Premiata suora cattolica per aver sconfitto l’AIDS in Uganda (senza
condom), 3 dicembre, 2011, http://www.uccronline.it
Suor Miriam Duggan, della contea
di Limerick in Irlanda, è stata premiata dallo University College di Cork per
la sua dedizione ai malati di Aids/Hiv e per l’impegno nella lotta alla
pandemia in Africa. Laureata in medicina e missionaria francescana delle
Sisters for Africa, la religiosa ha lavorato in Uganda come responsabile medico
del St. Francis’ Hospital, Nsambya, a Kampala. Nel 1987, ha lanciato il
programma di prevenzione Youth Alive, per affrontare le cause principali della
diffusione dell’HIV e aiutare i giovani a fare scelte responsabili per non
contrarre l’AIDS, basate su fedeltà al matrimonio e astinenza.
Grazie a questo programma, il
numero dei contagi in Uganda è diminuito. Il progetto, riferisce l’agenzia
Fides, è stato promosso anche in altri 21 Paesi africani. In Uganda (paese in
grande maggioranza cattolico), tra il 1991 e il 2001, si è riusciti a ridurre
del 10% il numero di persone infette (unico stato africano), mentre nel 2002 il
tasso di prevalenza di Aids ha fatto registrare un calo dal 28,9% al 9,8%. Nel
2006 suor Miriam è stata premiata dall’Università di Harvard e dall’Holy Cross
College degli Stati Uniti, e nel 2008 ha ricevuto un premio di riconoscimento
per la sua opera dal Presidente e dal Parlamento dell’Uganda.
Ricordiamo che proprio a febbraio
di quest’anno, un ricercatore di Harvard, Daniel Halperin, ha dato pieno
appoggio alle dichiarazioni di Benedetto XVI suggerendo che effettivamente è la
«riduzione nei partner sessuali» a condurre «a una decrescita delle nuove
infezioni da Aids», e non una massiccia diffusione del condom. Anzi, uno studio
dell’Università di Navarra ha proprio concluso che il tentativo di fermare la
diffusione dell’Hiv in Africa ha avuto così poco successo anche a causa
dell’insistenza sulla diffusione massiccia del preservativo, dato che esso ha
solamente incoraggiato un numero significativo di persone ad intraprendere
rapporti sessuali multipli, aumentando le probabilità di infezione.
Il tutto è stato confermato da
Edward C. Green, direttore dell’AIDS Prevention Research Project al centro
Harvard per gli Studi su Popolazione Sviluppo, il quale ha apertamente
sostenuto la visione del Papa: «Il Papa è corretto, o per metterlo in un modo
migliore, la migliore evidenza che abbiamo è di supporto alle dichiarazioni del
Papa. C’è un’associazione costante, dimostrata dai nostrl migliori studi,
inclusi i “Demographic Health Surveys”, finanziati dagli Stati Uniti, fra una
maggior disponibilità e uso dei condoms e tassi di infezioni HIV più alti, non
più bassi. Questo può essere dovuto in parte a un fenomeno conosciuto come
“compensazione di rischio”, che significa che quando uno usa una ‘tecnologia’ a
riduzione di rischio come i condoms, spesso perde il beneficio (riduzione di
rischio) “compensando” o prendendo chances maggiori di quelle che uno
prenderebbe senza la tecnologia di riduzione del rischio». E infatti lo stesso
Green ha cambiato completamente posizione dichiarando nel 2009: «Diffondevo
contraccentivi in Africa. Oggi dico che solo la fedeltà coniugale batterà
l’Aids».
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