Siria,
esattamente come successo in Libia, è che in essa sussistono due componenti.
Una laica, indipendente e tollerante, e una corrente estremista musulmana
tenuta a freno da Assad padre e Assad figlio fino a oggi.
I cristiani infatti hanno sempre
goduto di libertà religiosa in Siria.
I dittatori che si sono succeduti
in Siria appartengono alla setta dei musulmani alauiti, che è una setta
islamica considerata non ortodossa ma che ha sempre difeso i cristiani perché
erano anche loro perseguitati e non ben visti dalla maggioranza dei musulmani.
Si pensi che i cristiani fuggivano dal Libano, dall'Iraq, a volte anche dalla
Turchia per trovare rifugio proprio in Siria.
Oggi però è tutto il Medio
Oriente a vivere una situazione del genere, i cristiani diminuiscono
continuamente.
Ma per forza. In tutti i Paesi
del Medio Oriente con l'esclusione forse del Libano dove i cristiani
numericamente sono abbastanza, circa il 40% della popolazione, e hanno la
fortuna di vivere nello stesso posto geografico, il nord del Paese, i cristiani
si sentono minacciati e se possono fuggono. Non solo in Medio Oriente, ma anche
in Egitto e in Libia.
Cosa ha portato storicamente a
questa persecuzione, in Paesi dove prima si viveva in un clima di tolleranza?
Il problema dell'Islam in Medio
Oriente è questo: dalla fondazione dei Fratelli musulmani in Egitto nel 1928 e
poi dopo il trionfo di Khomeini nel 1979 i cristiani sono diventati vittima di
persecuzione perché ha preso il sopravvento una visione intollerante ed
estremista dell'Islam.
Secondo lei la comunità
internazionale, l'occidente, cosa sta facendo per la Siria e per tutti i
cristiani del Medio Oriente?
Sta facendo molto poco perché
questa situazione di persecuzione dei cristiani è esplosa quando la comunità
politica americana ed europea sono entrate in una crisi tremenda non solo
economica, ma anche di ideali.
Cioè?
E' venuta a mancare quella unità
del mondo cristiano che prima permetteva anche una reazione, una presenza a
livello internazionale in difesa delle minoranze. Il mondo occidentale non è
più unito perché manca quella cosa che dovrebbe unirlo: la fede in Cristo.
Quali le ragioni di tutto ciò?
L'ateismo militante e la
secolarizzazione hanno fatto in modo che le società europee non sentissero più
l'esigenza di difendere i cristiani.
Si può dire che le colpe
dell'occidente ricadono sui cristiani della Siria e del Medio Oriente?
La colpa storica dell'occidente è
quella di aver abbandonato Cristo e la vita cristiana lasciando che si
affermasse un movimento di ateismo militante che ha tolto ai cristiani una
unità di fede che invece hanno i musulmani.
Ci spieghi meglio questo
passaggio.
Bisogna riconoscere che la fede
islamica tiene uniti i musulmani, anche se poi hanno anche loro le loro
divisioni interne, ma sul Corano sono tutti d'accordo. Dunque la colpa non è di
questo e di quello, ma esiste una colpa storica dell'occidente.
La Chiesa continua a sostenere i
cristiani perseguitati ovviamente. I missionari riescono ancora a raggiungere
la Siria?
Senza dubbio, la chiesa continua
a sostenere i fedeli, il Papa continua a
richiamare alla difesa dei cristiani. Oggi in Siria c'è già una guerra civile
reale mai dichiarata tanto che assistiamo continuamente a intere città prima
liberate dai partigiani, poi riconquistate dall'esercito. I missionari
ovviamente non possono neanche avvicinarsi alla Siria. Eppure in Siria c'è
davvero una forte comunità cristiana. Ho visitato questo Paese per due volte e
rimasi stupito nel vedere quale radicata presenza dei cristiani era presente:
scuole, ospedali, chiese, case di riposo Ricordo che al confine con l'Iraq
sull'Eufrate trovammo una chiesa ortodossa e il parroco ci spiegò che era normale:
i cristiani, ci disse, sono ovunque in Siria.
Questi sono i luoghi dove il
cristianesimo è nato, ma adesso rischiano di trovarsi senza più i cristiani.
Il problema dell'Islam che si sta
operando per far sparire la presenza cristiana è che quella evoluzione verso
una società moderna che era stata avviata è stata bloccata. Il problema vero
infatti è l'educazione. In quei Paesi non esiste una vera scuola che prepara i
bambini al mondo moderno. Ho visto in Pakistan, in Indonesia, in Malesia, in
Egitto e anche in Libia testi scolastici che dicevano che i nemici sono
bianchi, cristiani, europei e americani. Questa è una educazione che viene da
lontano, da quando l'Islam si sentì perseguitato dalla colonizzazione europea,
addirittura dall'arrivo di Napoleone in Egitto. Fu così che nacquero
organizzazioni come i Fratelli musulmani. La conseguenza è la mancanza di un
sistema educativo, non esiste una èlite di intellettuali in grado di
confrontarsi con il mondo occidentale, ma c'è una popolazione povera e diseducata
su cui è facile far presa per introdurre il terrorismo. Anche i governi che
proteggevano i cristiani in Siria o in Egitto non hanno cambiato la mentalità
della gente perché non hanno creato un sistema educativo moderno.
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