Festa della Sacra Famiglia in via Irma Bandiera - Il cardinale Carlo
Caffarra ha presieduto la Messa nonostante una lieve indisposizione, http://www.ilrestodelcarlino.it
Bologna, 30 dicembre 2011 - Ecco
l'omelia completa del cardinale Carlo Caffarra in occasione della Festa della
Sacra Famiglia nella parrocchia della Sacra Famiglia di via Irma Bandiera a
Bologna.
"Cari fratelli e sorelle, un
solo grande insegnamento percorre le tre pagine della S. Scrittura che abbiamo
appena ascoltato: la vita dell’uomo è dono di Dio. La Scrittura ci dona questa
certezza attraverso la vicenda di Abramo e Sara, e l’offerta che Maria e
Giuseppe fanno del bambino Gesù al tempio.
«Il Signore visitò Sara, come
aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad
Abramo un figlio nella vecchiaia». E nella seconda lettura si ribadisce la
stessa verità colle seguenti parole: «per fede anche Sara, sebbene fuori
dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne fedele
colui che glielo aveva promesso».
Questa certezza che la vita
trasmessa dai genitori ha la sua origine in Dio, appartiene alla rivelazione
biblica ed è stata costantemente insegnata dalla Chiesa.
«Prima di formarti nel grembo
materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato»
[Ger 1, 5], dice il Signore al suo profeta Geremia. È profondamente commovente
la parola che una madre di sette figli dice a loro per confortarli nella
fedeltà alla Legge di Dio: «Non so come siete apparsi nel mio grembo; non io vi
ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di
voi. Senza dubbio il Creatore del mondo, che ha plasmato all’origine l’uomo e
ha provveduto alla generazione di tutti … » [2 Mac 7, 22-23]. Non siamo dunque
frutto del caso o il risultato fortuito di leggi biologiche. All’origine di
ciascuno di noi, dell’esserci di ciascuno di noi sta un atto d’amore di Dio
creatore; fin dal grembo materno ciascuno di noi è stato il termine
personalissimo dell’amorosa e paterna Provvidenza divina.
Cari fratelli e sorelle, questa
verità che oggi la parola di Dio ci dona, ci fa comprendere e la grande dignità
di ogni persona umana e la sublime dignità dell’amore coniugale. Ogni persona
umana è in un rapporto diretto ed immediato con Dio creatore. Essa non è
proprietà di nessuno, e di essa nessuno può disporre.
È per questo che l’aborto, cioè
l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, chirurgicamente o chimicamente,
di una persona umana già concepita e non ancora nata, è, come lo definisce il
Concilio Vaticano II, un «delitto abominevole» [Cost. past. Gaudium et spes
51]. La vita umana, in qualunque stadio, è sacra ed inviolabile; in essa si
rispecchia la stessa inviolabilità del Creatore.
Ma il fatto che all’origine di
ogni persona umana ci sia un atto creativo di Dio, getta anche una luce
particolare sull’amore coniugale. Esso è il tempio in cui Dio celebra la
liturgia del suo amore creativo. Come dunque esso deve essere splendente di
santità! È per questo che il divino Redentore ha elevato il matrimonio alla
dignità di Sacramento: perché gli sposi fossero santi nel corpo e nello
spirito.
2. La grande verità che oggi la
Parola di Dio ci insegna e la conseguenza etica derivante da essa – ogni vita
umana è un bene che non è a disposizione di nessuno – possono essere accolte
anche dalla ragione retta. Ed infatti esse hanno costituito uno dei pilastri
portanti della nostra civiltà occidentale: il pilastro della dignità
incommensurabile di ogni persona.
Ora la nostra civiltà si è
ammalata e mortalmente. Perché si è verificato questo? Perché essa si è
distaccata dalla piena verità sull’uomo; ha perso la vera misura del valore
incondizionato di ogni persona umana.
Alcuni sintomi di questa grave
malattia: la distinzione fra vita degna e vita indegna di essere vissuta; la
negazione del carattere di persona all’embrione; la progressiva legittimazione
del suicidio e quindi dell’assistenza ad esso; il cambiamento sostanziale della
definizione della professione medica, non più univocamente orientata alla vita.
Cari amici, come credenti e come
persone ragionevoli non possiamo rassegnarci a questa deriva. Non si fa luce in
una stanza piombata nel buio discutendo sulla natura fisica della luce, ma
riaccendendola.
La Chiesa oggi prega per ogni
famiglia perché sia questa luce: luce che mostri la verità e la bellezza del
vero amore".
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