Il Centro Ricerche ENEA sulla Sindone: «rimane un mistero per la
scienza», 20 dicembre, 2011, http://www.uccronline.it
Dopo cinque anni di studi sulla
colorazione simil-sindonica per capire come abbia potuto generarsi l’immagine
sulla Sindone di Torino, il Centro Ricerche ENEA di Frascati, l’agenzia
nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico
sostenibile, ha pubblicato un resoconto ufficiale arrivando ad affermare che
tutti i tentativi di replica dell’immagine sinora effettuati con le più moderne
tecnologie (e con i mezzi disponibili nel passato) sono falliti. La Sindone non
è un falso, e ancora oggi la scienza non è ancora in grado di spiegare come si
sia formata l’immagine.
Il dott. Paolo Di Lazzaro, fisico
e dirigente di ricerca presso il Centro Ricerche Enea di Frascati, ha onorato
questo sito web presentando più sinteticamente una versione molto simile di
quello che è ora disponibile sul sito web di ENEA. I risultati hanno dimostrato
la possibilità di colorare tessuti di lino in modo simil-sindonico tramite la
luce UV e VUV di un laser eccimero impulsato della durata di alcuni
miliardesimi di secondo. Un brevissimo e intenso lampo di radiazione VUV
direzionale può colorare un tessuto di lino in modo da riprodurre molte delle
peculiari caratteristiche della immagine corporea della Sindone di Torino,
incluse la tonalità del colore, la colorazione superficiale delle fibrille più
esterne della trama del lino, e l’assenza di fluorescenza. Tuttavia, l’immagine
sindonica presenta alcune caratteristiche ancora impossibili da riprodurre, per
esempio le striature e la sfumatura dell’immagine dovuta ad una diversa
concentrazione di fibrille colorate gialle alternate a fibrille non colorate.
Come spiegava il fisico Di Lazzaro, è forse possibile la loro replica usando
una batteria di diecimila laser eccimeri, ma evidentemente questo -sempre che
sia possibile- non ci porterebbe molto lontano. La questione non è la
possibilità teorica di riprodurre l’immagine con macchinari ad alta tecnologia,
ma spiegare come abbia potuto formarsi prima del 1353, data universalmente
accettata dagli storici come prima documentazione certa dell’esistenza della
Sindone (ricordiamo che la fotografia venne inventata dopo il 1700).
Viene dunque smentita di fatto
l’ipotesi del falsario medievale, indipendentemente dai controversi risultati
dell’esame al C14, sui quali aleggia un’ombra di assai poca scientificità e
molta “forzatura” dei risultati. Un documentario inedito a breve uscita si
concentrerà proprio su questa faccenda. Si legge nel rapporto ENEA: «ad oggi la
Scienza non è ancora in grado di spiegare come si sia formata l’immagine»,
questo perché l’immagine non si è formata dal contatto del lino con il corpo,
c’è solo un’estrema superficialità della colorazione e non c’è presenza di
pigmenti. Sotto le macchie di sangue non c’è immagine e quindi esse si sono
depositate prima dell’immagine, formatasi in un momento successivo alla
deposizione del cadavere. Inoltre, tutte le macchie di sangue hanno contorni
ben definiti, senza sbavature, quindi si può ipotizzare che il cadavere non fu
asportato dal lenzuolo. E ancora: «Mancano segni di putrefazione in
corrispondenza degli orifizi, che si manifestano dopo circa 40 ore dalla morte.
Di conseguenza, l’immagine non dipende dai gas di putrefazione e il cadavere
non rimase nel lenzuolo per più due giorni». Tutto questo «rende estremamente
improbabile ottenere una immagine simil-sindonica tramite metodi chimici a
contatto, sia in un moderno laboratorio, sia a maggior ragione da parte di un
ipotetico falsario medioevale».
Il cuore della questione è tutta
qui, «indipendentemente dall’età del lenzuolo sindonico, che sia medioevale
(1260 – 1390) come risulta dalla controversa datazione al radiocarbonio o più
antico come risulta da altre indagini, e indipendentemente dalla reale portata
dei controversi documenti storici sull’esistenza della Sindone negli anni
precedenti il 1260, la domanda più importante, la “domanda delle domande”
rimane la stessa: come è stata generata l’immagine corporea sulla Sindone?».
Non siamo alla conclusione, dicono gli scienziati, «stiamo componendo i
tasselli di un puzzle scientifico affascinante e complesso. L’enigma
dell’origine dell’immagine della Sindone di Torino rimane ancora “una
provocazione all’intelligenza”», citando le parole di Giovanni Paolo II
pronunciate il 24/6/98.
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