INTERVISTA A PAOLO COMOGLIO - IL PROFESSOR COMOGLIO "MA I NUOVI
FARMACI STANNO DANDO FRUTTI" di Accossato Marco, Stampa di mercoledì 28
settembre 2011
Il professor Paolo Comoglio è il
direttore scientifico dell'Ircc-Fpo di Candiolo per la cura del cancro.
Come giudica l'articolo su
«Lancet Oncology»? «La rivista è una delle più autorevoli voci anche nel
dibattito che si accende intorno ai problemi dell'etica della Medicina».
Davvero si può parlare di cure
inutili e costi da ridurre, di fronte a un malato in fase avanzata? «Al momento
sono le terapie convenzionali - chirurgia, chemioterapia e radioterapia - a
fornire le armi più efficaci per la cura. C'è tuttav.a una trincea di ultima
difesa che, in ancora troppi casi, viene superata dalla malattia e genera
situazioni drammatiche in cui il paziente e il medico devono decidere se
arrendersi o combattere ancora. Le armi per difendere questa trincea vengono
dalla ricerca, in particolare dalla ricerca clinica, che vede proprio nei
pazienti in stadio avanzato i potenziali beneficiari delle nuove strategie di
cura».
Secondo il gruppo del King's
College tutto cid si scontra però con spese ormai insostenibili... «Nuovi
farmaci per le terapie mirate sono in studio e stanno dando i primi frutti.
Questi farmaci, e gli studi clinici controllati che li hanno generati, sono estremamente
costosi. Certo, il loro uso indiscriminato è inutile e pub generare sprechi
insostenibili, come rileva l'articolo di "Lancet". Ma il loro uso
razionale è estremamente utile per i pazienti che ne possono beneficiare, e
contribuisce alle cono- scenze scientifiche, in un pro- cesso che alla fine
segnerà progressi significativi nella lotta al cancro».
Seguendo la teoria del gruppo dei
37 non si rischia di creare una Sanità per ricchi, che potranno comprarsi i
farmaci più costosi, e una per poveri, che non avranno questa opportunità? «E'
un pericolo reale». Dove passa allora la linea rossa che separa lo spreco
dall'impiego razionale? «Da una prospettiva diversa di guardare alla malattia,
fornita da una nuova disciplina, l'oncologia molecolare clinica, che permette
di prevedere se il paziente potrà trarre o meno beneficio dal nuovo e costoso
farmaco. L'identificazione nel paziente delle lesioni genetiche che sostengono
la "sua" malattia indica quali dei farmaci hanno possibilità di
funzionare e quali no. In quest'ottica di impiego razionale delle possibilità
terapeutiche si soddisfano sia i principi dell'etica professionale che
impongono di tentare tutto il possibile a favore del paziente, sia i principi
di quella economica che si preoccupano di non sprecare risorse».
Nessun commento:
Posta un commento