No al Prelievo di Organi dai Condannati il Volto benevolo (e ambiguo)
della Cina di Del Corona Marco, 25 marzo 2012 - http://archiviostorico.corriere.it
In principio fu un segreto ben
tenuto. Poi un' ammissione, salutata con il favore che si deve agli atti di
coraggio. Adesso - per bocca del viceministro cinese della Sanità, Huang Jiefu
- è la promessa che non accadrà più. Il prelievo di organi destinati ai
trapianti dai corpi dei condannati a morte è destinato a finire. Il
viceministro Huang ha annunciato che nel giro di pochi anni, forse già 3, i
cadaveri dei cinesi giustiziati non verranno più trattati alla stregua di un
atroce magazzino di pezzi di ricambio umani. La Cina esegue sulle 4 mila
condanne capitali ogni anno, un numero in calo dopo la centralizzazione delle
autorizzazioni, affidate alla sola Suprema Corte del Popolo. L' anno scorso,
poi, è stato ridotto il numero dei reati punibili con la morte da 68 a 55. Il
prelievo degli organi era al centro dell' attenzione di molti gruppi per i
diritti umani e il movimento religioso del Falun Gong, fuorilegge in Cina,
aveva fatto della denuncia del fenomeno uno dei pilastri della sua attività di
sensibilizzazione. L' abbandono della pratica mostrerebbe al mondo un volto
maturo e benigno della Cina. Dopo la soddisfazione, i dubbi. Human Rights Watch
ha notato come il viceministro Huang sia ormai prossimo ai limiti di età e nel
nuovo assetto di potere che verrà disegnato dal congresso del Partito in
autunno non dovrebbe trovare posto. Dunque: chi gli succede manterrà una
promessa fatta da un altro? E ancora: se ogni anno sono 300 mila le persone in
attesa di ricevere un organo e se sugli stessi media cinesi si leggono spesso
storie di reni venduti e comprati, basteranno le donazioni volontarie e
autorizzate a soddisfare la domanda? Infine, le motivazioni addotte da Huang si
limitano alla qualità (scarsa) degli organi dei condannati, affetti da
malattie: niente nobili preoccupazioni morali, dunque. Occorre attendere. La
Cina si sottopone deliberatamente al controllo e al giudizio dei suoi stessi
cittadini e della comunità internazionale, che potranno verificare cosa accadrà
della promessa del ministero. E questa è una buona notizia.
Marco Del Corona
Leviedellasia.corriere.itTwitter @marcodelcorona
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