mercoledì 21 dicembre 2011


Per Obama i gay sono priorità in politica estera di Wendy Wright, 21-12-2011, http://www.labussolaquotidiana.it

Ginevra, 18 dicembre (C-Fam) – Ora tutte le agenzie federali che negli Stati uniti si occupano di diplomazia e di aiuti esteri debbono promuovere i diritti delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei transgender, ovvero la comunità definita internazionalmente con la sigla GLBT (all’inglese LGBT). Questa nuova  priorità mette la politica estera statunitense in rotta di collisione con la libertà religiosa.

La settimana scorsa, a Ginevra, il Segretario di Stato Hillary Clinton ha annunciato questa radicale decisione impartita dal presidente Barack Obama ai diplomatici delle Nazioni Unite. Così, accanto all’impegno totale prospettato dal governo degli Stati Uniti, le attività promosse nei vari Paesi dai gruppi GLBT esteri avranno a disposizione un Global Equality Fund.

Ogni agenzia federale coinvolta in attività fuori dai confini nazionali, e «altre agenzie che il presidente potrebbe designare», è dunque impegnata a «combattere la criminalizzazione dello status o del comportamento GLBT all’estero», ad assistere i rifugiati e i profughi GLBT, a facilitare gli aiuti per la promozione della non-discriminazione della comunità GLBT, a rispondere prontamente  agli abusi nei confronti di persone GLBT fuori degli Stati Uniti, ad arruolare «nella battaglia» organizzazioni internazionali nonché a monitorarne i progressi.

A fronte di ciò, un funzionario del Dipartimento di Stato ha affermato: «Di tutto questo si occupano non solo persone […] impiegate a tempo pieno nei diritti umani, ma anche gente la cui fatica quotidiana viene, il più delle volte, spesa su una varità di questioni».

Ciò eleva dunque la comunità GLBT sopra ogni altra, incluse quella dei perseguitati per motivi religiosi, di chi promuove la democrazia e i diritti umani, le minoranze etniche e le donne.

Alla richiesta, posta dal bollettino Friday Fax, d’indicare se esistono altri gruppi umani che godono di tale status, il Dipartimento di Stato non ha risposto.

Secondo una prima stima, solo nove Paesi del mondo non discriminano in una maniera qualsiasi le persone GLBT, per esempio relativamente alla questione posta dalle trasfusioni di sangue o a proposito della richiesta d’innalzare l’“età del consenso”, cioè la soglia che in un determinato Stato rende legali i rapporti sessuali di tipo omosessuale.

La direttiva introdotta da Obama giunge del resto proprio nel momento in cui la Nigeria discute una proposta di legge mirante a proteggere l’istituto del matrimonio monogamico eterosessuale. Per questo l’Associazione dei medici cattolici della Nigeria denuncia «la ferocia coordinata» che i governi stranieri e certi gruppi internazionali usano per «intimidire» i parlamentari del Paese e spingerli a varare leggi fondate su «dati scientifici dubbi e porcherie etiche».

In relazione degli ordini impartiti da Obama, Oliver Kisaka, a nome del Consiglio Nazionale delle Chiese del Kenya, ha peraltro dichiarato al Christian Science Monitor: «Dio non ha commesso errori; essere gay è una rappresentazione di sé individuale  Coloro che vivono da omosessuali hanno bisogno di essere aiutati a comportarsi correttamente e non è opportuno aiutarli a permanere in una condizione sbagliata. La società deve stabilire un contatto certo con le persone omosessuali e transgender al fine di aiutarle a uscire dalla situazione in cui vivono. Perché quelle persone non hanno affatto smesso di essere figli di Dio, e nessuno di loro è un caso perso».

Ma oggi la Clinton mette sul medesimo piano ciò che la religione e la cultura affermano a proposito della sessualità e dell’identità di genere con «le pratiche violente nei confronti delle donne quali i delitti d’onore, il rogo delle vedove e la mutilazioni genitali».

