martedì 7 febbraio 2012


Francia, svolta di Hollande "L'eutanasia è un diritto", di Alberto Mattioli, 07/02/2012, La stampa

Proporrò che ogni persona maggiorenne in fase avanzata o terminale di una malattia incurabile che provochi una sofferenza fisica o psicologica insopportabile e che non possa essere calmata, possa domandare, in condizioni precise e ristrette, di beneficiare di un'assistenza medica per terminare la sua vita con dignità».
E' una delle sessanta proposte del programma presidenziale di Francois Hollande, candidato socialista all'Eliseo e, stando ai sondaggi, grande favorito per diventarne l'inquilino. Ed è una nuova tappa verso la legalizzazione dell'eutanasia: «Per la prima volta - dice a Le Monde il presidente dell'Associazione per il diritto a morire con dignità, Jean-Luc Romero -, la proposta è stata davvero ufficializzata da parte di un candidato alla Presidenza».
Nel caso di vittoria di Hollande, e in quello che la proposta diventi legge, in materia di eutanasia la Francia passerebbe dall'attuale regime dell'«aiuto passivo» a quello dell'«aiuto attivo». La legge in vigore risale al 2005 e porta il nome di Jean Leonetti, cardiologo, sindaco di Antibes, deputato di destra ed esperto di questi temi per l'Ump, il partito di Nicolas Sarkozy, benché attualmente, per i soliti giri dell'oca politici, si occupi di tutt'altro come ministro per gli Affari europei. La legge Leonetti ha introdotto in Francia il principio del «lasciar morire»: si rifiuta l'accanimento terapeutico su un paziente senza speranza cui, dopo l'interruzione delle cure, ci si limita a somministrare dei sedativi. La proposta socialista introdurrebbe invece il principio dell'«aiuto attivo» sul malato, attraverso appunto un gesto del medico, come un'iniezione letale, che lo porti a spegnersi rapidamente e senza dolore. Pratica che è già stata legalizzata in Olanda, Belgio e Lussemburgo.
Secondo i socialisti, la legge Leo-netti è «ipocrita» e l'opinione pubblica «matura» per una svolta. In effetti, un recente sondaggio ha dato una risposta netta. Alla domanda se la legge debba autorizzare i medici a mettere fine senza sofferenze alla vita dei malati incurabili che l'abbiano chiesto, il 49% degli intervistati ha risposto «sì, assolutamente» e il 45 «sì, in certi casi». Totale: 94% di favorevoli, in crescita rispetto all'88 che, nel 2001, diede la stessa risposta alla stessa domanda.
La proposta è interessante anche politicamente, perché porta nella campagna elettorale i temi etici, fmora rimasti in ombra, anzi quasi ignorati, di fronte all'emergenza economica. Dieci anni fa, Lionel Jospin, ultimo premier socialista (in coabitazione con Jacques Chirac) e candidato battuto già al primo turno alle presidenziali, rifiutò di inserire l'eutanasia nel suo programma. Curiosamente, una delle vicende che hanno appassionato e diviso l'opinione pubblica è stata proprio quella di sua madre, Mireille, attivista dell'Associazio-ne di monsieur Romero, e che finì per suicidarsi. Già nel 2009 i socialisti avevano proposto una legge all'Assemblée nationale, in seguito respinta. Il firmatario era Manuel Valls, poi candidato alle primarie contro Hollande e oggi suo portavoce.
Però «si tratta di riconoscere un diritto, non d'imporre una pratica - sfuma Marisol Touraine, responsabile delle questioni sociali nella squadra di Hollande -. Ciascuno, secondo le sue convinzioni, potrà avvalersene oppure no. Quelli che lo faranno saranno probabilmente estremamente minoritari». E bisognerà pure prevedere la possibilità dell'obiezione di coscienza per i medici, come succede per l'aborto. Anche per questo, la definizione concreta di modalità e limiti dell'eutanasia alla francese è rimandata a dopo le elezioni.

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