RAPPORTO - Turismo procreativo: 2mila coppie all'estero per trattamenti
previsti anche in Italia, 28 marzo 2012, http://www.avvenire.it/
Non si ferma il turismo della
provetta. Nel 2011 circa 4.000 coppie italiane hanno varcato i confini per
coronare il desiderio di avere un bambino sottoponendosi a trattamenti di
procreazione assistita. Più di 2.000 sono andate all'estero per la fecondazione
eterologa, che prevede il ricorso a un donatore esterno alla coppia ed è
vietata nel nostro Paese. Ma altrettante hanno fatto la valigia per ottenere
trattamenti che possono essere eseguiti anche in Italia. A fotografare il
fenomeno è la quarta indagine dell'Osservatorio sul turismo procreativo,
presentata questa mattina a Roma.
In attesa della pronuncia della
Corte Costituzionale sul divieto di fecondazione eterologa fissato dalla legge
40, prevista per fine maggio, gli aspiranti genitori vanno all'estero
soprattutto per questo trattamento. Le mete preferite si confermano la Spagna,
dove circa 950 pazienti italiani si sono rivolti a otto centri per la donazione
di gameti, maschili e femminili, e di embrioni; la Svizzera (630) e Repubblica
Ceca (204). Ma in questi Paesi i nostri connazionali vanno anche per sottoporsi
a trattamenti omologhi, permessi dalla legge 40 e che, dunque, potrebbero
ricevere anche in Italia.
Perchè partire allora? L'indagine
ha risposto a questa domanda analizzando i forum dedicati all'argomento dai
principali siti delle associazioni di pazienti. Ebbene, a spingere le coppie a
fare le valigie è innanzitutto la mancata conoscenza della legge 40. Confusione
e ignoranza sono molto diffuse. E così anche chi potrebbe scegliere di restare
a casa, pensa di essere obbligato ad andare all'estero.
Non solo. Secondo l'indagine, le
coppie italiane si rivolgono a strutture per la Pma in altri Paesi per mancanza
di fiducia verso i centri italiani, per una maggiore disponibilità di quelli
stranieri, per la loro visibilità e fama e la facilità di trovare informazioni
su internet. Ma anche per risparmiare: l'apertura di centri e cliniche nell'est
europeo, dove i prezzi sono in media inferiori a quelli degli altri Paesi europei,
ha allargato il bacino di utenti italiani all'estero.
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