L'EUROPA DEVE RIVEDERE LA SUA POLITICA SULLE CELLULE STAMINALI - Appello
della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea
ZI11121112 - 11/12/2011
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ROMA, domenica, 11 dicembre, 2011
(ZENIT.org) - La ricerca sulle cellule staminali embrionali non è più
brevettabile, è eticamente controversa ed è un campo di ricerca non condiviso
tra gli Stati membri e i cittadini dell’Unione europea (UE ). È inoltre sempre
meno promettente dal punto di vista clinico. Perciò, i vescovi del continente
chiedono che vengano riviste le politiche comunitarie in materia.
La Commissione degli Episcopati
della Comunità Europea (COMECE) chiede all’UE di escludere la ricerca sulle
cellule staminali embrionali dal prossimo programma quadro di finanziamento nel
campo della ricerca, Horizon 2020, e di concentrarsi sul campo più innovativo e
promettente della ricerca con cellule staminali alternative.
Horizon 2020 è il nuovo programma
quadro dell’UE nel campo della ricerca, dell’innovazione e della scienza per il
periodo 2014-2020, dotato di un budget di 80 miliardi (vale a dire
80.000.000.000) di euro.
“Bisogna salutare questo
programma - afferma un comunicato stampa della COMECE diffuso il 7 dicembre -
che costituisce uno strumento maggiore per sostenere la crescita e
l’innovazione nell’Unione europea. In particolare in materia di ricerca medica,
potrebbe condurre all’emergere di trattamenti innovativi per i pazienti”.
La Commissione europea ha
presentato di recente un pacchetto di proposte per Horizon 2020. ”Queste
proposte - secondo la COMECE – migliorano l’attuale quadro etico, facendo
riferimento a principi etici già applicabili”.
Tuttavia, continua il comunicato,
“due dei principi più importanti non sono menzionati: la tutela della dignità
umana (art. 1 della Carta dei Diritti fondamentali) e il primato dell’interesse
e del bene dell’essere umano sul solo interesse della società o della scienza
(art. 2 della Convenzione di Oviedo)”.
A preoccupare particolarmente la
COMECE è una omissione grave: le nuove proposte integrano sì alcuni degli
impegni già presi dalla Commissione nella sua dichiarazione del 2006, ma,
sorprendentemente, escludono infatti l’impegno (§ 12) in base al quale la Commissione
europea “non sottoporrà al Comitato di Regolamentazione proposte di progetti
comprendenti attività di ricerca che implicano la distruzione di embrioni
umani, anche quelli per l’approvvigionamento di cellule staminali”.
Secondo i vescovi europei, questo
significa che “le attuali proposte formano un quadro etico che è in realtà è
meno restrittivo di quello applicato nell’attuale programma quadro di ricerca
(2007-2013)”.
Una ricerca non orientata al
mercato
A livello giuridico, le proposte
non contemplano la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso
Greenpeace vs Brüstle, nella quale i giudici hanno fornito una netta
definizione dell’embrione umano e hanno stabilito inoltre che le scoperte
biotecnologiche basate sulle cellule staminali embrionali umane non sono
brevettabili.
“Di conseguenza - prosegue il
comunicato - se il corpo legislativo UE vuole mantenere la sua logica e la sua
coerenza interna, ogni progetto di ricerca implicando l’utilizzo di cellule
staminali embrionali (…) dovrebbe essere escluso da una possibilità di
finanziamento”.
Inoltre, così osservano i
vescovi, sul piano economico appare poco efficace finanziare una ricerca i cui
possibili risultati non possono essere trasformati in vera innovazione sul
mercato, il quale è proprio uno dei principali obiettivi di Horizon 2020,
ovvero di aiutare “le imprese innovative a trasformare le loro scoperte
tecnologiche in prodotti validi con un reale potenziale commerciale”.
Una ricerca meno promettente sul
piano clinico
Nel suo comunicato stampa, la
COMECE ricorda che proprio una delle aziende leader del settore, la Geron
Corporation, ha annunciato di recente che non continuerà i suoi programmi di
ricerca con le cellule embrionali.
Mentre quest’ultime non hanno
portato i risultati sperati, la ricerca con le fonti alternative – dalle
staminali adulte a quelle cordonali e pluripotenti indotte – offre invece oggi
concrete prospettive terapeutiche, confermate del resto dai test clinici.
Si tratta inoltre di metodi
ampiamente approvati sul piano etico e scientifico, e non controversi tra gli
Stati membri. “Dovrebbero dunque beneficiare di un finanziamento prioritario
nel nuovo programma quadro Horizon 2020”, così sottolineano i vescovi.
Meno sostegno tra i cittadini
europei
L’inchiesta Eurobarometro sulle
scienze della vita e la biotecnologia, condotta nell’ottobre 2010, rivela che
il 56% dei cittadini europei ritiene che l’embrione sia un essere umano sin dal
concepimento dalla fecondazione e che il 69% degli intervistati approva la ricerca
con le cellule staminali adulte, mentre solo una percentuale molto inferiore
approva quella con le staminali embrionali.
La COMECE ritiene che ci sia “un
margine di miglioramento” delle proposte durante l’iter di approvazione del
programma in questione. Pertanto, l’organismo aspetta che i recenti sviluppi
giuridici e scientifici, nonché i fondamentali principi etici e le opzioni
politiche di fondo sopra menzionati, “vengano presi in considerazione e
chiaramente trascritti negli strumenti di Horizon 2020 quando questo programma
verrà definitivamente adottato”.
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