L'etica in vitro di Riccardo Cascioli, 03-10-2011, http://www.labussolaquotidiana.it
“In campo di sospensione delle
cure vitali, di diagnosi prenatale e di manipolazione della vita molti
cristiani non sentono più né l’ingiustizia morale, né i richiami dei dati
scientifici”. Questa denuncia è stata fatta da L’Osservatore Romano nell’edizione
del 1° ottobre con un articolo in prima pagina a firma di Carlo Bellieni. Il
bioeticista presentava una serie di dati scientifici per dimostrare che le
pratiche di fecondazione in vitro, aborto farmacologico e uso delle droghe
leggere sono molto pericolose per la salute oltre che moralmente inaccettabili
e che l’unico motivo per cui sono state introdotte è economico. “Il positivismo
– nella forma dell’utilitarismo — sembra prevalere”, dice Bellieni. E non solo
tra i laici: “Ormai certe pratiche sono routine, digerite, assorbite e
soprattutto «normalizzate» anche tra molti credenti, medici e non medici”.
E’ un’accusa molto pesante, che
ha sicuramente sullo sfondo il caso dell’ospedale San Raffaele di Milano, i cui
canali di ricerca e pratiche diagnostiche creeranno alla Santa Sede tanti
problemi quanto quelli economici cui è impegnata a rispondere. Ma le parole di
Bellieni fanno chiaramente intendere che il problema degli ospedali cattolici
in cui si attuano ricerche, diagnosi e terapie contrarie alla morale cattolica
non si limita al San Raffele, anzi è piuttosto diffuso. E questa non è una
denuncia che può rimanere sospesa, senza un approfondimento.
La confusione sulla liceità di
certe pratiche, inoltre, va oltre il confine medico, dice ancora Bellieni; c’è
una “normalizzazione” in atto, una incapacità a comprendere e spiegare la posta
in gioco. Non può certo essere estraneo, alle parole di Bellieni, il dibattito
dell’ultima settimana innescato dal caso della donna guarita da un tumore che è
rimasta incinta grazie alla crioconservazione degli ovociti. Con un preciso
articolo di Tommaso Scandroglio abbiamo spiegato di cosa si tratta e perché non
si può brindare al successo, come qualcuno ha fatto. Seppure il danno venga in
questo caso limitato (conservare gli ovociti provoca sicuramente minor
sacrificio di embrioni rispetto alla conservazione degli embrioni stessi) non
si può ignorare che comunque un sacrificio di embrioni, e perciò di vite, è
richiesta.
La limitazione del danno è pur
sempre un male e non può mai essere spacciata per un bene. In tempi di
confusione generale, ai cattolici che hanno responsabilità nella comunicazione
è chiesta una grande chiarezza.
Nessun commento:
Posta un commento