giovedì 15 dicembre 2011


Piastrine dalle staminali adulte, è il sangue del futuro - L’annuncio di un’équipe giapponese che ha dimostrato l’efficienza delle cellule «pluripotenti indotte» (le Ips) anche nelle applicazioni ematiche potrebbe aprire una fase del tutto nuova«Ma per ora resta essenziale la donazione, di Alessandra Turchetti, Avvenire, 15 dicembre 2011

Cellule staminali e sangue: seda almeno vent’anni sono alte le probabilità di guarigione per diverse patologie del sangue grazie al trapianto delle cellule staminali ematopoietiche del midollo, un’altra direzione si sta facendo strada in questi ultimi tempi. Grazie al trapianto con cellule staminali ematopoietiche provenienti da un donatore compatibile o dallo stesso paziente, infatti,leucemie, linfomi, mielomi e malattie ereditarie come la talassemia possono ricevere un trattamento risolutivo, ma la scienza ha voluto cogliere un’altra sfida: quella della creazione di sangue a partire dalle stesse cellule staminali, grandissimo goal – se un giorno, si arriverà a segnarlo – per la possibilità di ottenere sangue anche dallo stesso paziente e limitare così le problematiche della donazione. a notizia arriva dal Congresso annuale dell’American Hematology Society (Ash) in corso a San Diego, dove ricercatori dell’Università di Kyoto hanno annunciato di aver ottenuto piastrine a partire da cellule staminali pluripotenti indotte (le «Ips»)umane. Create in vitro, si sono dimostrate funzionali nell’animale: partendo da una linea cellulare con un gran numero di megacariociti – i precursori delle piastrine – ottenuta dalla riprogrammazione di staminali umane,in topi con sistema immunitario compromesso è stato visto che avevano la durata e l’azione delle vere piastrine. Entusiasti gli autori, che hanno parlato di un importante sviluppo per la comunità scientifica perché la metodologia ha dimostrato che le piastrine possono essere create in laboratorio da Ips umane. Se si dimostrerà che funzioneranno anche nel corpo umano, sarà possibile fornire piastrine predefinite per la terapia trasfusionale. un passo avanti valido e utilissimo», commenta Paolo«E’ Rebulla, primario del Centro LCdi Medicina trasfusionale, terapia cellulare e criobiologia dell’Ospedale Maggiore-Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano. «Queste ricerche ci aiutano a capire i meccanismi con cui i precursori delle piastrine maturano e si differenziano. La serietà scientifica dell’équipe è fuori discussione. I dati sono molto promettenti, anche quelli relativi alla produzione di globuli rossi,ma i passaggi da fare richiedono tempi tecnici non brevi. Per la caratterizzazione di queste cellule serviranno ulteriori approfondimenti. Quindi la tradizionale donazione del sangue va ancora sostenuta almeno fino a quando la scienza fornirà una comprovata alternativa sull’uomo».Nelle banche del sangue le piastrine sono gli elementi più carenti a causa della loro impossibilità di essere congelate e conservate per periodi prolungati. In questo le Ips fanno di nuovo la loro parte: come fonte possibile, hanno la caratteristica di essere coltivabili in laboratorio a tempo indeterminato e, nel caso delle piastrine, l’unicità della fonte risulta ulteriormente vantaggiosa. Mancava solo un metodo per ottenerne in grande quantità e qualità. a notizia è molto interessante», concorda Giuseppe Leone,direttore dell’Istituto di Ematologia dell’Università Cattolica di Roma. «Non si tratta di piastrine artificiali ma di una tecnica che permette di ottenere questi elementi da precursori cellulari umani. Si sapeva già che si possono ricavare gli elementi del sangue in vitro dalle staminali ematopoietiche, ma qui la tecnica risolve criticità importanti come la breve durata delle piastrine,al massimo 3-4 giorni. Rispetto alla donazione classica, andranno fatte anche considerazioni di natura economica per valutarne il vantaggio: la donazione rimane fondamentale».

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