LA GERMANIA TORNA A
DISCUTERE DI TEST PRENATALI - Sovvenzionato un nuovo test per individuare la
trisomia 21 nel feto di Paul De Maeyer - ROMA, domenica, 4 settembre 2011
(ZENIT.org)
ROMA, domenica, 4 settembre 2011 (ZENIT.org).- Neppure tre
mesi dopo l'approvazione dal Bundestag (la Camera bassa del Parlamento federale
di Berlino) di un disegno di legge che autorizza il ricorso alla diagnostica
genetica preimpianto o PID - era il 7 luglio scorso -, la Germania è tornata
nei giorni scorsi a discutere sui test prenatali.
Ad aprire il dibattito è stata la notizia che dal 1 aprile al
31 dicembre 2010 il ministero federale per la Ricerca scientifica - il
Bundesforschungsministerium (BMBF) - ha sponsorizzato con fondi pubblici
(230.000 euro) un programma pilota con un nuovo test diagnostico, che permette
di individuare già nel primo trimestre della gravidanza la presenza nel
nascituro della sindrome di Down o trisomia 21.
Il progetto in questione, battezzato "Sviluppo e
valutazione di un nuovo metodo non invasivo per la diagnosi prenatale di
malattie genetiche", è stato portato avanti dalla ditta Life Codexx, una
filiale della compagnia GATC Biotech, con sede a Costanza (sull'omonimo lago,
nel Baden-Württemberg), in collaborazione con un centro specializzato di
Berlino, e aveva ricevuto prima del lancio il via libera da parte dell'Ordine
dei medici regionale di Berlino (Landesärztekammer Berlin).
Mentre la ditta Life Codexx AG intende lanciare il nuovo test
sul mercato già entro la fine di quest'anno o al più tardi nella prossima
primavera, secondo il quotidiano Der Tagesspiegel (2 settembre) il ministero
sovvenziona attualmente anche un altro test sulla trisomia 21, a cui
partecipano l'azienda Beckman Coulter Biomedical e la clinica universitaria di
Jena (nella Turingia).
Il sottosegretario alla Ricerca, Thomas Rachel (CDU), ha
difeso il coinvolgimento del dipartimento, dicendo che è "eticamente
inaccettabile non voler sovvenzionare lo sviluppo di un metodo di indagine
applicato in Germania, che potrebbe proteggere meglio la vita del nascituro e
della futura madre" (Domradio, 28 agosto). Dal punto di vista medico o
pratico, il nuovo test è infatti un passo in avanti rispetto alla classica amniocentesi,
la quale non è priva di rischi per il feto: la possibilità di un aborto
spontaneo dopo un'amniocentesi è infatti 1 su 100. Inoltre, il nuovo esame può
essere effettuato già nella decima settimana della gestazione e non è invasivo
per la madre: basta un semplice prelievo di sangue. Del resto, come proclama
GATC Biotech sul proprio sito Internet, il test permette di rilevare la
trisomia 21 "con una sensibilità e specificità del 100%" [1].
Ma come ha ribadito il portavoce per le questioni bioetiche
della CDU nel Parlamento europeo, Peter Liese, il caso suscita "numerose
questioni etiche" (Die Tagespost, 26 agosto). Come ha spiegato
l'eurodeputato, che ha conseguito un dottorato all'Istituto di Genetica umana
dell'Università di Bonn, "a prima vista" il nuovo test offre grandi
vantaggi ma proprio questo accresce il pericolo che venga usato "in modo
acritico". "Quando il test diventerà più facile, aumenterà anche la
pressione e il valore della vita dei disabili verrà ulteriormente messa in questione",
così ha avvertito il politico. "Bisogna innanzitutto dibattere ampiamente
e pubblicamente sul nuovo test e creare un migliore quadro normativo in
Germania e nell'Unione Europea, prima di pensare ad un finanziamento", ha
detto Liese. "In un momento in cui tutti discutono sui modi per
risparmiare, non si dovrebbe sostenere in modo acritico una tale tecnica",
ha aggiunto.
A criticare apertamente l'attuazione del ministero, guidato
d'altronde dalla democristiana Annette Schavan (CDU), è stato anche un altro
esponente del partito, Hubert Hüppe. "È discriminazione dei disabili della
peggior forma", ha detto al Tagesspiegel (27 agosto) il delegato del
governo tedesco per le persone disabili. Secondo Hüppe, il test è una
"retata, con l'unico obiettivo di uccidere persone disabili".
