OSCE: «Proteggiamo i luoghi di culto cristiani» di Marco Respinti, 07-12-2011,
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«Ci vuole subito una convenzione
internazionale per proteggere i luoghi di culto». È questo l’accorato appello
lanciato dal sociologo Massimo Introvigne - rappresentante dell’OSCE per la
lotta al razzismo, alla xenofobia e alla discriminazione contro i cristiani e i
seguaci di altre religioni nonché collaboratore di spicco de La Bussola
Quotidiana - durante un incontro con le
organizzazioni della società civile - che ha coinvolto esponenti di Paesi che
non fanno parte dell'OSCE, fra cui per la prima volta la Libia - svoltosi al
vertice dei 56 ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Organizzazione per
la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che si conclude oggi a Vilnius,
capitale della Lituania.
La richiesta giunge a pochi
giorni dalla "Conferenza internazionale sulla discriminazione e
persecuzione dei cristiani" - organizzata dal Patriarcato di Mosca e
chiusasi nella capitale russa il 1° dicembre, peraltro alla vigilia del voto -
che ha visto l’importantissima alleanza “sul campo” tra cattolici e ortodossi
(ma vi erano anche rappresentanti islamici ed ebraici) uniti nel chiedere
l’istituzione di un organismo internazionale di monitoraggio sulle violenze
contro i cristiani e di soccorso alle comunità sofferenti e minacciate.
Nel suo intervento Introvigne ha
sottolineato che in Africa Settentrionale i cristiani «non si accontentano
della tolleranza. Non vogliono essere semplicemente tollerati ma vogliono
essere cittadini di serie A come tutti gli altri, con piena possibilità di
accesso anche alle cariche politiche e militari».
Dopo le "primavere
arabe", infatti, e soprattutto dopo gli esiti delle elezioni svoltesi in
Tunisia e in Egitto che hanno visto il successo di partiti a diverso titolo
islamisti, è più che mai il momento di proseguire e anzi intensificare gli
sforzi affinché venga davvero istituito quello che informalmente ma
significativamente - e soprattutto efficace mediaticamente - venne a suo tempo
denominato, proprio a partire dall’Italia - e anche con il sostegno culturale
de La Bussola Quotidiana - "Christian Rights Watch", ovvero un
osservatorio o una convenzione internazionale che sia in grado di protegga i
cristiani. La proposta di Introvigne a Vilnius, chiedendo che dalle parole e
dalle denunce si passi finalmente ai fatti e alle difese, suggerisce di
cominciare almeno - e il farlo sarebbe fortemente emblematico oltre che benemeritamente
sostanziale - dai luoghi di culto, in specie quelli dove si raccolgono in
preghiera le minoranze religiose, per esempio le chiese e le sinagoghe
nordafricane (nei Paesi a maggioranza musulmana e negli Stati islamici la
persecuzione si estende oltre ai cristiani anche gli ebrei, in pratica senza
soluzioni di continuità), così come i cimiteri e gli archivi.
«Può sembrare», dice Introvigne
«che in situazioni in cui troppo spesso sono discriminate e aggredite le
persone preoccuparsi dei luoghi di culto sia secondario. Ma non è così.
L’esperienza dimostra che distruggere le chiese significa voler uccidere
l’anima delle comunità cristiane, e chi cerca di uccidere l’anima non avrà
rispetto neppure per il corpo e per la vita dei cristiani».
Oggi sono tanti i Paesi del mondo
favorevoli a una convenzione internazionale per la protezione degli edifici di
culto e dei cimiteri. Più in generale, la lotta contro le persecuzioni dei
cristiani è un campo di azione in cui l’OSCE è stata particolarmente attivo nel
corso del 2011, anno in cui la presidenza di turno dell’Organizzazione è
toccata proprio alla Lituania in cui è risuonato forte e chiaro l’ennesimo
appello di introvigne. A Vilnius, del resto, il Segretario di Stato americano
Hillary Clinton ha chiarito che se gli Stati Uniti intendono rispettare i
risultati delle elezioni svoltesi nei Paesi nordafricani dopo le cosiddette
"primavere arabe", nondimeno Washington desidera che i governi già
usciti o che usciranno dalle elezioni dovranno rispettare le minoranze religiose.
All’incontro ministeriale di
Vilnius hanno peraltro partecipato anche il ministro degli Esteri italiano
Giulio Terzi e l’Arcivescovo Dominique Mamberti, Segretario per le relazioni
con gli Stati della segreteria di Stato vaticana, che, a nome della Santa Sede,
ha rilanciato la proposta d’Introvigne d’istituire una Giornata internazionale
annuale per il ricordo dei martiri cristiani moderni.
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