Avvenire.it, 5 ottobre 2011, Il Rapporto-proposta del progetto
culturale Cei - Quattro mosse per affrontare le insidie del declino demografico
Duecento pagine di dati e
riflessioni per creare una «consapevolezza capace di indurre l’azione». È lo
spirito che anima il Rapporto-proposta sul Cambiamento demografico, curato dal
Comitato del Progetto Culturale della Cei e che viene presentato oggi a Roma.
Un contributo per favorire un nuovo clima culturale per legittimare interventi
che valgano, da un lato, a eliminare (o anche solo ad attenuare) gli effetti
negativi delle tendenze in atto; dall’altro, a dare supporto tanto alle libere
scelte e ai comportamenti individuali utili a garantire la tenuta degli
equilibri sociali del Paese, quanto a quelle istituzioni, come la famiglia, che
si prodigano da sempre per mantenere in vita la trasmissione di risorse –
materiali, relazionali e valoriali – tra le generazioni.
Il rapporto documenta come dietro
alle "novità" dell’oggi e alle prospettive del domani siano
identificabili importanti cambiamenti negli eventi che determinano il ciclo di
vita individuale e familiare. Sia direttamente, attraverso i meccanismi del
movimento naturale (natalità e mortalità) e della mobilità territoriale
(immigrazioni ed emigrazioni), sia indirettamente, mediante l’azione di
fenomeni intermedi quali i nuovi modelli di formazione e dissoluzione
familiare, la diffusione delle convivenze extramatrimoniali, le novità in tema
di comportamenti contraccettivi e di abortività, l’affermazione di importanti
iniziative sul piano degli stili di vita e dell’educazione sanitaria in chiave
preventiva.
Accanto alla diagnosi sulle
modalità e la problematicità con cui si manifesta il cambiamento demografico,
vengono offerte indicazioni di carattere operativo per governare le
trasformazioni in atto. E questo avviene sia attraverso le analisi del sistema
economico e delle relazioni che legano i comportamenti demografici alle
variabili che influiscono sui bisogni e sulle risorse per soddisfarli, sia
affrontando il tema delle politiche sociali, con un approccio che riconosce la
centralità della famiglia e il suo ruolo strategico. Dato lo stretto intreccio
fra vincoli economici e libertà di scelta delle famiglie, che in Italia
colpisce in particolare le coppie giovani con figli e con un reddito medio, e
tenuto conto che l’immigrazione non è che una soluzione temporanea alle carenze
sul fronte delle nascite (oggi) e del potenziale produttivo (domani), diventa
essenziale l’identificazione delle vie con cui evitare il rischio di un modello
di sviluppo non più sostenibile.
In proposito, va preso
immediatamente e pienamente atto che, almeno in Italia, la chiave di volta dei
processi demografici sta tuttora largamente nella famiglia ed è nella famiglia
che (piaccia o meno) si decide il futuro demografico del Paese. Diventa
pertanto urgente fare in modo che il problema demografico non venga ridotto a
una mera questione di risorse economiche, di scelte efficienti sotto certi
vincoli, e così via, ma sia impostato sulla riconsiderazione del ruolo della
famiglia quale mediatore fondamentale di decisioni individuali che incidono sul
bene di tutta la comunità.
Per questo occorre dare forza a
un Piano Nazionale per la famiglia, che abbia un carattere non dirigistico, ma
sussidiario. Per questo, l’iniziativa di cui il Rapporto-proposta si fa
promotore è l’adozione di un family mainstreaming che consiste in una strategia
di sostegno alla famiglia in quanto tale, basata su quattro pilastri
fondamentali: si va dall’equità nell’imposizione tributaria e nelle politiche
tariffarie, alla conciliazione famiglia-lavoro, ai contratti relazionali sino
alle politiche abitative a misura di famiglia. La speranza insita nel
Rapporto-proposta è di poter contribuire a diffondere una nuova mentalità che
renda più generativa ed equa la società italiana. Una società che alla
legittima preoccupazione per l’ecologia centrata sul rispetto dell’ambiente
naturale associ anche una doverosa attenzione all’ecologia umana. Rispettando
quelle forme sociali di vita che rendono dignitosa la nascita dei figli e la
possibilità di allevarli e educarli entro un contesto che, come l’esperienza ci
insegna, non ha altri validi sostituti o equivalenti funzionali: la famiglia,
per l’appunto.
© riproduzione riservata
Nessun commento:
Posta un commento