Fiorin Fiorello, il profilattico è bello di Riccardo Cascioli, 07-12-2011,
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E meno male che ci sarebbe stato
l’ordine di non parlare nelle trasmissioni Rai dei profilattici come strumento
di prevenzione dell’Aids. L’altra sera lo showman Fiorello, durante il suo
seguitissimo programma su Rai1– che ha raggiunto ascolti record – ha dedicato
una gag alla promozione del preservativo: ha fatto dire in coro “profilattico”
a tutto il pubblico, ha affermato che usandolo “non si prendono le malattie e
non si prende l’AIDS. Salva la vita come il Beghelli”, ha proposto di piazzare
un enorme profilattico al posto del cavallo di viale Mazzini (sede della Rai),
per concludere: “L’importante è che lo usiate”.
A dire il vero non è stato
l’unico esempio, perché già il 1° dicembre – giornata mondiale della lotta
all’Aids, a causa della quale sarebbe scattato il presunto divieto – su Radio
2, a Caterpillar, c’è stata una lunga intervista all’infettivologa Cristina
Mussini che ha fatto eguale, sperticato elogio alle virtù del profilattico,
addirittura affermando che la liceità di tale strumento è stata dichiarata
anche dal Papa.
Evidentemente la dottoressa
Mussini non solo è ignorante per quel che riguarda il Papa – che non ha mai
invitato a usare il preservativo – ma anche nel campo che più dovrebbe
conoscere. E come Fiorello è responsabile di pubblicità ingannevole. Perché il
profilattico non salva affatto la vita: riduce sicuramente i rischi di
contagio, ma propagandandolo come salvavita in realtà si incentivano
comportamenti a rischio con la conseguenza che le infezioni aumentano anziché
diminuire. Ormai c’è abbondante letteratura scientifica a dimostrarlo: non solo
in Africa, dove «dopo 20 anni di pandemia non c’è alcuna evidenza che più
preservativi portino a meno Aids», come ha scritto il ricercatore Edward Green,
vera autorità in materia (per approfondimenti cfr. Luigi Negri-Riccardo
Cascioli, Perché la Chiesa ha ragione, Lindau 2010). Lo stesso discorso vale
anche per l’Europa: una ricerca di cui abbiamo parlato pochi mesi fa, dimostra
che le malattie sessualmente trasmissibili sono in aumento in Europa e
l’aumento è direttamente proporzionale all’uso del profilattico.
Continuare a raccontare la
storiella del “salvavita” perciò, non solo è errato, non solo è ingannevole, ma
è un atto altamente irresponsabile.
Perché allora tanti esperti del
settore, tanti medici e scienziati continuano a propagare questa menzogna?
Probabilmente perché l’unica cosa che funziona davvero contro l’Aids è
l’educazione. L’educazione a una sessualità responsabile, alla fedeltà, a una
corretta affettività e all’amore vero. Ma per educare bisogna avere qualcosa da
proporre, vivere un’esperienza che dia senso alla vita. Perché educare è
essenzialmente trasmettere le ragioni per vivere. Merce rara di questi tempi
nella nostra Europa.
E allora chi non ha ragioni per
vivere non può trasmetterle: molto più semplice cavarsela scrivendo una
ricetta, consigliando una marca di profilattici, indicando medici o cliniche
per abortire, invitando ipocritamente alla «promiscuità controllata», come ha
fatto la dottoressa Mussini.
Sostanzialmente lasciando sole le
persone – e soprattutto i giovani -
davanti alla vita.
Fiorello ha soltanto espresso il
nulla e la solitudine di questa società. Prendersela con lui serve a poco,
anche se è doveroso esigere dalla Rai che non si faccia disinformazione o si
mandino messaggi pericolosi. Serve invece prendere coscienza dell’«emergenza
educativa» che c’è nel nostro paese, serve riscoprire per noi le ragioni del
vivere, serve assumersi la responsabilità di trasmetterle agli altri.
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