MOVIMENTO PER LA VITA - «La cultura della vita ha cambiato il cuore
della società» di Pier Luigi Fornari, 26 marzo 2012, http://www.avvenire.it/
Una funzione fondamentale che non
deve «diradarsi proprio ora». Riprendendo un passaggio di una prolusione all’assemblea generale dei vescovi del 2011
del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, il leader del Movimento per la Vita,
Carlo Casini, indica la strada all’assemblea nazionale della organizzazione
iniziata ieri e che si conclude oggi a Terrasini in provincia di Palermo. «Se
nella cultura italiana l’opzione abortiva non è diventata un
"normale" dato di fatto – disse l’arcivescovo di Genova –, molto si
deve all’iniziativa di questo volontariato e dei media che l’hanno
costantemente assecondato».
Tre sono le ragioni del valore di
questo servizio realizzato dal Mpv, ha spiegato Casini: la fedeltà alla
antropologia cristiana, la capacità di essere punto di riferimento unitario per
la sensibilità a favore della vita nella società religiosa e civile, la
intelligenza operativa nel tradurre questi valori in iniziative e proposte
concrete. Il parlamentare europeo ha ricostruito la lunga storia iniziata nel
1975 dal Centro di aiuto alla vita, «espressione di una intera comunità che
accoglie», e continuata contrastando la legge 194, come «punto di riferimento
unitario e credibile». Infatti, la frammentazione delle organizzazioni pro vita
di altri Paesi ne ha determinato la fragilità, «ma fortunatamente negli anni
più recenti sempre più cresce il moto di coordinamento».
Il Movimento si è poi impegnato
per affermare «la centralità politica del diritto alla vita». Per difendere più
largamente la vita, ha osservato il presidente, «bisogna incidere nella cultura
e nelle leggi e per far questo bisogna essere forti e perciò organizzati». In
questa ottica «i centri di aiuto alla vita (Cav) senza il Movimento non sono
una novità all’altezza delle aggressioni attuali contro la vita e il Movimento
senza i Cav perde credibilità e la sua incidenza culturale diviene debole».
Nel presentare il Life day del 20
maggio che si terrà a Roma, in Vaticano, nell’aula Paolo VI, con l’intento di
parlare al cuore di tutto il Vecchio continente, anche con il concorso
scolastico europeo, Casini ha sottolineato «il segno dell’unità» che lo deve
caratterizzare. Se l’obiettivo è riconoscere il nascituro come "uno di
noi", ha rimarcato, «il metodo che dovrà essere visibile è "insieme
per la vita"».
A questo proposito il leader di
Mpv si è detto dispiaciuto che «le persone e gli ambienti che negli ultimi anni
hanno diffuso pubbliche ingiuste accuse contro il Movimento» accusandolo di
«omologazione alla cultura dominante», abbiano promosso a Roma per il 13 maggio
quella che gli organizzatori hanno qualificato "la seconda marcia
nazionale per la vita", con l’intento, secondo Casini, di «oscurare il
Mpv». «Noi non diremo certamente che una iniziativa che proclama il valore
della vita sia un fatto negativo – ha aggiunto –. Diciamo soltanto che in una
visione strategica che voglia davvero cambiare la cultura dominante la
manifestazione del 20 maggio è più importante. Noi non invitiamo a non
partecipare alla marcia. Diciamo soltanto a chi andrà il 13, "vieni anche
il 20"».
«Abbiamo da sempre contatti con i
parlamentari – ha puntualizzato il leader di Mpv – che ora hanno costituito un
gruppo trasversale pro-life, li abbiamo ringraziati e dovranno essere coltivati
i rapporti perché le nostre proposte sulla capacità giuridica del concepito e
sulla riforma dei consultori non vogliono essere parole di declamazione
propagandistica, ma linee concrete che devono essere discusse e approvate». In
questo quadro ha sollecitato l’approvazione della legge sul fine vita.
Nel ricordare le parole di
Giovanni Paolo II – «non abbiate paura» –, Casini ha concluso con il messaggio
che viene dato alle mamme che si rivolgono ai Cav: «Insieme ce la faremo».
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