NANOTECNOLOGIE - Tra scienza e tecnica, il rispetto della persona - Il
corpo si prepara ad ospitare minuscole sentinelle - Ma quello che sveleranno
tocca la sfera etico-sociale di Edoardo Boncinelli, 16 marzo 2012, http://www.corriere.it/
Ci si interroga spesso sul
rapporto fra scienza e tecnica e, in particolare, su quale delle due sia
tributaria dell'altra. La scienza sperimentale ha solo quattro secoli o poco
più, mentre la tecnica ha più di due milioni di anni: tanti ne sono trascorsi
infatti dalla produzione del primo strumento litico, un ciottolo scheggiato per
mezzo di un altro ciottolo. Poi, la storia della nostra civiltà è tutto un
susseguirsi di invenzioni e di perfezionamenti delle tecniche più diverse,
dalla ruota al fuoco, dalla cottura dei diversi materiali alla fusione dei
metalli, dalla progettazione degli acquedotti a quella dei più mirabolanti
piccoli robot ante-litteram. La tecnica insomma ha ampiamente preceduto la
scienza ma quando questa è finalmente comparsa all'orizzonte il rapporto si è
fatto improvvisamente stretto e negli ultimi secoli non c'è stato progresso
scientifico senza concomitante progresso tecnico e viceversa. Le nanotecnologie
rappresentano, appunto, un esempio di tecnica che non si sarebbe proprio potuta
sviluppare senza l'esplosione delle conoscenze scientifiche, in particolare
quelle sulla struttura della materia. Il prefisso «nano» significa miliardesimo
e infatti la nanoscienza e le nanotecnologie operano alla scala fisica del
miliardesimo di metro, il nanometro appunto. Sia la materia inanimata che
quella organica possono essere opportunamente studiate e modificate su questa
scala. Nella materia organica in particolare, tutto ciò che conta accade a
questa scala, che risulta così la più appropriata. Si possono allora progettare
e costruire microscopiche nanoparticelle che possono penetrare nel corpo, se
non nelle cellule stesse, per «gettare un'occhiata» e riferire su ciò che si è
osservato, naturalmente a scopo diagnostico - in particolare per la diagnosi
precoce dei tumori -, oppure per «portare sul posto» sostanze medicamentose, a
scopo terapeutico.
Nel primo
caso si parla in genere di nanosonde, mentre nel secondo di nanovettori. Si
tratta di prospettive esaltanti che non tarderanno a divenire una realtà
corrente, se non di routine, ma ci sono, ovviamente delle insidie e quindi
delle preoccupazioni, sul piano etico-sociale. Insidie generiche e insidie
specifiche. Quelle generiche riguardano la produzione industriale di «polveri»
derivanti dalla miniaturizzazione e dalla manifattura di oggetti così
minuscoli. Si sa che la nostra atmosfera non ha proprio bisogno della presenza
di nuove polveri ed esiste quindi la preoccupazione corrispondente, che
potrebbe prendere corpo allorquando i processi di produzione delle
nanoparticelle diverranno un fatto di normale amministrazione, magari su larga
scala. Accanto a queste preoccupazioni generiche ne esistono altre più specifiche,
che riguardano per esempio la funzione diagnostica. Come in tutti i casi di
diagnosi, chi deve conoscerne i risultati e come restringere queste conoscenze
alle persone direttamente implicate e solo a loro?
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