IL FENOMENO UN AFFARE PER GLI AVVOCATI CHE ORGANIZZANO LE PRATICHE - Divorzi
rapidi e a basso costo - In Romania per dirsi addio - «Scorciatoia» per le
coppie italiane: 1.500 euro e 6 mesi, di Michele Focarete, 17 ottobre 2011
ARAD (Romania) - Da Bologna ad
Arad per dirsi addio. Per sempre. In modo rapido e a poco prezzo. Come tante
altre coppie che, negli ultimi tempi, vogliono divorziare e volano in Romania.
Si evitano lungaggini e costose pratiche. Gianni e Lucia, entrambi 47 anni,
sono di San Lazzaro di Savena, a meno di otto chilometri dal capoluogo
emiliano. Il fatidico «si», con l'aggiunta di «finché morte non ci separi», se
lo erano detti 22 anni fa, davanti all'altare, guardandosi negli occhi e
dandosi il bacio dopo che il reverendo aveva dato l'ok, annuendo con la testa:
«Gli sposi possono ora baciarsi». Quindi, tutti via a festeggiare, in pompa
magna nel grande giardino del ristorante fuori porta. Quello famoso per i banchetti.
Foto ricordo a ripetizione e viaggio di nozze in Spagna, percorrendola in lungo
e in largo: 4.200 chilometri con la vecchia Alfa «che non mi lascia mai per
strada». Poi, qualcosa è andato storto. Forse la mancanza di un figlio o
semplicemente l'amore che, giorno dopo giorno, è sbiadito fino ad appassire.
Così è bastato prendere un aereo,
direzione Timisoara. Nessuna vacanza, giusto il tempo di mettere insieme la
pratica con l'avvocato e di nuovo in aereo verso Bologna. Contenti e
potenzialmente divorziati. Massimo tre giorni per avere la residenza che serve
per avviare la causa al tribunale civile romeno, judicatoria , che, nel giro di
sei mesi, farà avere il certificato di divorzio. Il tutto per la modica somma
che oscilla tra i 1.500 ai 1.700 euro. In Italia, invece, per archiviare le
nozze ci vogliono almeno tre anni, se il marito e la moglie sono d'accordo.
Altrimenti i tempi si allungano. E le spese, già ragguardevoli, aumentano e
possono superare i 6 mila euro.
Allora perché non sfruttare le
nuove norme europee che consentono di divorziare legalmente in tutti i paesi
dell'Unione? E in Romania lo slogan è: «Venite da noi, più rapidi e più
economici. Divorzi low cost e last minute».
«È stato facile - spiega Gianni -
è bastato mettere una firma, consegnare all'avvocato 1.500 euro e stringergli
la mano. Un divorzio classico, da noi, sarebbe stato troppo lungo, soprattutto
se si vuole riprogrammare la propria vita». Qualche tempo fa il primato degli
italiani che avevano deciso di dire basta al menage coniugale, era una
esclusiva della capitale, Bucarest. Adesso anche città meno importanti sono
visitate da italiani «turisti del divorzio». Come Arad, ma anche Lipova,
Gurahounct, Ineu, tutti centri che ruotano intorno al distretto di Arad, nella
regione della Transilvania.
«Per potere accedere al nostro
Tribunale civile - spiega l'avvocato Claudia Rozina Chereches, del Baroul
(Foro) di Arad - bisogna far stipulare alla coppia un contratto di affitto di
almeno tre mesi. O, meglio ancora, un contratto a tempo indeterminato, con la
clausola che lo si possa sciogliere quando si vuole, con un preavviso di 30
giorni. Il documento verrà quindi registrato e da quel momento si è già
residenti, cioè si è in possesso del domicilio temporale. Dopo un mese inizia
la pratica alla judicatoria. Quindi nel giro di sessanta giorni ci sarà la
prima udienza, nella quale potrebbe già essere pronunciata la sentenza di
divorzio. C'è poi ancora un'attesa di circa trenta giorni, per avere la sentenza
scritta. Ma tutto questo lo faccio io. I clienti devono solo firmarmi una
delega a procedere, con una procura speciale. La spesa? Circa seicento euro per
l'affitto, cento euro per la procura e dagli 800 ai 1.000 per il mio onorario.
Tutto compreso, anche il titlu esecutorio internazionale che attesta che la
sentenza sarà, secondo la normativa comunitarie, valida anche in Italia».
Annuisce anche il collega
Valentin Ciprian Badescu che rafforza il concetto con alcuni dati: «Negli
ultimi due anni, su 150 divorzi di stranieri, 80 erano italiani. E mi riferisco
ai distretti che conosco. Se poi lo si fa in un piccolo paese come Lipova, ci
si mette ancora meno tempo, come un'offerta speciale».Dall'Italia, con un
pizzico di rammarico «per una giustizia italiana sconfitta», parla Gian Ettore
Giussani, presidente dell'associazione avvocati matrimonialisti. «Il 30 per
cento degli italiani che divorziano all'estero vanno in Romania, ed è un numero
in continuo aumento».
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