Oltraggi blasfemi: il testo del video di R. de Mattei contro
Castellucci, 11 gennaio 2012, http://www.corrispondenzaromana.it
(di Roberto de Mattei) In
quest’anno che si apre, se solleviamo lo sguardo ai grandi problemi del nostro
tempo, non possiamo nasconderci l’esistenza di una realtà minacciosa che si allarga
nel mondo: il suo nome è cristianofobia. La tragica situazione dei cristiani in
Nigeria, sottoposti a violenze di ogni genere, non solleva l’interesse dei
media, né della politica internazionale, eppure è solo un episodio di un
fenomeno più vasto, esteso ai cinque continenti. Dico cinque continenti perché
il nostro, l’Europa, non ne è immune.
Non esiste solo la persecuzione
violenta dei cristiani attuata attraverso le bombe, le stragi, gli attentati,
esiste anche una persecuzione incruenta, che tocca le anime e non i corpi, e
che però è altrettanto violenta di quella sanguinaria.
Una delle ultime espressioni
della cristianofobia europea è uno spettacolo blasfemo che dopo essere stato
rappresentato in Francia andrà in scena a Milano dal 24 al 28 gennaio. Il
titolo è Sul concetto di volto di Dio e l’autore è un italiano, il cui nome va
consegnato alla vergogna della storia: Romeo Castellucci.
La storia è quella di un ambiguo
e morboso rapporto tra un padre, che per la vecchiaia diviene incontinente, e
un figlio che ne ripulisce le feci. La scena è dominata da una gigantografia di
Cristo, nella celebre raffigurazione del Salvator Mundi di Antonello da
Messina, e il momento centrale è quello in cui il Volto di Gesù viene inondato
di liquami ed escrementi. Si tratta di una rappresentazione blasfema e
provocatoria, che aggredisce ciò che per i cattolici è di più sacro.
Bestemmia significa mescolare il
sacro con il profano, il puro con l’impuro. Ma cosa c’è di più puro del Santo
Volto di Cristo, tramandatoci dalla Sindone e dal velo della Veronica: il Volto
di Dio che si è fatto uomo e che nella sua infinita bellezza esprime la sua
divinità? E cosa c’è di più basso e impuro in un uomo delle sue feci? Insozzare
il volto sublime di Cristo con la materia fecale è quanto di più blasfemo si
possa immaginare: è un atto di violenza contro Gesù Cristo e contro tutti
coloro che in Lui credono e sperano.
Il regista nega che si tratti di
escrementi, ma così è stato in Francia e non si capisce come, a Milano, gli
escrementi possano trasformarsi in inchiostro, o in altro genere di liquame.
La realtà è che il laicismo vuole
emancipare da Dio ogni aspetto della vita umana, ma poi questo sacro separato
dal profano viene miscelato in modo oltraggioso e provocatorio.
Tutto ciò ha una spiegazione: è
la ideologia anticristiana che ha i suoi esponenti contemporanei in autori come
la psicanalista Julia Kristeva che frequenta il Cortile dei Gentili e che, alla
scuola di Freud, teorizza l’estetica liberatrice dell’abiezione e dell’immondo.
Non si può vilipendere il
Presidente della Repubblica perché si viola la legge italiana; non si può
insultare Maometto perché si cade sotto la legge vendicatrice della sharia
musulmana. L’unico insulto permesso è quello al Dio dei cattolici.
«Il Tuo volto Signore io cerco»
dicono i Salmi. Quel volto di insondabile profondità, di abbagliante maestà, di
immensa bontà, in cui si rispecchia la Chiesa e la Creazione stessa, quel Volto
che è stato e deve essere oggetto di culto e di devozione, è imbrattato
pubblicamente. Cosa c’è di più blasfemo di questo?
I cattolici, a Milano e in
Italia, taceranno? Sulla cattedra che fu di sant’Ambrogio siede ora un nuovo
arcivescovo, Sua Eminenza Angelo Scola. Sant’Ambrogio passò alla storia per
aver sfidato l’imperatore Teodosio. Perché il card. Scola non dovrebbe sfidare
il nuovo Impero, quello dei media, pronto a scatenarsi contro chiunque alzi la
voce contro la blasfemia? E perché il card. Bagnasco, presidente della
Conferenza Episcopale Italiana non dovrebbe anch’egli levare la sua voce? La
missione della Chiesa non è forse quella di affrontare i potenti, di sfidare il
giudizio del mondo? E non reagiranno i cattolici con le armi, pacifiche, della
parola e della preghiera?
Che nessuno dica che la protesta
equivarrebbe a pubblicizzare lo spettacolo blasfemo perché la blasfemia è già
pubblica e pubblicizzata e ciò che oggi è necessario è proprio la reazione
pubblica dei cattolici. Se chi ha il diritto e il dovere di reagire tace, solo
la bestemmia pubblica resta.
Oggi si parla molto di
“indignati”. Anche noi, cattolici, abbiamo il diritto di essere indignati e di
esprimere pubblicamente la nostra indignazione. Indignazione, protesta,
riparazione, non possono che trovare il consenso, non solo dei cattolici, ma di
tutti coloro che credono nelle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa.
Radici inestirpabili, radici non storiche, ma costitutive, in nome delle quali,
sin da ora, assicuriamo la nostra adesione a ogni voce antiblasfema che si
leverà in Italia. (Roberto de Mattei)
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