In Italia il primato mondiale di spesa pro capite. Gli imprenditori:
tavolo di confronto - Sanità pubblica per i malati di gioco - Il ministro
Balduzzi: una vera patologia. Riccardi: vietare gli spot. In Italia sono un
milione; la metà, giovani e giovanissimi - Alessandra Arachi, 21 marzo 2012, http://www.corriere.it
(Errebi)
ROMA - Sembra una parola gentile:
ludopatia. Invece è una tragedia. Vuol dire «dipendenza dal gioco d'azzardo»:
in Italia si stima che siano circa un milione i giocatori patologici, e la metà
sono addirittura giovani e giovanissimi. Slot machine, gratta e vinci,
lotterie, scommesse sportive: con 500 euro di spesa pro capite il nostro Paese
detiene un primato mondiale. Un primato di cui davvero non si può andare fieri.
Così il governo decide di correre ai ripari, ed è pronto a prendere provvedimenti.
Per cominciare: un «decreto
interdirigenziale», come ha garantito Renato Balduzzi, ministro della Salute,
annunciando anche che il Servizio sanitario nazionale prenderà presto in carico
i malati da gioco. Mentre Andrea Riccardi, ministro per l'Integrazione con
delega alla Famiglia, ha chiesto il blocco totale e definitivo degli spot sui
giochi d'azzardo.
Spiega il ministro Renato
Balduzzi: «La ludopatia sarà inserita nell'aggiornamento dei Livelli essenziali
di assistenza (Lea) in modo da garantire il giusto percorso di prevenzione,
cura e riabilitazione». Non ha dubbi il ministro della Salute: «La ludopatia va
curata secondo le regole di una malattia. Occorre quindi rafforzare tutto il
percorso di contrasto a questa malattia attraverso protocolli diagnostici-terapeutici,
linee-guida e in generale tutto quello che si fa quando c'è una malattia.
L'attenzione al problema è diventata finalmente generalizzata».
Si discuteva di ludopatia ieri in
un convegno organizzato a Roma, a Palazzo Marini, intitolato: «A che gioco
giochiamo? Un'oscura dipendenza» e il ministro Andrea Riccardi ha fatto sapere
di aver chiesto direttamente al ministro dell'Economia di «inserire un articolo
specifico nel decreto interdirezionale per evitare che singole patologie,
curabili, diventino invece un vasto e drammatico costume sociale». Ma non solo.
Il ministro Riccardi ha
rilanciato poi la sua crociata contro gli spot sui giochi d'azzardo: «Vogliamo
vietare o, perlomeno limitarne la pubblicità» dice. E poi spiega: «Siamo in una
fase di crisi economica e questo è un momento di grande vulnerabilità per i
giovani, per coloro e per gli anziani con bassa pensione. Tante persone in
ristrettezza possono scegliere di gettarsi nel gioco d'azzardo, raccogliendo il
messaggio rassicurante che pesca proprio in questa fragilità profonda. Il
nostro non vuole essere un falso moralismo, ma l'intenzione di riflettere su
una patologia».
Massimo Passamonti, presidente di
«Sistema gioco Italia» che aderisce a Confindustria, ha polemizzato con l'organizzazione
del convegno, che ha escluso dal dibattito gli addetti ai lavori.
Ha spiegato Passamonti: «Ritengo
errato nella forma e nella sostanza l'aver deciso di non invitare gli operatori
del settore a un'occasione di dibattito pubblico e istituzionale di così grande
rilievo». E poi ha aggiunto: «Sono state ignorate circa 5 mila e 800 imprese,
140 mila punti vendita, oltre 100 mila addetti, ovvero una vero e proprio
settore industriale. Ma risulta ancor più sorprendente l'assenza nel panel dei
relatori AAMS, l'autorità demandata dallo Stato a regolamentare il settore dei
giochi. A nome di tutta la Federazione rilancio la proposta di un tavolo di
confronto con tutte le autorità».
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