giovedì 22 settembre 2011


Seul ci riprova con l’«industria» delle staminali di Stefano Vecchia, Avvenire, 22 settembre 2011

La Corea del Sud rompe gli indugi e, cercando di superare sospetti e dubbi creati anni fa dalla vicenda del professor Han, si ripropone di forza sulla scena della ricerca sulle staminali.
A prospettare un ruolo-guida del paese, che ha dalla sua esperienza, centri di ricerca d’eccellenza e ora un rinnovato sostegno ufficiale, addirittura lo stesso presidente Lee Myung-bak.
In un discorso radiotrasmesso lunedì, Lee ha impegnato la sua amministrazione a investire l’anno prossimo 100 miliardi di won, equivalenti a 60 milioni di euro, per restituire al paese la leadership nella ricerca sulle staminali. «Il governo ha deciso di promuovere l’industria delle staminali, mettendola al centro di un nuovo motore di crescita», ha annunciato il presidente. Sottolineando come il paese fosse fino a dieci anni fa, insieme agli Stati Uniti, all’avanguardia in questo campo, Lee ha ricordato «lo spiacevole incidente che inevitabilmente danneggiò l’intera comunità di ricerca sulle staminali». Un accenno diretto alla vicenda di professor Hwang Woo-suk che nel 2006 venne condannato per avere falsificato parte dei risultati del suo impegno scientifico, ma anche messo sotto accusa da molti – inclusa la Chiesa cattolica – per le sue discutibili scelte etiche, soprattutto nel campo della clonazione.
«Mentre il nostro impegno è stato vanificato, altre nazioni hanno elaborato nuovi regolamenti e accresciuto in modo aggressivo i loro investimenti nella ricerca – ha ribadito Lee –. Dobbiamo ripristinare la fama nazionale come centro d’eccellenza in questo specifico campo di ricerca».
A questo fine il governo ha deciso di rendere meno restrittiva l’attuale regolamentazione della ricerca e di creare una banca statale delle staminali.
Hwang arrivò a una fama improvvisa nel 2004, pubblicando un articolo su una rivista scientifica statunitense in cui comunicava di avere ottenuto cellule staminali da un embrione umano clonato. In un articolo successivo, nel 2005, descrisse come il suo team fosse arrivato a produrre 11 diversi tipi di staminali specializzate per diversi pazienti. Al culmine di quello che sembrava un successo senza rivali, nel gennaio 2006, gli investigatori arrivarono alla conclusione che i risultati erano falsi e che in realtà Hwang non era arrivato a produrre alcuna staminale. Successivamente il paese si è dato nuove regole e, mentre Hwang è stato in parte riabilitato, ha anche avuto la possibilità di proseguire altrove le sue attività.
Recentemente, proprio la Corea del Sud ha sviluppato e brevettato, prima al mondo, un trattamento medico a base di cellule staminali, un ritrovato per la cura di infezioni del miocardio prodotto da un’azienda locale. Cure per altre 14 patologie, tra cui una disfunzione della retina, sono in via di sperimentazione dallo scorso anno.

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