MEDICINA/ Suggerimenti per nuove terapie dallo studio dei batteri
primordiali di Alessia Losa, martedì 8 maggio 2012, http://www.ilsussidiario.net
Le cellule sono l’unità
funzionale di ogni essere vivente, sia per gli organismi unicellulari come i
batteri sia per quelli pluricellulari più complessi come l’uomo. Due
fondamentali processi metabolici, che generano delle risposte cellulari, sono
lo scambio tra l’ambiente esterno e quello interno e la comunicazione tra una
cellula e l’altra. L'ossido nitrico (NO) è una molecola gassosa particolarmente
inquinante, da tutti è ritenuto uno dei fattori principali che hanno
determinato il buco nello ozono. Dalla fine degli anni '70 l’NO assume un ruolo
biologico significativo, quale mediatore intracellulare, divenendo
un’importante molecola segnale coinvolta in numerose funzioni cellulari.
Nel nostro organismo l'ossido
nitrico è prodotto durante il processo di conversione dell'amminoacido arginina
in citrullina grazie all'azione di un particolare enzima, l’ossido nitrico
sintasi (NOS). La regolazione della pressione sanguigna, la comunicazione
neurale e la risposta immunitaria sono alcuni processi in cui l’NO è implicato,
agendo in essi come vaso dilatatore, neurotrasmettitore ed agente
antimicrobico. Infatti l’ossido nitrico sintasi, in particolari condizioni di
difesa, rilascia nella cellula elevate quantità di ossido nitrico, tossiche per
se stessa, ma con la funzione di contrastare l’azione dei microrganismi
patogeni. Più in generale l’ossido nitrico influenza i processi cellulari degli
eucarioti, esercitando la propria azione di molecola segnale ubiquitaria
tramite modifiche post-traduzionali delle proteine; un esempio di ciò è il
processo di nitrosilazione (descritto da Stamler et al. in un articolo sulla
rivista Cell nel settembre 2001).
Tale reazione chimica consiste
nella formazio di un complesso noto come SNO, dovuto al legame tra la molecola
di NO con il gruppo tiolico delle cisteine e i siti di legame dei metalli di
specifiche proteine. Nella cellula quando il meccanismo di nitrosilazione
proteico non funziona in modo corretto insorgono particolari patologie come si
è osservato nei neuroni affetti dall’Alzheimer. Negli organismi eucarioti,
quindi, la S-nitrosilazione delle proteine è un importante meccanismo di
comunicazione cellulare e fino ad ora non è stato preso in esame nei
procarioti, più precisamente nei batteri.
In un recente articolo pubblicato
da Science i ricercatori americani della Case Western Reserve University School
of Medicine and University Hospitals Case Medical Center di Cleveland affermano
che la S-nitrosilazione proteica è una reazione metabolica presente anche nelle
cellule batteriche di Escherichia coli.
Gli scienziati hanno osservato
che E. coli produce ossido nitrico. Esso deriva dalla respirazione anaerobica
che i batteri svolgono in un ambiente privo di ossigeno e in un mezzo di
coltura in cui vi sono molecole di nitrato, utilizzate come fonte energetica.
Tutto questo processo è controllato dal fattore trascrizionale OxyR, che in
precedenza si pensava agisse solo in condizioni aerobiche provocando reazioni
di ossidazione. Inoltre in E. coli i ricercatori americani individuano 150 geni
coinvolti nella produzione dell’SNO e l’osservazione dei ceppi batterici mutati
in questi geni rivela che nei batteri vi sono danni cellulari paragonabili a
quelli osservati nelle cellule umane colpite da diverse patologie.
Riassumendo questi recenti studi
dimostrano che i batteri producono ossido nitrico e lo usano come molecola
segnale, inoltre la S-nitrosilazione è un importante protagonista della
respirazione anaerobica su substrati ricchi di nitrati. La comprensione della
regolazione di tale processo in E. coli è di particolare interesse anche perché
potrà porre le basi per lo sviluppo di nuovi antibiotici e di nuovi farmaci per
la cura del cancro, di malattie cardiache e celebrali. Considerando questa
scoperta sul piano evoluzionistico si può affermare che il meccanismo di
comunicazione cellulare, mediato dal rilascio di ossido nitrico, si è mantenuto
e conservato in un arco di tempo di miliardi di anni, a partire dagli esseri
viventi primordiali (procarioti) fino a quelli superiori come l’uomo.
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