lunedì 17 ottobre 2011


Avvenire.it, 17 ottobre 2011, - I PROTAGONISTI - Carlo Casini: «In questo rinnovato fermento irrompa il tema della vita» di Carlo Casini

È auspicabile che nell’attuale fermento di associazioni e movimenti cattolici irrompa il tema della vita umana e, più in generale, quello dei valori non negoziabili. Per senso di responsabilità i movimenti cercano di stabilire tra loro una "unità" che, per essere capace di contribuire a un superamento della crisi economica, sociale e politica attuale, non può limitarsi a un teorico riconoscimento di una comune fede cristiana o anche di comuni valori civili, ma deve essere una "unità" strategica che individua proposte, tempi e modi comuni per intervenire nella dimensione pubblica.

Ho l’impressione che finora il cosiddetto mondo cattolico, soprattutto nell’ambito politico, abbia avuto una sorta di "paura della vita", tema da tener chiuso nelle coscienze e da non gettare sul tavolo dei programmi politici, delle alleanze, dell’azione governativa. Quasi nel timore che l’assunzione della fondamentale e intangibile dignità della vita umana potesse essere di ostacolo a più vaste alleanze. Per converso, essa è stata a volte evocata in funzione strumentale. La difesa della vita è stata un buon materiale per costruire una trincea e mantenere così un fronte di conservazione. Altre volte, invece, quanti erano stati in precedenza silenziosi e inattivi, nei momenti elettorali sono stati lesti a evocare la vita umana per tentare di conquistare qualche voto cattolico in più. In realtà ci sono stati momenti in cui i cattolici sono stati operosamente presenti: dalla definizione della legge 40 sulla procreazione artificiale (e susseguenti tentativi di manipolazione per via referendaria e giudiziaria) al blocco delle spinte tese a creare modelli di famiglie di "serie B" sino al dibattito ancora aperto sulla legge di fine vita. Ma, forse, la mentalità prevalente è stata quella della difesa di fronte agli attacchi, quasi collocandosi sulle mura di una cittadella assediata.

Ora è giunto il momento di far germogliare una forza propulsiva e di rinnovamento proprio a partire dalla solida base dei grandi «valori non negoziabili». Non basta difendere; c’è urgenza di rinnovare l’intera società civile liberando positive potenzialità nascoste spesso sotto l’ipocrisia. L’uccisione in massa di figli all’alba della loro esistenza non può essere più concepita come un servizio sociale o come attuazione di un ideale di scienza o di terapia. Occorre restituire verità alle parole che si gridano a destra e a sinistra e che, alla fine, sono espressione della modernità: diritti umani, dignità, eguaglianza. A sinistra si pretende di ancorare l’identità politica alla solidarietà, a destra alla libertà. Occorre un’autentica conversione, su tutti i lati, verso la verità.

Il momento è favorevole perché molti guardano al "fermento cattolico" come a una risorsa essenziale per uscire dalla triplice crisi in cui ci troviamo. È una novità non piccola. E sarebbe colpa grave per i cattolici non proporre il valore della vita umana - la dignità insopprimibile di ogni persona dal primo inizio della sua esistenza e in ogni fase sino all’estrema - come principio di un generale rinnovamento civile, morale e politico nell’ambito di un vasto orizzonte dove l’uomo e la donna sono posti al centro. Non si tratta di chiedere l’impossibile, ma è necessario offrire alla società italiana progetti concreti, taluni già scritti (si pensi al riconoscimento della capacità giuridica fin dal concepimento e alla riforma dei consultori familiari). Ora è possibile ottenere più ascolto. D’altronde, per uscire dalla insignificanza occorre essere miti e tenaci, e per questo l’unità ha bisogno di un cemento forte.

I valori non negoziabili sono cemento unitivo. Sugli strumenti per realizzare il bene comune possono esserci diversità di opinioni, ma non sui fondamenti stessi della Dottrina sociale della Chiesa che coincidono con i valori universali - che ogni persona credente o non credente è in grado di riconoscere e condividere - e con il fondamento stesso della società civile.

Risuona insistentemente nella mia mente l’invito di Karol Woitila: «Non vi spaventi la difficoltà del compito! Spesso i grandi cambiamenti della storia sono stati determinati anche dall’impegno di solitari» (Giovanni Paolo II, 19 dicembre 1987 nel convegno Il diritto alla vita e l’Europa). I movimenti cattolici non sono opera di pochi né di solitari. A essi è affidato il compito di un grande rinnovamento civile e politico.

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