Facebook riabilita il profilo abortista di Raffaella Frullone, 05-01-2012,
http://www.labussolaquotidiana.it
Facebook viola la Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo e del cittadino e va denunciata. Problemi di privacy, penseranno i
più, e invece no, la gravidanza è il problema, e le “istruzioni per l’uso” in
tema d'aborto, l'oggetto del contendere.
L’accusa arriva dall’Olanda,
dalla fondatrice di “Women on waves”, ovvero “Donne sulle onde”, Rebecca
Gomperts che sul sito dell’associazione si dichiara medico, artista, attivista
per i diritti delle donne. Dev’essere stato l’inusuale mix di discipline, la
medicina e l’arte, a ispirare Rebecca nel postare sul suo profilo del più
popolare social network, un foglietto di istruzioni così che le donne potessero
abortire «in tutta sicurezza fino alla
nona settimana di gravidanza », immagine che poco dopo è sparita dal profilo e
alla Gomperts è stato bloccato l’accesso a Facebook per due giorni.
Furiosa, l’attivista ha spiegato
che l’immagine soppressa era semplicemente: « un’immagine che conteneva le
indicazioni per abortire con il Misoprostol (che si trova generalmente in
vendita in farmacia), completo di posologia, metodo di somministrazione, lo
svolgimento dell’aborto, l’illustrazione di eventuali complicazioni e perfino
il comportamento da adottare nel caso in cui fosse necessario rivolgersi a un
medico», pacchetto completo insomma, condito dallo stupore nel vedere censurata
un’immagine così innocua.
L’azione di Rebecca Gomperts non
è altro che l’espressione del movimento da lei fondato che porta avanti una
battaglia a favore delle donne che vivono in paesi in cui l’aborto è vietato, e
ha l’obiettivo di proporre loro delle procedure mediche per aggirare la legge
in tutta sicurezza e – sottolinea la Gompterts, in perfetta linea con le
raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma come, chi denuncia la
violazione dei diritti, poi cerca di aggirare la legge? Ebbene sì, è tutto spiegato
sul sito di Woman on Waves, presentato come lo spot di una crema dimagrante,
come la più irrinunciabile offerta di Natale.
“Gravidanza indesiderata? Clicca
qui. Questo servizio online di aborto medico aiuta le donne ad avere accesso
all’aborto sicuro attraverso la pillola, e ha l’obiettivo di ridurre le morti
causate da abortion sicuri”. Poi precisa: “Soltanto le donne che vivono in paesi in cui non sono presenti
servizi per l’aborto sicuro, possono usare questo servizio. L’aborto con la
pillola è sicuro, milioni di donne lo hanno provato e possono testimoniare di
avere fatto tutto a casa da sole con una piccola supervisione medica”.
Non sappiamo quale sia stata la
ragione per la quale il social network abbia rimosso l’immagine, forse perché
chiede ai suoi utenti di non postare contenuti che “incitino alla violenza”?
Certamente sappiamo che poco dopo l’associazione della Gomperts ha gridato alla
censura, e alla mobilitazione generale contro la soppressione di un “oggetto
che doveva favorire il dialogo”.
Come ormai sappiamo, le lobby
abortiste sono molto potenti, anche più di un social network che conta 750
milioni di utenti e, tempo qualche giorno, e le istruzioni per l’uso sono
riapparse belle e pronte sul profilo
dalla quale erano state rimosse, condite da tante scuse da parte di Facebook.
“Gentile dottoressa, la foto che
è stata rimossa non violava il nostro statuto di diritti e responsabilità,
certamente si è trattato di un errore.. Ci scusiamo per la rimozione e i disagi
che le abbiamo provocato […] Non avrà problemi se desidererà postarla
nuovamente. Tanti auguri per il nuovo anno”.
Scuse che hanno accontentato la
Gomperts e anche un centinaio di “amici”
che compulsivamente cliccano MI PIACE. Nell’esprimere soddisfazione la
Gomperts ha rimarcato come Facebook
abbia una grande responsabilità sociale del garantire e proteggere i diritti
umani.
Non quelli garantiti dalla legge
e non quelli del concepito, evidentemente.
Nessun commento:
Posta un commento