mercoledì 9 maggio 2012


Non rianimare. L'eutanasia “on demand” del medico, 8 maggio 2012 - Inghilterra, crescono i contenziosi sul codice “do not resuscitate”, http://www.ilfoglio.it

In Inghilterra si discute di abusi relativi all’applicazione del codice medico chiamato “Dnr” (“do not resuscitate”: significa che una persona, nel caso in cui avesse bisogno di rianimazione cardiaca e respiratoria, chiede di non effettuarla o lo chiede per lei un medico, dopo essersi consultato con i famigliari più prossimi del paziente). Una donna, racconta il Guardian, ha scoperto per caso che i medici di base di Lambeth che hanno in cura suo padre settantasettenne avevano inserito di propria iniziativa il codice Dnr nelle note cliniche dell’uomo, convinti che egli non fosse più in grado di prendere decisioni, senza nemmeno consultarsi con lei, residente a Las Vegas. Con i funzionari che indagano su quello che la donna ha denunciato come abuso inammissibile, i medici ammettono che poteva essere fatto di più per mettersi in contatto con lei, e si dicono dispiaciuti per il modo brutale con cui è venuta a conoscenza del fatto, la scorsa estate, durante una visita al padre.

L’indicazione Dnr è stata ora rimossa dalle note cliniche dell’uomo, ma la figlia teme che possa essere reintrodotta nonostante, racconta lei stessa al Guardian, suo padre dichiari tuttora di voler “essere rianimato perché dice che la vita è preziosa”. Quello di Lambeth non è l’unico caso contestato in Gran Bretagna in tema di Dnr, tanto da far pensare che si stia affermando la tendenza a dare per morti anzitempo pazienti anziani e con deficit cognitivi, alla faccia delle “buone pratiche” caldeggiate dalle linee guida del National Health Service. Alla base di tutto, l’idea eutanasica che una decisione di vita o di morte possa diventare una sigla consegnata a un fascicolo sanitario.

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