Carta di soggiorno grazie a lui. Prima coppia gay riconosciuta in
Italia, 26 marzo 2012, http://affaritaliani.libero.it
Rafael, giovane uruguayano
sposato con un cittadino italiano, ha ottenuto un permesso di soggiorno nel
nostro Paese dopo aver presentato un ricorso al tribunale di Reggio Emilia che
lo ha accolto.
L`Associazione Radicale Certi
Diritti, che ha sostenuto il ricorso della coppia gay, evidenzia che si tratta
della prima in cui in Italia viene rilascio un documento ufficiale che dà
efficacia al riconoscimento dello status famigliare delle coppie omosessuali.
Il permesso di soggiorno è stato
rilasciato dalla Questura di Reggio Emilia che in un primo momento aveva
respinto la richiesta di Rafael poichè in Italia il loro matrimonio non è
riconosciuto.
Nel ricorso presentato
successivamente pur non richiedendo la trascrizione del matrimonio, materia che
con il diritto di famiglia viene lasciata alla competenza esclusiva di ogni
Stato membro dell`Unione Europea, si chiedeva l'applicazione delle norme che
regolamentano la libera circolazione dei cittadini europei e dei loro
famigliari. Queste normative europee, ratificate dall'Italia, devono essere
applicate anche nel nostro Paese.
Il Tribunale ha quindi accolto il
ricorso ai sensi del D. Lgs. 30/2007, legge che dà attuazione alla Direttiva
2004/38/CE, sul riconoscimento del diritto di soggiorno ai familiari (anche
stranieri) dei cittadini dell'Unione europea. Nel ricorso si era fatto
riferimento alla sentenza n. 1328/2011 della Corte di Cassazione che afferma:
a) la nozione di "coniuge" prevista dall`art. 2 d.lgs. n. 30/2007
deve essere determinata alla luce dell`ordinamento straniero in cui il vincolo
matrimoniale è stato contratto e che b) lo straniero che abbia contratto in
Spagna un matrimonio con un cittadino dell`Unione dello stesso sesso deve
essere qualificato quale "familiare", ai fini del diritto al
soggiorno in Italia.
La sentenza si è richiamata alla
sentenza della Corte costituzionale n. 138 del 2010 che afferma, tra l`altro,
che l`unione omosessuale, "intesa come stabile convivenza tra due persone
dello stesso sesso", spetta "il diritto fondamentale di vivere
liberamente una condizione di coppia" e che il "diritto all`unità
della famiglia che si esprime nella garanzia della convivenza del nucleo
familiare (à) costituisce espressione di un diritto fondamentale della persona
umana".
L'AVVOCATO BERNARDINI DE PACE AD AFFARITALIANI.IT : IN ITALIA CHIUSURA
LEGATA ALLA VISIONE CATTOLICA, MA DAL PUNTO CIVILISTICO NON CI SONO OSTACOLI
- "Se lo stato italiano volesse prevedere la possibilità di nozze gay,
sulla base della Costituzione lo potrebbe fare. La nostra Carta già dal 1948
parla di famiglia, non di matrimonio tra uomo e donna, quindi non pone nessun
ostacolo". Questo il commento del l'avvocato matrimonialista Annamaria
Bernardini De Pace, che nel 2009 ha scritto il libro "Diritti Diversi. La
legge negata ai gay" (edizioni Bompiani). "Inoltre, sempre la
Costituzione impone parità di considerazione e trattamento di tutti i
cittadini, indipendentemente dalle condizioni personali".
"Dovrebbe esserci parità
giuridica, come tra l'altro ha previsto anche Nelson Mandela introducendo il
matrimonio gay in Sudafrica fin dal 1994 - prosegue Bernardini De Pace -.
Perché non dare la possibilità di farsi una famiglia anche a due uomini o due
donne? In Italia c'è una confusione, una chiusura che viene dalla visione
cattolica del problema. Ma dal punto di vista civilistico, laico, non ci
dovrebbero essere ostacoli. "Auspico - conclude - che questo sia un
passaggio perché lo Stato laico italiano capisca che c'è discriminazione
laddove non si riconosca anche agli omosessuali di avere una famiglia e di
essere tutelati come famiglia dallo Stato italiano".
Nessun commento:
Posta un commento