Per Obama i gay sono priorità in politica estera di Wendy Wright, 21-12-2011,
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Ginevra, 18 dicembre (C-Fam) –
Ora tutte le agenzie federali che negli Stati uniti si occupano di diplomazia e
di aiuti esteri debbono promuovere i diritti delle lesbiche, dei gay, dei
bisessuali e dei transgender, ovvero la comunità definita internazionalmente
con la sigla GLBT (all’inglese LGBT). Questa nuova priorità mette la politica estera
statunitense in rotta di collisione con la libertà religiosa.
La settimana scorsa, a Ginevra,
il Segretario di Stato Hillary Clinton ha annunciato questa radicale decisione
impartita dal presidente Barack Obama ai diplomatici delle Nazioni Unite. Così,
accanto all’impegno totale prospettato dal governo degli Stati Uniti, le
attività promosse nei vari Paesi dai gruppi GLBT esteri avranno a disposizione
un Global Equality Fund.
Ogni agenzia federale coinvolta
in attività fuori dai confini nazionali, e «altre agenzie che il presidente
potrebbe designare», è dunque impegnata a «combattere la criminalizzazione
dello status o del comportamento GLBT all’estero», ad assistere i rifugiati e i
profughi GLBT, a facilitare gli aiuti per la promozione della
non-discriminazione della comunità GLBT, a rispondere prontamente agli abusi nei confronti di persone GLBT
fuori degli Stati Uniti, ad arruolare «nella battaglia» organizzazioni
internazionali nonché a monitorarne i progressi.
A fronte di ciò, un funzionario
del Dipartimento di Stato ha affermato: «Di tutto questo si occupano non solo
persone […] impiegate a tempo pieno nei diritti umani, ma anche gente la cui
fatica quotidiana viene, il più delle volte, spesa su una varità di questioni».
Ciò eleva dunque la comunità GLBT
sopra ogni altra, incluse quella dei perseguitati per motivi religiosi, di chi
promuove la democrazia e i diritti umani, le minoranze etniche e le donne.
Alla richiesta, posta dal
bollettino Friday Fax, d’indicare se esistono altri gruppi umani che godono di
tale status, il Dipartimento di Stato non ha risposto.
Secondo una prima stima, solo
nove Paesi del mondo non discriminano in una maniera qualsiasi le persone GLBT,
per esempio relativamente alla questione posta dalle trasfusioni di sangue o a
proposito della richiesta d’innalzare l’“età del consenso”, cioè la soglia che
in un determinato Stato rende legali i rapporti sessuali di tipo omosessuale.
La direttiva introdotta da Obama
giunge del resto proprio nel momento in cui la Nigeria discute una proposta di
legge mirante a proteggere l’istituto del matrimonio monogamico eterosessuale.
Per questo l’Associazione dei medici cattolici della Nigeria denuncia «la
ferocia coordinata» che i governi stranieri e certi gruppi internazionali usano
per «intimidire» i parlamentari del Paese e spingerli a varare leggi fondate su
«dati scientifici dubbi e porcherie etiche».
In relazione degli ordini
impartiti da Obama, Oliver Kisaka, a nome del Consiglio Nazionale delle Chiese
del Kenya, ha peraltro dichiarato al Christian Science Monitor: «Dio non ha
commesso errori; essere gay è una rappresentazione di sé individuale Coloro che vivono da omosessuali hanno
bisogno di essere aiutati a comportarsi correttamente e non è opportuno
aiutarli a permanere in una condizione sbagliata. La società deve stabilire un
contatto certo con le persone omosessuali e transgender al fine di aiutarle a
uscire dalla situazione in cui vivono. Perché quelle persone non hanno affatto
smesso di essere figli di Dio, e nessuno di loro è un caso perso».
Ma oggi la Clinton mette sul
medesimo piano ciò che la religione e la cultura affermano a proposito della
sessualità e dell’identità di genere con «le pratiche violente nei confronti
delle donne quali i delitti d’onore, il rogo delle vedove e la mutilazioni
genitali».
Su questi argomenti, Tina
Ramirez, del Becket Fund for RLiberty, che ha sede a Washington, ha quindi
detto a Friday Fax: «Sul conflitto fra i diritti degli omosessuali e la liberà
religiosa l’Amministrazione americana sta ficcando la testa sotto la sabbia.