Su questi argomenti, Tina Ramirez, del Becket Fund for RLiberty, che ha sede a Washington, ha quindi detto a Friday Fax: «Sul conflitto fra i diritti degli omosessuali e la liberà religiosa l’Amministrazione americana sta ficcando la testa sotto la sabbia. L’incapacità o del presidente o del segretario di Stato di spiegare come questa iniziativa internazionale a favore dei diritti della comunità GLBT possa interagire con l’obiezione di coscienza fondata su motivi religiosi è una ricetta perfetta per innescare il conflitto fra le due. Nessuno obietta all’ovvietà detta dal Segretario Clinton circa il fatto che il diritto alla libertà religiosa non protegge alcuna persona dalla violenza religiosamente motivata. Ma il problema vero, di cui né il presidente né il segretario di Stato parlano, è ciò che accade quando l’iniziativa GLBT si scontra con l’obiezione di coscienza più sincera. La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale protetto dalla Costituzione federale degli Stati Uniti, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e da innumerevoli strumenti per la tutela dei diritti umani. Però l’Amministrazione di Washington sembra trattarla solo come una giustificazione tardiva».



Traduzione di Marco Respinti dell’articolo Obama Elevates LGBT as U.S. Foreign Policy Priority, comparso su Friday Fax, la newsletter settimanale di C-Fam: Catholic Family & Human Rights Institute, fondato e diretto a Washington da Austin Ruse.

Dec 15, 2011
Obama Elevates LGBT as U.S. Foreign Policy Priority
By Wendy Wright
GENEVA, December 16 (C-FAM) All federal agencies dealing with U.S. diplomacy and foreign assistance must now promote lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBT) rights. This new priority puts U.S. foreign policy on a collision course with religious freedom.
U.S. Secretary of State Hillary Clinton announced President Obama’s sweeping directive to UN diplomats in Geneva last week. Along with the full-force of the U.S. government, a Global Equality Fund will equip foreign LGBT groups to agitate within countries.

 Every federal agency engaged overseas, and “other agencies as the President may designate,” is directed to “combat the criminalization of LGBT status or conduct abroad,” assist LGBT refugees and asylum seekers, leverage aid to advance LGBT nondiscrimination, respond swiftly to abuses of LGBT persons abroad, enlist international organizations “in the fight,” and report on progress.

A State Department official said, “We are not just having people . . . whose full-time job it is to occupy ourselves with concerns of human rights, but also people whose daily grind is, most of the time, spent on different things.”

This elevates LGBT above every other people group, including those persecuted for religious beliefs, promoting democracy and human rights, ethnic minorities, and women.

Asked by the Friday Fax if any other minority has this status, the State Department did not respond.

By one account, only nine countries do not discriminate in some way against LGBT individuals, such as donating blood or “higher age of consent laws.”

Obama’s directive comes as Nigeria debates a bill to protect marriage. The Catholic Medical Association of Nigeria denounced  “the coordinated ferocity” by foreign governments and international groups “browbeating” legislators to adopt laws that are premised on “dubious science and ethical mischief.”

Reacting to Obama’s order, Oliver Kisaka with the National Council of Churches of Kenya told the CS Monitor, “God did not make a mistake; being gay is that person’s own perspective. Those who live as gays need help to live right and we should not be supporting them to live in a wrong reality.

“Society should reach out to gays and transgender people to help them out of their situation. They have not ceased to be God’s children and no one is a gone case.”

Clinton equated religious and cultural views on sexuality and gender identity with “violent practices toward women like honor killings, widow burning or female genital mutilation.”

Tina Ramirez of the Washington DC–based Becket Fund for Religious Liberty told the Friday Fax, "The Administration is sticking its head in the sand when it comes to the conflict between gay rights and religious freedom. The failure of either the President or the Secretary of State to articulate how the international LGBT rights initiative will interact with religious conscientious objection is a recipe for conflict between the two. No one disagrees with Secretary Clinton's truism that religious freedom doesn't protect religiously-motivated violence against anyone. But the real issue, that neither the President nor Secretary Clinton talked about, is what happens when the LGBT initiative conflicts with sincere conscientious objection. Religious liberty is a fundamental human right protected in the United States Constitution, the Universal Declaration of Human Rights, and countless other human rights instruments; the Administration seems to be treating it as an afterthought."

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