Un decennio per avere l'umanoide-badante, 15 maggio 2012, Il Sole 24
Ore
Piano da 1 miliardo dell'Iit di
Genova in collaborazione con altre strutture europee, tra cui la Sant'Anna di
Pisa L'AMICO DEI CITTADINI Si chiamerà Robot companion for citizens e saprà
fare le pulizie, cucinare, prestare assistenza agli anziani e alle persone con
ridotta autonomia motoria
Ci vorranno più o meno 10 anni
per realizzare il primo robot-badante.
Si chiamerà Robot Companion for
Citizens (ossia "robot amico dei cittadini") e sarà una macchina di
forma umanoide che saprà fare le pulizie, cucinare, prestare assistenza agli
anziani e alle persone con ridotta autonomia motoria.
Il robot amico è il frutto di un
progetto da 1 miliardo dell'Istituto italiano di tecnologia di Genova, che sarà
realizzato in collaborazione con altri laboratori di ricerca europei, tra cui
la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa e coinvolgerà circa 2mila ricercatori
sparpagliati in una trentina di sedi in Europa.
Ad annunciarlo è Roberto
Cingolani, direttore dell'Iit, attualmente impegnato nella stesura finale del
progetto che gli permetterà di concorrere a un bando di finanziamento europeo
che potrebbe coprire l'intero costo del progetto, le cui selezioni si
concluderanno in ottobre.
«L'idea di questo robot - precisa
Cingolani - deriva dalla constatazione che sta progressivamente aumentando
l'età media della popolazione.
La società di domani sarà
costituita da un gran numero di anziani con la conseguenza che crescerà il
bisogno di assistenza ».
Robot companion è il primo
progetto di robotica che prevede la realizzazione di un prototipo human
friendly: ossia capace di interagire con l'uomo, caratterizzato da una
struttura morbida e flessibile ben lontana da quella rigida dei robot
tradizionali.
Per realizzare questo prototipo
si applicheranno anche alcune tecnologie sviluppate dalla scuola superiore S. Anna
che ha realizzato un robot interamente flessibile dalla forma di un polpo.
«Per realizzarlo - spiega Cecilia
Laschi, docente di Biorobotica all'Istituto di ricerca Pisano - abbiamo
utilizzato una guaina che si muove grazie a molle realizzate con delle leghe a
memoria di forma.
In questo modo siamo riusciti a
riprodurre il movimento del polpo e la sua capacità, attraverso le ventose
poste alla base di ciascun braccio, di aderire alle superfici».
Ma la vera sfida di questo
progetto è quella di riuscire ad applicare al robot i sistemi di
semplificazione del nostro cervello che ci consentono di gestire le attività
umane in forma autonoma.
«Attualmente - continua Cingolani
- per far funzionare un cervello artificiale non basterebbe un calcolatore
grande quanto una casa pari a un consumo energetico di circa 1 Mw.
L'obiettivo è di riuscire a
creare un calcolatore che possa fare tutto questo, ma che abbia dimensioni
ridotte e consumi poca energia».
Piccoli passi in questa direzione
sono stati compiuti.
L'Università di Genova, ad
esempio, in collaborazione con l'Iit, ha messo a punto una sorta di pelle
sintetica che si chiama Roboskin e che è dotata di tatto grazie alla presenza
di sensori.
«Questo tipo di pelle - spiega
Renato Zaccaria, docente di Informatica e coordinatore della laurea
internazionale in Robotica - può essere applicato a un robot di forma
umanoide».
C'è chi stima che, da qui al 2050
potrebbe vedere la luce il primo calcolatore in grado di governare un robot
umanoide.
Arriva infine dall'Università di
Parma un sistema innovativo per la ricostruzione in 3D dell'ambiente che
permette alle macchine cui è applicata, ad esempio, di riconoscere gli ostacoli
ed evitarli.
Si tratta di una novità che potrà
permettere anche ai non vedenti di guidare l'auto.
«Arriverà sul mercato - assicura
Andrea Broggi, docente di Ingegneria e presidente dello spinoff Vis-lab - entro
la fine del 2012 e costerà circa 200 euro».
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