«Donateci gli ovuli per avere dei figli»La richiesta-choc alle
studentesse di Cambridge di Simona Marchetti, http://www.corriere.it,
12 maggio 2012
In Inghilterra la donazione è
severamente vietata, ma la pratica del risarcimento è stata consentita di
recente. Il sospetto è che si vogliano creare dei «superbaby»
MILANO - Una ricompensa di 750
sterline (930 euro) per diventare donatrici di ovuli ed aiutare così una coppia
che non può avere figli. Volantini con una simile richiesta sono stati
recapitati un paio di settimane fa nelle caselle universitarie delle
studentesse di Cambridge.
L'INTERMEDIAZIONE - A realizzarli
è stata la società di intermediazione di ovuli «Altrui» , fondata due anni fa
da una ex consulente della fertilità e dal marito a Hawes, Nord Yorkshire, con
l’intento di trovare «ragazze compassionevoli e di buona salute, di età
compresa fra i 18 e i 35 anni» disposte a diventare «dei veri angeli e a donare
i loro ovuli» ad una coppia di laureati di Cambridge «che non può avere figli a
causa di una rara malattia genetica». Quello che però i volantini non dicono –
spiega il Daily Mail che ha scoperto l’oscuro traffico - è che la «Altrui» è
una «profit company» che fa pagare oltre 2.000 sterline alle coppie disperate
prima ancora di metterle in contatto con una clinica dove fare l’intervento di
inseminazione: 1.300 sterline se ne vanno solo per la ricerca dei possibili
ovuli, mentre le restanti 750 sono il «risarcimento» dovuto alle donatrici.
LA PRATICA - In Inghilterra,
infatti, pagare per la donazione di ovociti è severamente vietato, ma dall’1
aprile 2012 la Human Fertilisation and Embryology Authority ha reso legale la
pratica del «risarcimento». «Prendere di mira studentesse finanziariamente
vulnerabili perché si sottopongano ad inutili interventi medici è una cosa
totalmente inaccettabile – tuona sul tabloid Geeta Nargund, direttore sanitario
della clinica londinese della fertilità "Create" – e speravo
vivamente che questo espediente, importato dagli Stati Uniti, non arrivasse
anche in Inghilterra».
LO SCAMBIO DI OVULI - Ma lo
«scambio» di ovuli fa sollevare ben più di un britannico sopracciglio anche per
motivi etici, perché il rischio è che si vogliano selezionare gli ovociti di
studentesse particolarmente brillanti, con l’obiettivo di creare dei
«superbaby». Una prassi comune negli States, a detta di Josephine Quintavalle
del gruppo Comment on Reproductive Ethics , che mette in guardia sulle evidenti
implicazioni eugenetiche della procedura che spinge a scegliere gli ovuli delle
«cervellone» per migliorare le prestazioni scolastiche e, di conseguenza, avere
maggiori chance nella vita lavorativa. «Questa non è affatto una donazione –
spiega la Quintavalle - ma una vera e propria compravendita di ovuli, dove però
ci si disinteressa dei possibili rischi per la salute delle donne, che devono
prendere medicine di cui non hanno bisogno, mettendo in pericolo loro stesse e
forse anche i loro figli».
LA DIFESA - A difesa dei
volantini ha parlato la fondatrice della Altrui, Alison Bagshawe, che ha
spiegato che la coppia in cerca di ovociti voleva trovare una donatrice che
avesse qualcosa in comune con loro (ovvero, il percorso scolastico nella
prestigiosa università) e perciò aveva chiesto ed ottenuto il permesso di
distribuire gli appelli dal comitato studentesco. Solo un college si sarebbe
rifiutato di acconsentire, temendo che il volantino potesse urtare la
sensibilità di qualche ragazza che aveva avuto un aborto. A detta della signora
Bagshawe, due donne avrebbero già risposto alla richiesta della coppia, sebbene
la maggioranza delle studentesse avvicinate dal tabloid si sia mostrata
particolarmente scettica nei riguardi dell’intera operazione. «Ci sono persone
che cercano disperatamente qualcuno che trovi loro dei donatori – si è
giustificata la proprietaria di Altrui – e io non posso permettermi di fare
questa ricerca gratis, perché ho un mutuo da pagare e devo mangiare».
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