mercoledì 21 settembre 2011


La Riforma Sanitaria di Obama deve essere rivista. Secondo i Vescovi cattolici non garantisce l’Obiezione di coscienza. - 13-09-2011 - di Benedetta Cortese, http://www.vanthuanobservatory.org

Negli Stati Uniti d’America i Vescovi e i laici cattolici stanno portando avanti una continua lotta per il riconoscimento della libertà di coscienza in campo sanitario. La questione è riemersa quando Kathlee Sebelius, responsabile del Department of Health and Human Services, ha emanalo le Linee guida che entreranno in vigore nel 2013 della cosiddetta riforma sanitaria di Obama, approvata nel 2010.
Le Linee guida prevedono i “servizi di cura preventivi” che devono essere forniti gratuitamente a tutti i cittadini americani che ne facciano richiesta. Tra questi figurano anche i farmaci contraccettivi, tra cui viene menzionata anche la famosa “Ella”, la pillola cosiddetta di emergenza, ma che in realtà oltre a bloccare l’ovulazione può anche impedire l’annidamento dell’embrione in utero. Si tratta quindi di un caso di farmaco abortivo. Essendo la sua somministrazione gratuita, il servizio verrebbe pagato anche da chi è contrario all’aborto, il quale avrebbe diritto all’obiezione di coscienza.
Uguale diritto a fare obiezione di coscienza dovrebbero averlo il personale sanitario e le Istituzioni religiose che gestiscono strutture sanitarie. La circolare emanata lo scorso primo agosto dagli uffici di Kathlee Sebelius prevede, infatti, il caso della obiezione di coscienza, ma secondo la Chiesa cattolica lo fa in modo troppo ristretto, limitandolo al caso di alcune Istituzioni religiose, richiedendo che il personale sanitario condivida gli stessi valori della istituzione e che anche gli assistiti siano d’accordo con gli stessi principi religiosi. In pratica, per avere riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza, un ospedale cattolico dovrebbe dimostrare che i propri Statuti prevedono come primaria finalità l’insegnamento della religione cattolica, che le singole persone che vi operano concordano con quei principi e come pure gli stessi assistiti.
Il cardinale Daniel N. DiNardo, che guida la Commissione episcopale americana sulle attività pro life, osserva che, sulla base di questo, sarebbe facile per l’amministrazione pubblica bloccare la somministrazione di cure di Istituzioni cattoliche ed invita tutti i cattolici ad appoggiare l’approvazione del Respect for Rights of Conscience Act (HR 1179), un progetto di legge che dovrebbe appunto tutelare la libertà di coscienza.
Due consiglieri della Conferenza episcopale – Antony Picarello e Michael Moses – hanno chiesto la rimozione delle regole che limitano la libertà di coscienza del personale che opera nelle Istituzioni sanitarie cattoliche
Anche Suor Carol Keehan, responsabile della Associazione di tutte le Istituzioni sanitarie cattoliche statunitensi, che a suo tempo aveva appoggiato la riforma Obama in contrasto con le direttive dei Vescovi, ha dichiarato che la normativa è troppo restrittiva. Lo stesso ha detto un gruppo di personalità cattoliche a suo tempo a favore della riforma Obama e che ha pubblicato un proprio documento nel sito Catholic News Agency.
Naturalmente non manca chi sostiene il contrario.  L’American College delle Ostetriche e dei Ginecologi ha detto che non è etico rifiutarsi di praticare l’aborto o la sterilizzazione, mentre l’organizzazione Naral Pro-Choice ha detto che questo potrebbe comportare dei danni per la donna.
Il 7 settembre scorso, il cardinale DiNardo  è tornato a scrivere una lettera a tutti i membri del Congresso in cui chiede una modifica della legge di riforma del sistema sanitario dal punto di vista delle regole. Così come sono esse non garantiscono l’obiezione di coscienza dei cattolici e delle loro strutture sanitarie.

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