Lettere rubate, 18 dicembre 2011, http://www.ilfoglio.it/lettererubate/199
Affrontiamo la cosa:
invecchierete comunque, a prescindere dalle quantità industriali di retinolo A
che vi spalmate la sera, dagli idrossiacidi alfa e beta presenti nella crema
idratante, dal numero di vitamine, dai sieri della gioventù cui fate ricorso,
dalla quantità di verdure crude che mangiate ogni giorno. E inizierete a
domandarvi perché mai i giovani fan e le schiere dei loro idoli sembrano più
stupidi, volgari e odiosi di quanto non foste voi e i vostri beniamini.
Considerate i capelli verdi, i piercing sulle sopracciglia e quei ganci da
macellaio che si infilano nel naso come irrimediabilmente ripugnanti.
Fondamentalmente, non avrete la più pallida idea di come stanno veramente le
cose. I vostri figli adolescenti vi troveranno patetiche e voi non avrete
nessuna fiducia in persone al di sotto dei trent’anni.
Elizabeth Wurtzel, “Sono una
ragazza meravigliosa”
Come è evidente, questo libro è
di dieci anni fa: il retinolo A appartiene al passato, e la maggior parte della
ragazze con i piercing sulle sopracciglia li ha ormai tolti per andare a
conoscere i genitori del fidanzato nella tenuta di campagna. Il tempo passa e
ci scoraggia, e basta un attimo: ieri ci si chiudeva in camera urlando: vecchi!
vecchi! vecchi! ai genitori trentottenni che non ci permettevano di andare in
giro la notte, oggi ci si commuove per Fiorello che racconta l’eroismo dei
genitori alle cinque del mattino in macchina davanti alla discoteca in attesa
che la pischella esca, con i capelli stiratissimi dalla piastra. Anche senza
figli adolescenti che ci trovano patetici (vaporizzati, sciallati, evapora, non
t’accollà), anche con figli ancora piccoli che chiedono se per caso l’insalata
faccia dimagrire (“Perché lo chiedi?”. “Perché tu la stai mangiando”), lo
sguardo spietato dei ragazzini è un potente richiamo alla realtà. Adesso in
Francia ci sono tutte queste signore, più di trentamila, e migliaia in altri
paesi, che vanno in giro con protesi (seno finto) difettose che potrebbero
bucarsi da un momento all’altro e perdere silicone, quindi sono molto
arrabbiate e spaventate e hanno marciato (assai poppute) davanti al ministero
della Sanità, dicendo che vogliono essere tutelate e che non sono affatto
aspiranti soubrette “o peggio”. A parte lo snobismo che in Francia devono
manifestare in ogni circostanza, disprezzando le siliconate anche quando sono
siliconate in via di esplosione, pare che cinquecentomila francesi si siano
rifatte il seno, perché, pur essendo le più magre in Europa occidentale, non
sono mai contente e sono quindi grandi consumatrici di chirurgia plastica
(nonostante tutti gli anatemi di Inès de la Fressange: “E’ meglio fare l’amore
che gonfiarsi le labbra”). Si levigano, si gonfiano, si tirano (mica solo le
francesi), e a una cena fuori a cui si abbia timore di avere l’insalata fra i
denti ci si può agilmente specchiare in quelle fronti spaziose che riflettono
la luce, quindi le persemprelucide hanno in realtà un’utilità sociale, perché
si può lasciare con serenità la borsetta al guardaroba. Però, nonostante gli
occhi continuamente stupefatti e le iniezioni, non sono più tanto giovani, e le
pischelle e i pischelli lo sanno, dicono: buonasera signora, poi si chiudono in
camera a ridere. Il divario generazionale non è una questione di rughe o di
tette più o meno svettanti, e nemmeno di piastra compulsiva ai capelli: le
pischelle si fanno continuamente la piastra e fanno saltare la luce quando in
televisione c’è la Champions o “Come eravamo”, va bene, ma le maipiùpischelle
fanno molto di peggio. Io ho comprato una spazzola elettrica agli ioni negativi
che asciuga i capelli e dovrebbe ringiovanirli; la stavo usando, e ho visto una
levetta con scritto da una parte: destra e dall’altra: sinistra. L’ho azionata
mentre mi spazzolavo e ho rischiato di venire impiccata dalla spazzola, che ha
fatto dei giri velocissimi su se stessa trascinandomi per i capelli verso
l’alto e lasciandomi viva ma con un terzo dei capelli in meno, non ringiovaniti.
Il divario sta nel tentativo di essere qualcos’altro: loro che si spalmano
carrettate di eyeliner per sembrare più vissute, appena uscite da una notte
folle, noi che cerchiamo di nascondere le occhiaie da insonnia nervosa (molte
se le tolgono proprio, con dei buchi sotto gli occhi). La differenza è che loro
non sono mai patetiche.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
da Annalena
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