La diagnosi? Un vero puzzle di Diana Mortarini, http://www.milanofinanza.it
La business analytics si mette al
servizio di medici e pazienti nel campo delle malattie scheletriche rare per
migliorare le capacità di ricerca e diagnosi dei primi e la qualità di vita dei
secondi. Se in ambito sanitario la sperimentazione e l'errore sono parti
essenziali per il progresso dell'analisi, la disponibilità di dati ordinati e
confrontabili costituisce infatti un valido aiuto per tracciare la storia e
l'evoluzione di determinate patologie, soprattutto quelle meno comuni, per cui
non è disponibile una storia clinica chiara.
«Uno dei grandi misteri delle
malattie scheletriche ereditarie è la variabilità clinica, ovvero come le persone
colpite all'interno di uno stesso nucleo familiare possano mostrare differenze
anche drastiche nella manifestazione dei sintomi», ha raccontato a Circuits
Luca Sangiorgi, direttore dell'Ambulatorio di genetica medica dell'Istituto
Ortopedico Rizzoli di Bologna, specializzato in malattie ereditarie rare
dell'apparato scheletrico.
Questo perché l'evoluzione di una
patologia può essere il risultato di molteplici dinamiche: una serie di
mutazioni, l'interazione di più geni, un insieme di fattori genetici e
ambientali o una combinazione di queste tre possibilità. Poter confrontare e
incrociare i dati genetici di un paziente con quelli relativi ai sintomi
manifestati risulta dunque essenziale per una più profonda comprensione del
problema.
Invece, ricorda il dottor
Sangiorgi, in passato «i dati clinici venivano prodotti in un modo e i dati
genetici in un altro, per non parlare delle immagini biomediche, come per
esempio le radiografie, che avevano ancora un linguaggio diverso», con un
considerevole spreco di informazioni preziose.
L'esigenza dell'istituto
bolognese consisteva dunque nel trovare un sistema che consentisse a questi
dati eterogenei di dialogare tra loro. La risposta è arrivata da Ibm Research,
che ha proposto l'implementazione di una piattaforma di analisi integrata, la
Pedigree visualization and analytics platform, in cui sono confluite tutte le
informazioni presenti all'interno dell'ospedale tradotte in modo da essere
facilmente confrontabili.
Si tratta di una soluzione
flessibile, in grado di riutilizzare le componenti già esistenti all'interno
dell'azienda, e facilmente ampliabile per includere nuovi elementi qualora si
rendessero disponibili in futuro: il fulcro è l'Enterprise Content Manager,
responsabile dell'accesso e della gestione delle informazioni utilizzate
nell'analisi del pedigree come le immagini biomediche e i dati provenienti da
ospedali e laboratori, a cui si aggiungono diverse applicazioni per
l'autenticazione dell'utente e per l'archiviazione a lungo termine.
«L'analisi incrociata di dati
genotipici (ovvero la predisposizione genetica a una determinata malattia) e
fenotipici (cioè il modo in cui la malattia si manifesta) all'interno
dell'intero albero genealogico del paziente apre scenari importanti sulle
interazioni che determinano la patologia», ha spiegato ancora il dottor
Sangiorgi. Con riflessi positivi non solo su ricerca e diagnostica, ma anche
sulla qualità di vita dei pazienti. «Bisogna considerare che stiamo parlando di
malattie per la maggior parte dei casi non guaribili, per cui la sfida per i
medici è la gestione del disturbo, in modo da consentire al paziente la
migliore qualità di vita possibile», ha proseguito il medico, «in quest'ottica
la possibilità di prevedere con buona approssimazione il decorso di una malattia
in un determinato soggetto consente di evitare esami inutili e di predisporre
trattamenti di follow-up personalizzati, con un miglioramento sia in termini di
costi a carico del servizio sanitario regionale e nazionale, sia in termini di
comodità dei pazienti, che così riducono al minimo indispensabile gli
spostamenti».
Dal momento che pochi ospedali in
Italia dispongono attualmente delle risorse necessarie per affrontare le
malattie scheletriche rare infatti, ha ricordato il medico, «spesso i pazienti
e le loro famiglie sono costretti a percorrere centinaia di chilometri per
curarsi in istituti specializzati come il Rizzoli». Grazie alla compatibilità
con gli standard chiave per il sistema sanitario, la soluzione Ibm consente
invece di scambiare dati clinici, genomici e di immagine anche con altri
istituti, mettendo così le informazioni a fattor comune in modo da far girare i
dati e non i pazienti.
«Il nuovo approccio all'analisi
del pedigree, reso possibile dalla tecnologia introdotta da Ibm, ci consentirà
di giungere a nuove intuizioni sul trattamento delle malattie ereditarie», ha
concluso Sangiorgi. Nel breve termine si punta a ridurre del 30% i ricoveri
correlati a un intervento chirurgico grazie a procedure di trattamento più
personalizzate, e di quasi il 60% gli esami di imaging.
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