LA RICHIESTA - Diagnosi, «basta con i protocolli diversi» di Alessandra
Turchetti, 2 aprile 2012, http://www.avvenire.it/
In occasione della Giornata
mondiale dell’Autismo che si celebra domani, l’Istituto di Ortofonologia (IdO)
di Roma promuove un’iniziativa per sensibilizzare e informare sulla malattia
insieme alla volontà di revisione delle linee guida sull’autismo, espressa da
un gruppo trasversale di parlamentari e sostenuta da diverse società
scientifiche, scuole e centri di riabilitazione.
Quale mondo ruota intorno a
questo particolare disturbo rispetto alle possibile cure? «La questione parte
da molto lontano – spiega Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’IdO
e psicoterapeuta dell’età evolutiva –. L’autismo è patologia ancora ignota. Nel
tempo ne è stata accertata la causa genetica ma colpisce il brusco aumento di
casi degli ultimi anni: oggi nasce 1 bambino autistico più o meno ogni 200. E,
altro dato importante, lo spettro autistico è molto ampio, con tratti
variabili, e dunque è necessaria una diagnosi univoca, fatta utilizzando gli
stessi protocolli».
L’intenzione, dunque, di porre un
freno alla confusione e ai protocolli diversificati, spesso spacciati come
miracolistici, ha portato alla petizione per rivedere le linee guida
dell’Istituto superiore di sanità che si schierano soprattutto a favore del
metodo "Aba", la terapia che con programmi intensivi agisce sul
comportamento del paziente. «Il mondo scientifico è diviso in due per ciò che
riguarda l’approccio terapeutico – chiarisce il direttore dell’IdO – perché due
sono i principali metodi: quello comportamentalista e quello evolutivo integrato.
Il primo si basa su tecniche di addestramento applicate per 30-40 ore alla
settimana e finalizzate a modificare il comportamento. Il secondo, invece,
tiene presente le tappe evolutive del bambino considerandone l’affettività e le
varie fasi di maturazione».
Dunque, due metodi molto diversi
che riflettono l’estrema variabilità del disturbo in cui spesso il danno
cerebrale è confuso con quello autistico: solo 3 bambini su 10 hanno un
problema di ritardo mentale, inoltre la terapia stessa può portare alla luce
capacità intellettive mascherate o dare benefici diversi a seconda del livello
di gravità da cui si parte. «L’approccio evolutivo integrato – prosegue Bianchi
di Castelbianco – ha come obiettivo la relazione che è l’elemento più critico
nell’autismo. Gli studi ci convincono che sia la strada corretta da perseguire.
L’intervento terapeutico previsto è di 6 ore a settimana, inoltre il percorso è
sempre personalizzato. Ma, soprattutto, la modifica di un comportamento non è
la guarigione: l’addestramento agisce per "normare" il bambino ma,
così, se ne perdono le singole potenzialità».
Domani, IdO e associazione
"Divento Grande Onlus" presenteranno alle 10 al cinema Barberini di
Roma, il film Temple Grandin. Una donna straordinaria, per ricordare la
personale vicenda della scienziata autistica. «Organizziamo questo evento anche
per ribadire il diritto delle famiglie di scegliere la terapia più idonea»,
conclude Bianchi.
Nessun commento:
Posta un commento