Farina: «Abbiamo vinto una grande battaglia: l'Europa ha detto
"no" all'eutanasia», http://www.tempi.it
«È stata una vera e propria
battaglia. E abbiamo vinto. il Consiglio d'Europa ha varato un testo che
esprime un netto no all'eutanasia e al suicidio assistito». Renato Farina,
parlamentare del Pdl, non nasconde a tempi.it di essere molto soddisfatto
perché l'assemblea del Consiglio d'Europa, che riunisce parlamentari di 47 Stati
europei, 20 in più dell'Ue, compresi gli ex Stati comunisti, ha varato un testo
sulle dichiarazioni anticipate di trattamento dove si afferma: «Deve essere
sempre vietata l'eutanasia, nel senso di procedure attive od omissive volte a
provocare intenzionalmente la morte».
Come siete riusciti a fare
approvare un testo simile in ambito europeo?
La proposta di varare un testo su
questi temi è nata nella Commissione affari sociali del Consiglio d'Europa. Per
evitare contrapposizioni, il lavoro è stato affidato alla guida di Costa, un
catalano del gruppo dei liberali. Lui ha affrontato la questione del fine vita
in modo intelligente, arrivando a un testo davvero equilibrato, che si
distaccava molto da chi voleva che fosse affermata la libertà di scelta fino a
permettere l'eutanasia e il suicidio assistito.
Il testo infatti è molto deciso:
il "no" all'eutanasia non lascia spazio a interpretazioni.
Sì, perché l'abbiamo reso ancora
meno ambiguo. Trovando l'appoggio del relatore e di molti paesi anche non
cristiani, siamo riusciti a fissare due paletti. Primo: si chiarisce che non si
avallano in alcun modo eutanasia e suicidio assistito, anzi, che bisogna
opporsi a queste pratiche. Secondo: nel caso che ci sia un dubbio sulla volontà
del paziente, deve sempre prevalere la salvaguardia della vita.
Si aspettava questo risultato?
Sapevo che sarebbe stato molto
difficile perché di solito l'assemblea è in mano al nichilismo nordico. E a
volte neanche il Partito popolare europeo svolge bene il suo lavoro. Oggi però,
insieme anche a Volontè e Santini, abbiamo fatto un grande lavoro.
Erano tutti d'accordo con il
testo?
No. In aula c'era una forte
tensione e sono venute fuori tutte le posizioni che circolano in Europa. C'è
anche chi ha negato esplicitamente il principio secondo cui la vita è un bene
indisponibile. In tanti volevano che il testamento biologico diventasse
l'anticamera implicita dell'eutanasia. Alla fine si è votato, e abbiamo vinto
30 a 25. Uso queste parole perché è stata una vera battaglia. E noi l'abbiamo vinta,
con una convergenza molto bella di culture, partiti e religioni diverse.
Che valore ha questa risoluzione,
cambia qualcosa a livello pratico?
Sì. Queste risoluzioni sono
moralmente vincolanti per i Parlamenti europei ma soprattutto costituiscono la
base delle decisioni della Corte europea per i diritti dell'uomo, quella che
aveva sentenziato inizialmente contro l'affissione del crocifisso nelle scuole,
per intenderci. Se invece avessimo legiferato per l'eutanasia, chissà quanti
ricorsi sarebbero fioccati, con la Corte che avrebbe potuto costringere i
tribunali nazionali a dare ragione a chi pretende che gli Stati promulghino
leggi a favore di eutanasia e suicidio assistito.
Questa non sembra una notizia da
poco, eppure solo Avvenire e il Foglio l'hanno riportata.
Racconto questo episodio: mi sono
sforzato in tutti i modi di far pubblicare la notizia. Ho inviato il mio
commento, ad esempio, all'Ansa e loro mi hanno risposto che non potevano
pubblicarlo perché la loro corrispondente da Bruxelles non aveva segnalato il
fatto come notizia. Non voglio in alcun modo entrare in polemica con l'Ansa, ma
se non è una notizia questa...
twitter: @LeoneGrotti
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