Esperimenti sull’uomo E sulla Borsa, Alessandra Turchetti, Avvenire, 29
settembre 2011
L’azienda americana di biotecnologie
Advanced cell technology (Act), dopo aver ottenuto alcuni mesi fa negli Stati Uniti
il via libera per la sperimentazione clinica su pazienti affetti da
degenerazione maculare con l’utilizzo di cellule staminali embrionali, ha da
poco concluso l’accordo col «Moorfields eye hospital» di Londra per uno studio analogo
finalizzato alla cura della distrofia maculare di Stargardt, una forma
degenerativa ereditaria retinica che può portare alla cecità.
L’autorizzazione è arrivata nei
giorni scorsi dall’Agenzia britannica per la regolamentazione dei farmaci e dal
Comitato consultivo sulla terapia genica. Si tratterebbe del primo studio di
questo tipo sull’uomo in Europa. La forma ereditaria colpisce una persona ogni
20/30.000 con meno di 20 anni, più spesso tra 7 e 12 anni, ed è una delle forme
più frequenti di cecità giovanile.
Il protocollo prevede l’iniezione
di cellule e piteliali pigmentate della retina create da cellule staminali embrionali
umane, con l’obiettivo – sostiene la ditta produttrice – di provocare l’arresto
della malattia.
«La grande promessa di queste cellule
viene finalmente messa alla prova», aveva detto Robert Lanza, responsabile
scientifico della società (privata). Scelte strategiche, dunque, hanno portato
l’azienda americana a investire anche in Europa, dopo aver stimato un mercato
globale di circa 25-30 miliardi di dollari. Ma finora non è trapelato alcun dettaglio
sui primi esperimenti effettuati sull’uomo, mentre sui modelli animali i
ricercatori hanno dichiarato di aver ottenuto buoni risultati.
Ancora una volta assistiamo a sperimentazioni
cliniche sull’uomo in campo neurodegenerativo portate avanti da privati che
hanno milioni di euro disponibili, a differenza dell’ambito pubblico e di
quello delle associazioni no profit che vanno avanti con enormi difficoltà», è
il commento di Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa Sollievo della
Sofferenza di San Giovanni Rotondo. «Devo purtroppo rilevare che questo potenziale
sembra precluso alla ricerca al di fuori del settore privato.
La scelta di Advanced cell technology
di entrare nel mercato europeo è motivata da strategie industriali».
Dal punto di vista finanziario,
le azioni dei centri privati (Act è quotata a Wall Street) salgono alle stelle
ogni volta che si dà un annuncio come quello di questi giorni: i titoli
dell’Advanced cell technology sono triplicati dopo il via libera della «Food
and drug administration» americana e del successivo interessamento al mercato
europeo. «Le sperimentazioni avviate con staminali embrionali hanno subìto una
forte accelerazione non appena le tecniche alternative, ad esempio la
riprogrammazione delle staminali adulte, hanno preso piede», conclude Vescovi.
«Sembrerebbe quasi una corsa contro
il tempo per non rinunciare ad anni di investimenti cospicui nonostante la
mancanza di dati favorevoli».
Alessandra Turchetti
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