IL DIRITTO ALLA VITA E ALLA LIBERTÀ - Il ministro Miklós Soltész spiega
l'Ungheria moderna
ZI11121204 - 12/12/2011
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ROMA, lunedì, 12 dicembre 2011
(ZENIT.org).- Riportiamo l’intervento dell’On. Miklós Soltész ministro
ungherese per gli Affari sociali e la famiglia svolto a Roma sabato dieci
dicembre in occasione della consegna del Premio Europeo per la Vita “Madre
Teresa di Calcutta”.
“Una caratteristica delle epoche
decadenti è sempre stata quella di temere il dono dei figli”. Questa è una
frase scritta dal Vescovo di Transilvania il quale è stato imprigionato a lungo
dal regime comunista a causa della sua fede.
Negli anni settanta il Vescovo ha
messo per iscritto le sue riflessioni sulla famiglia, sul matrimonio e sulla
responsabilità dei genitori.
Già allora ci ha avvertito dei
pericoli del modo di pensare della società liberista. Il suo messaggio è di
grande attualità.
In questi ultimi mesi anche noi
ungheresi abbiamo fatto esperienza degli attacchi e delle critiche destinate a
chi prende posizione a favore della famiglia intesa come valore.
Durante la nostra presidenza di
turno dell’UE abbiamo cercato di attirare l’attenzione sull’importanza della
famiglia con una serie di eventi il cui titolo è stato “L’Europa per le
famiglie, le famiglie per l’Europa”.
Alcune organizzazioni hanno
cercato di convincerci a rinunciare alla famiglia come tema e privare il
messaggio del suo valore. Non ci sono riusciti.
Usufruendo dei fondi europei a
favore delle pari opportunità abbiamo lanciato una campagna per la protezione
dei bambini e delle bambine concepiti, indicando l’adozione in alternativa
all’aborto.
Ma questo non è piaciuto agli
organi competenti dell’Unione Europea, i quali ci hanno costretti a rimuovere i
manifesti e hanno ritirato il finanziamento precedentemente concesso.
Tutto questo è stato fatto
perché, secondo l’ufficio competente, la protezione della vita nascente non è
compatibile con la concezione europea, e il diritto delle madri all’aborto
viene prima di tutto.
Ma non hanno fatto i conti con la
provvidenza, perché una campagna di poche decine di migliaia di Euro ha avuto
un eco mondiale.
A questo proposito vorrei
ringraziare il Presidente del Movimento per la Vita, l’On. Carlo Casini per la
sua presa di posizione nel Parlamento Europeo dove alcuni hanno cercato di
utilizzare questo caso per criticare l’Ungheria.
Eppure, grazie alla nostra lotta
comune e a questa campagna, il numero delle interruzioni volontarie di
gravidanza è diminuito di duemila casi.
Alcuni politici europei hanno
criticato anche la nostra decisione di inserire nella nuova Costituzione il
primo verso dell’inno ungherese che dice: “Dio benedica gli ungheresi”.
Ci hanno criticato per aver fatto
presente che l’Ungheria protegge l’istituto del matrimonio naturale quale
comunione di vita tra un uomo e una donna, fondata sulla loro decisione
volontaria di dar vita ad una famiglia.
Ciò è stato criticato anche
perché abbiamo inserito nella Costituzione che la vita va protetta sin dal
momento del concepimento.
Rispetto ai grandi paesi europei
credo che il ruolo del nostro Paese sia particolarmente importante per quanto
riguarda la conservazione dei valori e la protezione delle famiglie.
Il futuro dell’Europa dipende
certo dalla collaborazione economica e finanziaria dei Paesi membri.
Ma se l’Unione Europea non
riscopre i propri valori fondamentali come le radici cristiane, il rispetto
delle famiglie e l’importanza della procreazione, non sarà possibile il
superamento della crisi.
Settanta anni fa un Vescovo ha
scritto “ormai anche la scienza è pienamente d’accordo con il fatto che le
madri soffrono di più per i figli non nati che non per quelli nati”.
Anche per questo è importante in
nostro richiamo all’Europa, che così possa soffrire di meno per i figli mai
nati.
Spero che gli ideali in cui Chiara
Lubich ha creduto possano dare forza all’Europa e a tutti voi.
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