La cura del gelo per bloccare l'ictus, Mario Pappagallo, Corriere della
Sera, 19 Marzo 2012, http://dirittiglobali.it/
Portare la temperatura del
cervello a 34-35 gradi entro sei ore da un ictus può salvare molti pazienti e
ridurre i successivi danni ai neuroni nei sopravvissuti. L'Unione europea ci
crede e stanzia 11 milioni di euro per finanziare uno studio senza precedenti a
cui partecipano 60 università ed ospedali di 25 Stati membri. L'obiettivo?
Trattare 1.500 colpiti da ictus con l'ipotermia terapeutica e, se funziona,
adottarla in tutta Europa.
Lo stroke, infatti, rimane uno
dei maggiori problemi di salute pubblica. E' la seconda causa di morte nei
Paesi industrializzati. Ogni giorno uccide 1.000 europei, uno ogni 90 secondi.
Duemila sopravvivono, ma con disabilità anche gravi. Ed enormi costi
socio-sanitari. Cosa fare? Puntare finalmente sulla prevenzione (cenerentola
della sanità mondiale) e trovare soluzioni per limitare i danni in chi è
colpito. La proposta è raffreddare subito il cervello. Entro sei ore dallo
stroke. L'ipotermia si è già mostrata efficace nel ridurre il danno cerebrale a
seguito di arresto cardiaco o di lesioni alla nascita. Mette in «letargo» il
cervello riducendo al minimo il suo fabbisogno di ossigeno. La tecnica è
seguita con interesse anche dall'Agenzia spaziale europea (Esa) per le
possibili applicazioni nei futuri viaggi interplanetari. Che è poi quanto già
letto in numerosi libri di fantascienza.
Si è costituito il consorzio
EuroHyp, al quale hanno aderito comunità scientifiche e reti europee di
pazienti: l'Organizzazione europea stroke (Eso), l'European stroke network
(Esn), la Stroke alliance per l'Europa (Safe), laWorld stroke organization
(Wso), l'European federation of neurological societies (Efns), la Società per
la criobiologia (Sfc), l'Agenzia spaziale europea (Esa). «Il finanziamento
europeo costituisce un'opportunità unica», dice Francesco Orzi, Dipartimento di
neuroscienze, salute mentale ed organi di senso (Nesmos) dell'ospedale
Sant'Andrea, università «La Sapienza», di Roma. E' lui il responsabile per
l'Italia dello studio finanziato dall'Ue, chiamato EuroHyp-1. Spiega Orzi:
«Portare il cervello colpito ad una temperatura di 34-35 gradi centigradi
costituisce l'intervento protettivo con maggiori probabilità di successo. Nelle
sperimentazioni ha dimostrato di poter ridurre di un terzo il volume
dell'infarto cerebrale». L'Italia partecipa con 5 Stroke-Unit dislocate presso
le università «La Sapienza» e Cattolica di Roma, al San Raffaele e all'ospedale
Niguarda di Milano. Lo studio clinico EuroHyp-1 sarà guidato dalla Clinica
universitaria di Erlangen (Germania) e dalla rete europea EuroHyp.
La Commissione europea stima che
l'ipotermia potrebbe migliorare il risultato per più di 40.000 cittadini
europei ogni anno. Stefan Schwab, che dirige il Consorzio EuroHYP-1, ipotizza:
«Sulla base dei dati attuali, in Europa già nel 2016 si avrebbero 14.700
decessi in meno, e 25.000 sopravvissuti in più all'anno liberi da disabilità».
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