COMPORTAMENTI UN' ABITUDINE CHE RIVESTE UNA VERA FUNZIONE ANCHE IN
CHIAVE COGNITIVA COMUNICARE GESTICOLARE PARLANDO NON È UN DIFETTO di Peccarisi
Cesare, 13 maggio 2012, Corriere della Sera
Mani e bocca sono «programmate» per
muoversi insieme
Chi muove una sola mano tende a
modificare la pronuncia di vocali isolate, mentre chi muove entrambe le mani
influenza le vocali incluse nelle parole
La tendenza a gesticolare è
certamente un mezzo universale della comunicazione, non a caso persone di ogni
età e di tutte le culture gesticolano e lo fanno persino alcune scimmie, dai
bonobo agli scimpanzè. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica
Behavioural Brain Research da Giovanna Campione, Elisa De Stefani e Alessandro
Innocenti, diretti dal professor Maurizio Gentilucci, dell' Università di
Parma, nel cervello esiste un circuito che, quando pronunciamo le parole,
"accoppia" i gesti delle braccia e delle mani alle articolazioni
della bocca e della gola. Il circuito, chiamato sistema di controllo motorio
bocca/mano nasce per portare il cibo alla bocca; il bambino, imparando ad
articolare in modo appropriato le strutture necessarie all' alimentazione,
apprende anche come usarle per sviluppare il linguaggio. «Si forma così un
sistema di comunicazione - spiega Maurizio Gentilucci - in cui parole e gesti
restano sincronizzati». Ma non è tutto: i ricercatori emiliani hanno scoperto
che, a seconda di come gesticoliamo, cambia il modo in cui articoliamo le
parole. Chi, per esempio, indicando la grandezza dell' oggetto di una
conversazione, gesticola con una sola mano tende a influenzare la pronuncia di
vocali isolate (iiii, aaa, eee...), mentre chi muove entrambe le mani influenza
le vocali incluse nelle parole (per esempio, "verameeeente
graaande..."). Le variazioni del suono delle vocali che il tipo di gesto
induce producono così messaggi più o meno incisivi. «Quando parliamo il circuito
si attiva automaticamente, mettendo in correlazione la posizione delle mani e
delle dita con le strutture della bocca (labbra, velo pendulo, laringe, lingua,
eccetera) e così - conclude Gentilucci - le mani finiscono per avere un effetto
semantico sulla pronuncia». Si tratta comunque di un effetto reciproco, perché
anche le parole influiscono sui gesti: se diciamo "piccolo", non
potremo certo allargare le braccia a disegnare qualcosa di grande e viceversa,
ma questo appare scontato. Meno ovvio è ciò che ha scoperto un altro studio
canadese eseguito da esperti dell' Università del Quebec e pubblicato sulla
rivista Developmental Psychology. I ricercatori hanno chiesto a diversi bambini
bilingui di ripetere una storia, prima in inglese e poi in francese, e hanno
osservato che quando parlavano nella loro lingua principale i piccoli
gesticolavano di più, mentre ci si sarebbe aspettato il contrario, con i gesti
usati come ausilio comunicativo nella lingua che conoscevano meno. Gesticolare
non aiuterebbe quindi soltanto a far capire meglio agli altri ciò che diciamo,
ma è anche un aiuto per noi stessi: muovere le mani aiuta, in un certo senso, a
ricordare ciò che si vuole dire, facilitando l' accesso al linguaggio
attraverso la gestualità la quale, veicolando parte dell' informazione, lascia
al cervello più risorse per ricordare. Come a dire che chi gesticola ha un
cervello più libero, anche se la sua bocca è legata alle mani. RIPRODUZIONE
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