La Riforma Sanitaria di Obama deve essere rivista. Secondo i Vescovi
cattolici non garantisce l’Obiezione di coscienza. - 13-09-2011 - di Benedetta
Cortese, http://www.vanthuanobservatory.org
Negli Stati Uniti d’America i
Vescovi e i laici cattolici stanno portando avanti una continua lotta per il
riconoscimento della libertà di coscienza in campo sanitario. La questione è
riemersa quando Kathlee Sebelius, responsabile del Department of Health and
Human Services, ha emanalo le Linee guida che entreranno in vigore nel 2013
della cosiddetta riforma sanitaria di Obama, approvata nel 2010.
Le Linee guida prevedono i
“servizi di cura preventivi” che devono essere forniti gratuitamente a tutti i
cittadini americani che ne facciano richiesta. Tra questi figurano anche i
farmaci contraccettivi, tra cui viene menzionata anche la famosa “Ella”, la
pillola cosiddetta di emergenza, ma che in realtà oltre a bloccare l’ovulazione
può anche impedire l’annidamento dell’embrione in utero. Si tratta quindi di un
caso di farmaco abortivo. Essendo la sua somministrazione gratuita, il servizio
verrebbe pagato anche da chi è contrario all’aborto, il quale avrebbe diritto
all’obiezione di coscienza.
Uguale diritto a fare obiezione
di coscienza dovrebbero averlo il personale sanitario e le Istituzioni
religiose che gestiscono strutture sanitarie. La circolare emanata lo scorso
primo agosto dagli uffici di Kathlee Sebelius prevede, infatti, il caso della
obiezione di coscienza, ma secondo la Chiesa cattolica lo fa in modo troppo
ristretto, limitandolo al caso di alcune Istituzioni religiose, richiedendo che
il personale sanitario condivida gli stessi valori della istituzione e che
anche gli assistiti siano d’accordo con gli stessi principi religiosi. In
pratica, per avere riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza, un
ospedale cattolico dovrebbe dimostrare che i propri Statuti prevedono come
primaria finalità l’insegnamento della religione cattolica, che le singole persone
che vi operano concordano con quei principi e come pure gli stessi assistiti.
Il cardinale Daniel N. DiNardo,
che guida la Commissione episcopale americana sulle attività pro life, osserva
che, sulla base di questo, sarebbe facile per l’amministrazione pubblica
bloccare la somministrazione di cure di Istituzioni cattoliche ed invita tutti
i cattolici ad appoggiare l’approvazione del Respect for Rights of Conscience
Act (HR 1179), un progetto di legge che dovrebbe appunto tutelare la libertà di
coscienza.
Due consiglieri della Conferenza
episcopale – Antony Picarello e Michael Moses – hanno chiesto la rimozione
delle regole che limitano la libertà di coscienza del personale che opera nelle
Istituzioni sanitarie cattoliche
Anche Suor Carol Keehan, responsabile
della Associazione di tutte le Istituzioni sanitarie cattoliche statunitensi,
che a suo tempo aveva appoggiato la riforma Obama in contrasto con le direttive
dei Vescovi, ha dichiarato che la normativa è troppo restrittiva. Lo stesso ha
detto un gruppo di personalità cattoliche a suo tempo a favore della riforma
Obama e che ha pubblicato un proprio documento nel sito Catholic News Agency.
Naturalmente non manca chi
sostiene il contrario. L’American
College delle Ostetriche e dei Ginecologi ha detto che non è etico rifiutarsi
di praticare l’aborto o la sterilizzazione, mentre l’organizzazione Naral
Pro-Choice ha detto che questo potrebbe comportare dei danni per la donna.
Il 7 settembre scorso, il
cardinale DiNardo è tornato a scrivere
una lettera a tutti i membri del Congresso in cui chiede una modifica della
legge di riforma del sistema sanitario dal punto di vista delle regole. Così
come sono esse non garantiscono l’obiezione di coscienza dei cattolici e delle
loro strutture sanitarie.
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