venerdì 4 maggio 2012


Corpo & dignità: l’essere umano non è solo biologia - punti fermi di Michele Aramini, Avvenire, 3 maggio 2012

Nel campo bioetico molte delle argomentazioni hanno un fondamento etico di valore universale, che si può attingere con la ragione. Non dobbiamo però dimenticare che la prospettiva cristiana dà un contributo originale ed essenziale alla considerazione della persona umana e alla qualità delle relazioni interpersonali. Per rendere conto di questo contributo del cristianesimo prendo le mosse dall’Ultima Cena, nella quale Cristo fa dono del suo corpo e sangue ai discepoli e agli uomini di ogni tempo. Parole vere o parole simboliche quelle del Signore? La risposta è nel Venerdì Santo, il volto del Cristo è sfigurato, tutto il suo corpo è violato al punto da non avere più le sembianze dell’uomo. Quindi niente simboli, ma realtà. E pure nella Risurrezione non torna un fantasma o un altro simbolo, torna il Crocifisso, con il corpo che non soffre più, ma che mantiene i segni della passione, che sono poi quelli dell’amore. Se il corpo non ci fosse non ci sarebbe Risurrezione, ma solo illusione. Il corpo è protagonista della Pasqua: è in esso che il Cristo combatte e vince la battaglia per la vita. osì sappiamo che l’amore autentico coinvolge tutte dimensioni della persona: carne, psiche, libertà. Se solo una dimensione fosse tralasciata non ci sarebbe l’uomo e neppure l’amore. Come tutto ciò può riguardare la medicina e la bioetica? Da una parte producendo una medicina e un’etica umana e umanizzante. Tutti constatiamo che nell’esperienza della malattia rischiamo di diventare solo un pezzo di materia, a scapito della nostra identità di persone. L’insufficienza di questo approccio è condivisa da tutti, ma il cambiamento culturale che fa passare dal concetto di corpo malato a quello di persona malata è troppo lento. Si deve lavorare tanto perché la medicina si occupi dell’uomo e non solo delle sue patologie. Non sarà mai ripetuto abbastanza. D’altra parte constatiamo il crescente potere delle biotecnologie sulla dimensione biologica dell’uomo. Spesso sono tecnologie applicate alla fase iniziale della vita. Si ha a che fare con cellule, dimenticando che sono il corpo di un uomo. Si scorda che fin dall’inizio le diverse dimensioni dell’uomo sono inseparabili e dove c’è il corpo c’è tutto il resto. Ma mentre rivendichiamo da adulti il diritto a non essere trattati come oggetti da parte della macchina medica, ci stiamo assuefacendo all’idea che i corpi piccoli e quelli deboli per la vecchiaia e la malattia siano soltanto materiale biologico. Dove stanno la logica e la giustizia di tale doppiopesismo? Non le troverete, perché non ci sono. ella vita e soprattutto nella Pasqua di Cristo il corpo è stato attore di un amore insuperabile. Anche la medicina e l’etica troveranno la via della vera umanizzazione (la nostra Pasqua) se il corpo dell’uomo tornerà ad essere il luogo di incontro della persona dell’altro. Perciò tutti noi serviremo l’uomo operando per sfamare gli affamati del mondo, che portano nel corpo un bisogno essenziale, e i malati di Aids, anch’essi dimenticati. E poi ancora serviremo l’uomo (faremo Pasqua) rinunciando a rivendicare il «diritto» di aborto, a cessare la sperimentazione sugli embrioni, a non considerare inutili le persone in condizione terminale. Sarà vera umanità (Pasqua) quando la fragilità del corpo di qualcuno accenderà in noi un desiderio fattivo di servizio alla vita e sarà sconfitto il gelido utilitarismo che fa dell’uomo solo una cosa.  

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