lunedì 14 maggio 2012


«Donateci gli ovuli per avere dei figli»La richiesta-choc alle studentesse di Cambridge di Simona Marchetti, http://www.corriere.it, 12 maggio 2012

In Inghilterra la donazione è severamente vietata, ma la pratica del risarcimento è stata consentita di recente. Il sospetto è che si vogliano creare dei «superbaby»

MILANO - Una ricompensa di 750 sterline (930 euro) per diventare donatrici di ovuli ed aiutare così una coppia che non può avere figli. Volantini con una simile richiesta sono stati recapitati un paio di settimane fa nelle caselle universitarie delle studentesse di Cambridge.
L'INTERMEDIAZIONE - A realizzarli è stata la società di intermediazione di ovuli «Altrui» , fondata due anni fa da una ex consulente della fertilità e dal marito a Hawes, Nord Yorkshire, con l’intento di trovare «ragazze compassionevoli e di buona salute, di età compresa fra i 18 e i 35 anni» disposte a diventare «dei veri angeli e a donare i loro ovuli» ad una coppia di laureati di Cambridge «che non può avere figli a causa di una rara malattia genetica». Quello che però i volantini non dicono – spiega il Daily Mail che ha scoperto l’oscuro traffico - è che la «Altrui» è una «profit company» che fa pagare oltre 2.000 sterline alle coppie disperate prima ancora di metterle in contatto con una clinica dove fare l’intervento di inseminazione: 1.300 sterline se ne vanno solo per la ricerca dei possibili ovuli, mentre le restanti 750 sono il «risarcimento» dovuto alle donatrici.

LA PRATICA - In Inghilterra, infatti, pagare per la donazione di ovociti è severamente vietato, ma dall’1 aprile 2012 la Human Fertilisation and Embryology Authority ha reso legale la pratica del «risarcimento». «Prendere di mira studentesse finanziariamente vulnerabili perché si sottopongano ad inutili interventi medici è una cosa totalmente inaccettabile – tuona sul tabloid Geeta Nargund, direttore sanitario della clinica londinese della fertilità "Create" – e speravo vivamente che questo espediente, importato dagli Stati Uniti, non arrivasse anche in Inghilterra».

LO SCAMBIO DI OVULI - Ma lo «scambio» di ovuli fa sollevare ben più di un britannico sopracciglio anche per motivi etici, perché il rischio è che si vogliano selezionare gli ovociti di studentesse particolarmente brillanti, con l’obiettivo di creare dei «superbaby». Una prassi comune negli States, a detta di Josephine Quintavalle del gruppo Comment on Reproductive Ethics , che mette in guardia sulle evidenti implicazioni eugenetiche della procedura che spinge a scegliere gli ovuli delle «cervellone» per migliorare le prestazioni scolastiche e, di conseguenza, avere maggiori chance nella vita lavorativa. «Questa non è affatto una donazione – spiega la Quintavalle - ma una vera e propria compravendita di ovuli, dove però ci si disinteressa dei possibili rischi per la salute delle donne, che devono prendere medicine di cui non hanno bisogno, mettendo in pericolo loro stesse e forse anche i loro figli».

LA DIFESA - A difesa dei volantini ha parlato la fondatrice della Altrui, Alison Bagshawe, che ha spiegato che la coppia in cerca di ovociti voleva trovare una donatrice che avesse qualcosa in comune con loro (ovvero, il percorso scolastico nella prestigiosa università) e perciò aveva chiesto ed ottenuto il permesso di distribuire gli appelli dal comitato studentesco. Solo un college si sarebbe rifiutato di acconsentire, temendo che il volantino potesse urtare la sensibilità di qualche ragazza che aveva avuto un aborto. A detta della signora Bagshawe, due donne avrebbero già risposto alla richiesta della coppia, sebbene la maggioranza delle studentesse avvicinate dal tabloid si sia mostrata particolarmente scettica nei riguardi dell’intera operazione. «Ci sono persone che cercano disperatamente qualcuno che trovi loro dei donatori – si è giustificata la proprietaria di Altrui – e io non posso permettermi di fare questa ricerca gratis, perché ho un mutuo da pagare e devo mangiare».


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