L’incapacità o del presidente o del segretario di Stato di spiegare come questa
iniziativa internazionale a favore dei diritti della comunità GLBT possa
interagire con l’obiezione di coscienza fondata su motivi religiosi è una
ricetta perfetta per innescare il conflitto fra le due. Nessuno obietta
all’ovvietà detta dal Segretario Clinton circa il fatto che il diritto alla
libertà religiosa non protegge alcuna persona dalla violenza religiosamente
motivata. Ma il problema vero, di cui né il presidente né il segretario di
Stato parlano, è ciò che accade quando l’iniziativa GLBT si scontra con
l’obiezione di coscienza più sincera. La libertà religiosa è un diritto umano
fondamentale protetto dalla Costituzione federale degli Stati Uniti, dalla
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e da innumerevoli strumenti per
la tutela dei diritti umani. Però l’Amministrazione di Washington sembra
trattarla solo come una giustificazione tardiva».
Traduzione di Marco Respinti
dell’articolo Obama Elevates LGBT as U.S. Foreign Policy Priority, comparso su
Friday Fax, la newsletter settimanale di C-Fam: Catholic Family & Human
Rights Institute, fondato e diretto a Washington da Austin Ruse.
Dec 15, 2011
Obama Elevates LGBT as
U.S. Foreign Policy Priority
By Wendy Wright
GENEVA, December 16 (C-FAM) All federal
agencies dealing with U.S. diplomacy and foreign assistance must now promote
lesbian, gay, bisexual and transgender (LGBT) rights. This new priority puts
U.S. foreign policy on a collision course with religious freedom.
U.S. Secretary of State Hillary Clinton
announced President Obama’s sweeping directive to UN diplomats in Geneva last
week. Along with the full-force of the U.S. government, a Global Equality Fund
will equip foreign LGBT groups to agitate within countries.
Every
federal agency engaged overseas, and “other agencies as the President may
designate,” is directed to “combat the criminalization of LGBT status or
conduct abroad,” assist LGBT refugees and asylum seekers, leverage aid to
advance LGBT nondiscrimination, respond swiftly to abuses of LGBT persons
abroad, enlist international organizations “in the fight,” and report on
progress.
A State Department official said, “We are not
just having people . . . whose full-time job it is to occupy ourselves with
concerns of human rights, but also people whose daily grind is, most of the
time, spent on different things.”
This elevates LGBT above every other people
group, including those persecuted for religious beliefs, promoting democracy
and human rights, ethnic minorities, and women.
Asked by the Friday Fax if any other minority
has this status, the State Department did not respond.
By one account, only nine countries do not
discriminate in some way against LGBT individuals, such as donating blood or
“higher age of consent laws.”
Obama’s directive comes as Nigeria debates a
bill to protect marriage. The Catholic Medical Association of Nigeria
denounced “the coordinated ferocity” by
foreign governments and international groups “browbeating” legislators to adopt
laws that are premised on “dubious science and ethical mischief.”
Reacting to Obama’s order, Oliver Kisaka with
the National Council of Churches of Kenya told the CS Monitor, “God did not
make a mistake; being gay is that person’s own perspective. Those who live as
gays need help to live right and we should not be supporting them to live in a
wrong reality.
“Society should reach out to gays and
transgender people to help them out of their situation. They have not ceased to
be God’s children and no one is a gone case.”
Clinton equated religious and cultural views on
sexuality and gender identity with “violent practices toward women like honor
killings, widow burning or female genital mutilation.”
Tina Ramirez of the Washington DC–based Becket
Fund for Religious Liberty told the Friday Fax, "The Administration is
sticking its head in the sand when it comes to the conflict between gay rights
and religious freedom. The failure of either the President or the Secretary of
State to articulate how the international LGBT rights initiative will interact
with religious conscientious objection is a recipe for conflict between the
two. No one disagrees with Secretary Clinton's truism that religious freedom
doesn't protect religiously-motivated violence against anyone. But the real
issue, that neither the President nor Secretary Clinton talked about, is what
happens when the LGBT initiative conflicts with sincere conscientious
objection. Religious liberty is a fundamental human right protected in the
United States Constitution, the Universal Declaration of Human Rights, and
countless other human rights instruments; the Administration seems to be
treating it as an afterthought."
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