Corea del Nord i credenti sfidano l’ateismo di stato - Nell’unico Stato
in cui i non credenti (65%) superano i credenti e in uno dei pochi in cui
permane ancora oggi l’ateismo di stato, la situazione per i cristiani è
ovviamente tragica. - 10 dicembre, 2011 - http://www.uccronline.it/
Secondo una classifica pubblicata
da Open Doors, la Corea del Nord è attualmente il paese con la più grave
persecuzione dei cristiani nel mondo, e ultima nella classifica del rispetto
dei diritti umani. Nel settembre scorso, oltre 40 organizzazioni che operano
sul campo per i diritti umani e la legalità, diffuse a livello internazionale,
hanno formato una coalizione e avviato una campagna di pressione presso le
Nazioni Unite. Anche l’associazione inglese “Persecution watchdog Release
International” ha presentato recentemente una petizione con 20 mila firme all’ambasciata
nordcoreana di Londra chiedendo la libertà religiosa per i cristiani in Corea
del Nord, quotidianamente torturati e discriminati dalla dittatura atea che
vige nel Paese.
L’Agenzia Fides informa intanto
che per superare uno dei confini più militarizzati al mondo e far giungere le
Bibbie alle comunità clandestine in Nord Corea, l’organizzazione ecumenica
“International Christian Concern” (ICC), con sede negli Stati Uniti, ha
consegnato oltre 10mila copie della Sacra Scrittura attraverso una mongolfiera.
Un responsabile di ICC riferisce: «E’ uno dei paesi più chiusi, dove le
persecuzioni sono terrificanti. Atti di culto o il possesso di una Bibbia
possono essere puniti con la reclusione nei campi di concentramento». Secondo
stime correnti, in Nordcorea vi sono circa 400mila fedeli cristiani.
“Aiuto alla Chiesa che soffre”
(ACS), che promuove progetti e aiuti per i fedeli cristiani che soffrono in
molti paesi del mondo, ha invece lanciato una “una grande offensiva spirituale”
per mostrare vicinanza e solidarietà ai fedeli cristiani in Nord Corea. Si
tratta di pregare e di offrire Sante Messe per quelli che il regime considera
“avversari pericolosi”. Da oltre 50 anni, nota ACS , la dittatura cerca di
sradicare la fede cristiana, applicando la detenzione o l’esecuzione immediata
per i fedeli. I pochi scampati dai campi di concentramento descrivono atrocità
e torture. Dal 1953, 300.000 cristiani sono stati assassinati o internati in
campi di concentramento. Tutti i preti e i missionari sono stati espulsi. «Non
hanno nessun prete, nessun Sacramento, sono armati solo di poche Bibbie, perché
possederne una è punibile con la morte», rimarca ACS in una nota pervenuta a
Fides.
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