La UE si inventa il diritto gay alla famiglia di Roberto Marchesini, 04-10-2011,
http://www.labussolaquotidiana.it
Benedetto XVI, nel suo discorso
tenuto a Ratisbona nel settembre del 2006, ha tessuto uno splendido elogio
della ragione, quella ragione che fonda la civiltà occidentale. O forse dovrei
dire “fondava”, viste le reazioni che questo chiaro discorso ha suscitato non
solo in oriente, ma anche in occidente, basandosi su una citazione e
trascurando completamente il senso del discorso.
Dovrei dire “fondava” anche
perché ho l'impressione che ciò che permette di confrontarsi sul terreno della
ragione, la logica di fondamento aristotelico e il metodo scientifico, stanno
diventando sempre più due ospiti ingombranti ed indesiderati proprio in quel
mondo occidentale che su di essi è stato costruito.
Un esempio recente? Il 28
settembre scorso il Parlamento Europeo ha approvato una “risoluzione”
(nientepopòdimenoche) “sui diritti umani, l'orientamento sessuale e l'identità
di genere nel quadro delle Nazioni Unite”.
E cosa ha “risolto” il Parlamento
europeo? Ad esempio “si rammarica che nell'Unione europea i diritti di lesbiche,
gay, bisessuali e transgender, ivi inclusi il diritto all'integrità fisica,
alla vita privata e alla famiglia” eccetera eccetera “non siano ancora sempre
pienamente rispettati”. Dunque esisterebbe un “diritto di lesbiche, gay,
bisessuali e transgender” alla famiglia. Per accettare il quale bisogna
necessariamente tacitare la ragione, che ha individuato delle condizioni
fondanti la famiglia che le coppie “lesbiche, gay, bisessuali e transessuali”
non soddisfano.
Non solo. La stessa “risoluzione”
“chiede [...] la depsichiatrizzazione del percorso transessuale, transgenere,
la libera scelta del personale di cura, la semplificazione del cambiamento
d'identità e una copertura da parte della previdenza sociale”. Siamo arrivati a
questo: le decisioni “scientifiche” vengono prese dal parlamento a votazione.
Il processo plurisecolare di stabilizzazione di un metodo scientifico come
valido per descrivere (e misurare) la realtà può tranquillamente andare in
pensione: basta un voto parlamentare e voilà: la terra diventa piatta, il ciclo
dell'acqua è abolito (e l'acqua diventa un “bene limitato”), il genere e il
sesso non c'entrano nulla l'uno con l'altro. Non contento, il Parlamento
europeo “invita la Commissione e l'Organizzazione mondiale della sanità a depennare
i disturbi dell'identità di genere dall'elenco dei disturbi mentali e
comportamentali e a garantire una riclassificazione non patologizzante in sede
di negoziati relativi all'11a versione della classificazione internazionale
delle malattie (ICD-11)”. Cioè si stabilisce il completo asservimento del mondo
scientifico al potere politico dominante.
Infine “ribadisce la sua
richiesta che la Commissione elabori una tabella di marcia globale contro
l'omofobia, la transfobia e le discriminazioni fondate sull'orientamento
sessuale e l'identità di genere”, ossia la mobilitazione della polizia contro
il pensiero dissimile. E chi pensa che la ragione si afferma e si rafforza con
il confronto e il dialogo è bell'e servito.
La ragione non abita più in
Europa. Speriamo abbia traslocato altrove, altrimenti è un dramma, altro che
riscaldamento globale.
Tanto per restare in argomento,
segnaliamo che il filosofo polacco Tomasz Terlikowski è stato denunciato dal
candidato Ann Grodzk per averlo chiamato “uomo”. Ann Grodzk è transessuale, ossia un uomo che
si è volontariamente evirato e si è fatto impiantare due masse siliconiche.
Ora: ogni persona dotata di ragione può rendersi conto del fatto che queste due
operazioni non bastano per cambiare sesso: il sesso resta lo stesso, anche se
si aggiunge o si toglie qualcosa dal proprio corpo. Eppure queste operazioni
vengono chiamate “cambiamento di sesso”. Così il signor (pardon: signora)
Grodzk è convinto di aver cambiato sesso, e vuole essere chiamato “donna”. E
già questo è un bello schiaffo alla ragione. Ma il signor (signora) Grodzk ha
pure denunciato il filosofo perché l'essere stato definito “uomo” l'avrebbe
“offesa”. Qualche anno fa la questione sarebbe stata rubricata come un semplice
caso di permalosità, e avrebbe fatto dubitare parecchio sull'equilibrio mentale
del signore (ops...). Ma adesso, se qualcuno, utilizzando la ragione, dice cose
sgradevoli per qualcuno, viene denunciato. Con l'approvazione del Parlamento
europeo.
A questa ultima assurdità
dell'Europarlamento si sommano altre sciocchezze che laasciano sconcertati.
Viene da chiedersi ad esempio: ma con la crisi che, dicono, ci minaccia, è
proprio necessario che il parlamento europeo dichiari (oltre al diritto GLBTQ
alla famiglia) come diritto umano il “diritto alla vacanza”? Che l'Unione
Europea spenda tre milioni di euro (3.000.000) per convincerci a nutrirci di
insetti (Guardate questo video:
http://www.tvn24.pl/-1,1717786,0,1,karaluchy-w-zupie--swierszcze-w-masle-unia-zacheca,wiadomosc.html)?
Con la crisi, in atto o prossima che sia, è ragionevole che l'Europa spenda
ogni anno più di 800.000.000 (questo è l'ammontare delle spese
“amministrative": in realtà il costo annuo dell'UE è di 133,8 miliardi di
euro) per permettere a questi burocrati di imporre ad un intero continente ogni
fesseria che viene loro in mente?
Qualcuno potrebbe scandalizzarsi
per queste parole. Per molti, un cattolico dovrebbe essere euroentusiasta: i
padri dell'Unione Europea non sono forse tre cattolici (De Gasperi, Schumann e
Adenauer)? Anche questa è una convinzione da rivedere, forse diffusa per
convincere i cattolici a digerire matrimoni GLBTQ e insetti fritti. Se
consideriamo infatti il Trattato di Roma (25 marzo 1957) e la nascita della
Comunità Economica Europea (1° gennaio 1958), l'atto fondativo della futura
Unione Europea, non possiamo fare a meno di osservare che a quell'epoca De
Gasperi era già morto (19 agosto 1954). Inoltre
i rapporti tra De Gasperi e Adenauer risultano da un punto di vista
archivistico poco consistenti, e nelle Memorie di Adenauer i riferimenti a De
Gasperi e all'Italia sono praticamente nulli. In ogni caso non si possono
confondere gli ideali iniziali con certe realizzazioni. E comunque se si deve
scegliere tra l'Unione Europea e la ragione, è bene scegliere per quest'ultima.
Non importa se è fuori moda: si può sempre sperare in un revival...
Nessun commento:
Posta un commento