Spagna, con l’aborto «facile» i numeri tornano a impennarsi - Con la vendita libera esplode il ricorso alla pillola del giorno dopo: +83% in un anno. Smentite le previsioni di Zapatero: i casi non diminuiscono,
anzi, di Michela Coricelli, Avvenire, 15
dicembre 2011
Il numero degli aborti nel 2010
ha rialzato la testa e – dopo la netta diminuzione del 2009 – nell’ultimo anno
ha registrato una crescita dell’1,3%. Se due anni fa le interruzioni volontarie
della gravidanza erano calate fino a 111.482, il 2010 – in base ai dati
ufficiali del ministero spagnolo della Sanità – si è concluso con 113.031
interventi: il 60% delle donne erano single ed avevano meno di 29 anni; il 46%
non hanno mai avuto un figlio. I promotori della liberalizzazione – entrata in
vigore nel luglio del 2010 – avevano assicurato che la nuova legge avrebbe
ridotto gli aborti.
Ifatti li hanno smentiti. E i
numeri sembrerebbero la conferma del fallimento della riforma dell’aborto, uno
degli ultimi «strappi» etici del governo di José Luis Rodriguez Zapatero:
interruzione libera nelle prime 14 settimane di gestazione, e poi per cause
specifiche fino alla 22esima e oltre. Ma la responsabile della Sanità, Leire Pajin,
ha dato un’interpretazione opposta ai dati: soddisfatta, ha assicurato che il
trend positivo si mantiene stabile (gli aborti continuano a scendere, dice) e
ha ribadito che la tendenza coincide con l’approvazione della riforma.
Poche ore dopo la diffusione dei dati
ufficiali sulle interruzioni di gravidanza, sul quotidiano El Pais è apparsa
un’altra statistica: la vendita della «pillola del giorno dopo» (ormai senza
ricetta) è aumentata dell’83% nel 2010. Gli esperti vicino al Partito
socialista assicurano che la ragione di quest’impennata va ricercata nella
liberalizzazione della commercializzazione: ormai il farmaco si può acquistare
nelle farmacie, e in pochi si rivolgono ancora ad ospedali o consultori. Le
associazioni pro-life e molti farmacisti, però, sottolineano da tempo i rischi
di una distribuzione senza controllo medico, in puro stile «fai-da-te».
Nel frattempo qualcosa comincia a
cambiare sul fronte regionale. A causa della crisi (e della necessità di
tagliare le spese) la comunità delle Baleari – governata dal Partito popolare –
ha deciso di eliminare dal bilancio 2012 i 540mila euro destinati a finanziare
gli aborti nelle cliniche private: chi vuole interrompere le gravidanza lo farà
solo negli ospedali pubblici. In Spagna il 98% degli aborti si realizza nelle
cliniche: un business per i proprietari di questi centri, ma una spesa
insostenibile per un Paese in gravi difficoltà economiche.
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