Sovvenzionare questa prassi con fondi pubblici è "inaccettabile", ha
dichiarato il politico, che ha aggiunto di non capire la decisione del
dipartimento. Durante il dibattito sulla diagnosi genetica preimpianto o PID,
la Schavan si era infatti detta contraria.
Anche il presidente dell'associazione Lebenshilfe, che
assiste persone portatrici di un handicap mentale, Robert Antretter, ha
respinto la decisione di destinare soldi dei contribuenti al nuovo test, perché
trasmette de facto il messaggio che "è necessario impedire vita
handicappata" (My Handicap, 24 agosto). Mentre in Germania al giorno
d'oggi vengono abortiti, secondo le stime, già più di 9 su 10 bambini affetti
dalla trisomia 21, secondo Antretter il nuovo metodo farà molto probabilmente aumentare
il numero di interruzioni di gravidanza di feti Down. "Questo accresce la
pressione sulle donne incinte per fare il test ed interrompere la gravidanza se
il bambino è affetto dalla sindrome", ha avvertito.
Della stessa opinione è inoltre il vice capogruppo
dell'Unione di CDU/CSU nel Bundestag, Johannes Singhammer. Con il test
sviluppato dalla Life Codexx vengono "esercitate delle pressioni sui
genitori, discriminati gli handicappati e fatti impennare i numeri degli
aborti", ha detto al Tagesspiegel del 29 agosto il giurista e politico
bavarese, padre di sei figli. Sovvenzionare questo con denaro pubblico è fuori
luogo, "anche per motivi che appartengono al passato tedesco", ha
continuato Singhammer, alludendo ai programmi eugenetici promossi in epoca
nazionalsocialista.
Da parte sua, la presidente del movimento Aktion Lebensrecht
für Alle (ALfA, Azione Diritto alla Vita per Tutti), Claudia Kaminski, ha
proposto di finanziare con fondi pubblici "solo quei test che permettono
di diagnosticare malattie per le quali esiste già una terapia" (KATH.net,
31 agosto). Per Martin Lohmann, presidente dell'associazione Lebensrecht
(Diritto alla Vita), la mossa del ministero è "semplicemente uno scandalo
e un ulteriore perfezionamento della distinzione tra vita degna e vita non
degna di essere vissuta".
La parola "scandalo" è stata usata anche dal
vescovo ausiliare della diocesi di Augsburg (Augusta), monsignor Anton
Losinger, parlando martedì 30 agosto con l'emittente radiofonica
dell'arcidiocesi di Monaco di Baviera. "Si tratta solo di scoprire in un
primissimo stadio difetti genetici per poi ricorrere ad un aborto", ha
detto alla Münchner Kirchenradio il membro del Consiglio Etico della Germania
(Deutscher Ethikrat), che ha invitato la società civile a "pronunciare un
chiaro giudizio favorevole sulle persone disabili" (katholisch.de, 31
agosto).
In un'intervista con la Tagespost (29 agosto), il teologo
morale Peter Schallenberg, che insegna presso la Facoltà teologica di
Paderborn, ricorda che "la teologia morale cattolica parla di una difesa
della vita assoluta, non di una relativa" e prevede ad esempio "il
diritto a non sapere", di cui possono avvalersi le coppie. "I
genitori non si rendono colpevoli quando non sfruttano tutte le possibilità
tecniche e mediche per mostrare che il bambino è sano", ribadisce il
docente di Teologia morale ed Etica.
Per il settimanale Die Zeit (no. 34, 18 agosto), che si è
interrogato sul fatto se la Germania non stia in realtà imboccando la strada
per diventare una società eugenetica, una delle conseguenze del test potrebbero
essere le cosiddette gravidanze "con riserva": prima di continuare
bisogna verificare se tutto è OK. Come avverte il settimanale di Amburgo, chi è
contrario a questi sviluppi o vuole avviare una discussione - ad esempio sulla
domanda su dove è il confine tra malattie genetiche e caratteristiche genetiche
individuali - deve sbrigarsi: i laboratori non perdono tempo.
Anche GATC Biotech non intende perdere tempo. Come si legge,
infatti, sempre sul suo sito Internet, è intenzionata a diventare
"federführend" (cioè azienda leader) nel settore della Next
Generation Molecular Diagnostics.
---------
[1 ] http://www.gatc-biotech.com/de/index.html
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