Corpo & dignità: l’essere umano non è solo biologia - punti fermi
di Michele Aramini, Avvenire, 3 maggio 2012
Nel campo bioetico molte delle argomentazioni
hanno un fondamento etico di valore universale, che si può attingere con la
ragione. Non dobbiamo però dimenticare che la prospettiva cristiana dà un contributo
originale ed essenziale alla considerazione della persona umana e alla qualità
delle relazioni interpersonali. Per rendere conto di questo contributo del
cristianesimo prendo le mosse dall’Ultima Cena, nella quale Cristo fa dono del
suo corpo e sangue ai discepoli e agli uomini di ogni tempo. Parole vere o parole
simboliche quelle del Signore? La risposta è nel Venerdì Santo, il volto del
Cristo è sfigurato, tutto il suo corpo è violato al punto da non avere più le
sembianze dell’uomo. Quindi niente simboli, ma realtà. E pure nella
Risurrezione non torna un fantasma o un altro simbolo, torna il Crocifisso, con
il corpo che non soffre più, ma che mantiene i segni della passione, che sono
poi quelli dell’amore. Se il corpo non ci fosse non ci sarebbe Risurrezione, ma
solo illusione. Il corpo è protagonista della Pasqua: è in esso che il Cristo
combatte e vince la battaglia per la vita. osì sappiamo che l’amore autentico
coinvolge tutte dimensioni della persona: carne, psiche, libertà. Se solo una dimensione
fosse tralasciata non ci sarebbe l’uomo e neppure l’amore. Come tutto ciò può
riguardare la medicina e la bioetica? Da una parte producendo una medicina e
un’etica umana e umanizzante. Tutti constatiamo che nell’esperienza della malattia
rischiamo di diventare solo un pezzo di materia, a scapito della nostra
identità di persone. L’insufficienza di questo approccio è condivisa da tutti,
ma il cambiamento culturale che fa passare dal concetto di corpo malato a
quello di persona malata è troppo lento. Si deve lavorare tanto perché la medicina
si occupi dell’uomo e non solo delle sue patologie. Non sarà mai ripetuto
abbastanza. D’altra parte constatiamo il crescente potere delle biotecnologie
sulla dimensione biologica dell’uomo. Spesso sono tecnologie applicate alla
fase iniziale della vita. Si ha a che fare con cellule, dimenticando che sono
il corpo di un uomo. Si scorda che fin dall’inizio le diverse dimensioni dell’uomo
sono inseparabili e dove c’è il corpo c’è tutto il resto. Ma mentre
rivendichiamo da adulti il diritto a non essere trattati come oggetti da parte
della macchina medica, ci stiamo assuefacendo all’idea che i corpi piccoli e
quelli deboli per la vecchiaia e la malattia siano soltanto materiale
biologico. Dove stanno la logica e la giustizia di tale doppiopesismo? Non le troverete,
perché non ci sono. ella vita e soprattutto nella Pasqua di Cristo il corpo è
stato attore di un amore insuperabile. Anche la medicina e l’etica troveranno
la via della vera umanizzazione (la nostra Pasqua) se il corpo dell’uomo
tornerà ad essere il luogo di incontro della persona dell’altro. Perciò tutti
noi serviremo l’uomo operando per sfamare gli affamati del mondo, che portano
nel corpo un bisogno essenziale, e i malati di Aids, anch’essi dimenticati. E
poi ancora serviremo l’uomo (faremo Pasqua) rinunciando a rivendicare il
«diritto» di aborto, a cessare la sperimentazione sugli embrioni, a non
considerare inutili le persone in condizione terminale. Sarà vera umanità
(Pasqua) quando la fragilità del corpo di qualcuno accenderà in noi un
desiderio fattivo di servizio alla vita e sarà sconfitto il gelido utilitarismo
che fa dell’uomo solo una cosa.
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