martedì 10 gennaio 2012


Chi minaccia la dignità umana di Riccardo Cascioli, 10-01-2012, http://www.labussolaquotidiana.it

C’è un criterio per giudicare ogni avvenimento nel mondo; c’è una chiave di volta per interpretare ciò che ci circonda e le azioni da intraprendere; c’è un punto di riferimento per il dialogo con tutte le culture e religioni. Il Papa lo ha ribadito con chiarezza nell’importante discorso del 9 gennaio al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il criterio, la chiave di volta, il punto di riferimento – e anche la sfida – è “la dignità inalienabile di ogni persona umana e dei suoi diritti fondamentali”.

Questa dignità della persona umana – punto di origine e fine di ogni politica - è stata il filo conduttore dell’intervento svolto dal Papa, sia che parlasse delle rivolte arabe sia della responsabilità davanti al Creato. Già in passato Benedetto XVI aveva spiegato che con le altre religioni il vero dialogo, la vera possibilità di misurarsi e incontrarsi, non è sugli aspetti teologici ma è proprio la domanda sull’uomo.

Questo approccio costringe tutti a misurarsi sull’essenziale, sulla realtà, a superare l’ideologia.
E’ proprio in questo riferimento all’essenziale che emergono un metodo e alcuni princìpi strettamente legati alla natura dell’uomo, alla sua dignità.

Il metodo è l’educazione, che è il modo per rispondere alle domande più vere dei giovani, “domande di verità, di giustizia e di pace”. Per questo l’educazione è “tema cruciale per ogni generazione, poiché da essa dipende tanto il sano sviluppo di ogni persona, quanto il futuro di tutta la società”.

I princìpi su cui ogni società deve fondarsi per poter garantire questa possibilità iniziano dalla famiglia, fondata sul matrimonio di un uomo con una donna, perché è il “luogo” dell’educazione. Non ci sono altri modelli possibili di famiglia, e le “politiche lesive della famiglia minacciano la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità”. E’ questo un giudizio di una pesantezza enorme, che dovrebbero considerare con attenzione anche coloro che sottovalutano in Italia, tanto per fare un esempio, le politiche degli enti locali volte a elevare altri tipi di unione al rango di famiglia.

Strettamente legata alla famiglia c’è poi “l’apertura alla vita”, e anche qui il Papa è stato chiarissimo nel riferimento al mondo occidentale, definendo una minaccia al futuro dell’umanità e all’educazione dei giovani “le misure legislative che non solo permettono, ma talvolta addirittura favoriscono l’aborto, per motivi di convenienza o per ragioni mediche discutibili”.

Terzo principio è la libertà educativa, essendo le istituzioni educative “le prime istanze a collaborare con la famiglia” e quindi “faticano a compiere il compito loro proprio se viene a mancare un’armonia di intenti con la realtà familiare”.

Postulato dell’opera educativa è poi il rispetto della libertà religiosa, su cui il Papa si è soffermato a lungo e di cui parla diffusamente l’articolo di Massimo Introvigne.

Ma qui è importante sottolineare di nuovo come la difesa e la promozione della dignità di ogni persona umana, in qualsiasi luogo e cultura e in qualsiasi momento della storia, sia strettamente legata alla difesa e promozione di quelli che in altra occasione sono stati definiti “princìpi non negoziabili”.

Il discorso era rivolto alla comunità internazionale, ma dovrebbe essere attentamente riletto e meditato anche in Italia dove - all’interno della Chiesa cattolica e più che mai tra i cattolici impegnati in politica – il tema dei princìpi non negoziabili risulta particolarmente indigesto.

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