Sul Web il Fattore umano Conta Meno ma il Male non Viene dalle
Macchine, di Edoardo Segantini, Corriere della Sera, 21 MARZO 2012, http://www.dirittiglobali.it/
Uno dei vantaggi della Rete è la
possibilità di misurare tutto: anche il Male. Pensavate che Internet fosse
governato da uomini e donne? Sbagliato. Secondo uno studio americano, il 51%
dell'intero traffico online è generato da fonti «non umane» come i programmi
degli hacker, o i software che copiano automaticamente contenuti da un sito a
un altro, o i diabolici meccanismi di spamming. E mentre il 20% del traffico
non umano è «benigno», secondo la ricerca il 31% è potenzialmente «maligno». La
fonte si chiama Incapsula, società che fornisce servizi di sicurezza a chi
utilizza il cloud computing, cioè la rete di server collegati in giro per il
mondo. E ha qualche interesse a drammatizzare.
Ma sarebbe un sospetto
fuorviante. Così come ci porterebbe fuori strada mettere in un unico calderone
cose molto diverse. Per esempio il cosiddetto «Internet delle cose» (dotare di
«intelligenza» e connessione online oggetti «stupidi» come il frigorifero) e,
sul piano opposto, gli automatismi di spamming che intasano le nostre caselle
di posta elettronica.
Forse non è il caso di trarre
dalla ricerca la solita conclusione banal-fantascientifica: le macchine che
prendono il sopravvento sull'uomo come nei film di James Cameron. Ciò che in
realtà emerge è meno suggestivo ma non meno importante: l'automazione
industriale dei processi informativi, già realizzata su base locale dalle reti
informatiche, è passata al livello globale, gestendo database molto più grandi.
In un certo senso si è anche pericolosamente «democratizzata»: pensiamo ai
programmi di trading automatico che permettono a chiunque di «giocare in
Borsa», contribuendo ai suoi micidiali ottovolanti. La novità insomma è l'uso
sempre meno rudimentale che sempre più utenti fanno della Rete, lasciando alle
macchine il «lavoro sporco». Certo: tra di loro ci sono anche i banditi.
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