lunedì 14 maggio 2012


COMPORTAMENTI UN' ABITUDINE CHE RIVESTE UNA VERA FUNZIONE ANCHE IN CHIAVE COGNITIVA COMUNICARE GESTICOLARE PARLANDO NON È UN DIFETTO di Peccarisi Cesare, 13 maggio 2012, Corriere della Sera

Mani e bocca sono «programmate» per muoversi insieme
Chi muove una sola mano tende a modificare la pronuncia di vocali isolate, mentre chi muove entrambe le mani influenza le vocali incluse nelle parole

La tendenza a gesticolare è certamente un mezzo universale della comunicazione, non a caso persone di ogni età e di tutte le culture gesticolano e lo fanno persino alcune scimmie, dai bonobo agli scimpanzè. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Behavioural Brain Research da Giovanna Campione, Elisa De Stefani e Alessandro Innocenti, diretti dal professor Maurizio Gentilucci, dell' Università di Parma, nel cervello esiste un circuito che, quando pronunciamo le parole, "accoppia" i gesti delle braccia e delle mani alle articolazioni della bocca e della gola. Il circuito, chiamato sistema di controllo motorio bocca/mano nasce per portare il cibo alla bocca; il bambino, imparando ad articolare in modo appropriato le strutture necessarie all' alimentazione, apprende anche come usarle per sviluppare il linguaggio. «Si forma così un sistema di comunicazione - spiega Maurizio Gentilucci - in cui parole e gesti restano sincronizzati». Ma non è tutto: i ricercatori emiliani hanno scoperto che, a seconda di come gesticoliamo, cambia il modo in cui articoliamo le parole. Chi, per esempio, indicando la grandezza dell' oggetto di una conversazione, gesticola con una sola mano tende a influenzare la pronuncia di vocali isolate (iiii, aaa, eee...), mentre chi muove entrambe le mani influenza le vocali incluse nelle parole (per esempio, "verameeeente graaande..."). Le variazioni del suono delle vocali che il tipo di gesto induce producono così messaggi più o meno incisivi. «Quando parliamo il circuito si attiva automaticamente, mettendo in correlazione la posizione delle mani e delle dita con le strutture della bocca (labbra, velo pendulo, laringe, lingua, eccetera) e così - conclude Gentilucci - le mani finiscono per avere un effetto semantico sulla pronuncia». Si tratta comunque di un effetto reciproco, perché anche le parole influiscono sui gesti: se diciamo "piccolo", non potremo certo allargare le braccia a disegnare qualcosa di grande e viceversa, ma questo appare scontato. Meno ovvio è ciò che ha scoperto un altro studio canadese eseguito da esperti dell' Università del Quebec e pubblicato sulla rivista Developmental Psychology. I ricercatori hanno chiesto a diversi bambini bilingui di ripetere una storia, prima in inglese e poi in francese, e hanno osservato che quando parlavano nella loro lingua principale i piccoli gesticolavano di più, mentre ci si sarebbe aspettato il contrario, con i gesti usati come ausilio comunicativo nella lingua che conoscevano meno. Gesticolare non aiuterebbe quindi soltanto a far capire meglio agli altri ciò che diciamo, ma è anche un aiuto per noi stessi: muovere le mani aiuta, in un certo senso, a ricordare ciò che si vuole dire, facilitando l' accesso al linguaggio attraverso la gestualità la quale, veicolando parte dell' informazione, lascia al cervello più risorse per ricordare. Come a dire che chi gesticola ha un cervello più libero, anche se la sua bocca è legata alle mani. RIPRODUZIONE RISERVATA **** Commenta l' articolo Potete inviare le vostre opinioni sull' articolo di questa pagina su www.corriere.it/salute

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