I sermoni di Stefano Rodotà e l’ossessione per le nozze gay - L’intellettuale
di “Repubblica” ha deciso di usare la tattica dello sfinimento - 9 settembre,
2012 – http://www.uccronline.it
Macché Paola Concia, macché
Franco Grillini: il vero nemico del matrimonio tra uomo e donna, in Italia, si
chiama Stefano Rodotà. E’ lui che, ormai da anni, martella puntualmente per le
nozze gay con articoli ed interventi vari. Una cosa impressionante. Per
l’illustre giurista infatti, il vero problema del Paese non è la
disoccupazione, la pressione fiscale record, il divorzio, l’invecchiamento
della popolazione o altro, bensì «il disagio esistenziale» delle coppie
omosessuali che «non possono ricorrere al matrimonio» (“La Repubblica”,
7/6/2006).
Tutta colpa, secondo lui, dei
cattolici e in particolare dei promotori del “Family Day”, che anni fa «hanno
proclamato la morte dei disegni di legge sulle unioni di fatto» (“La
Repubblica”, 26/6/2007). Scosso da tutto ciò, il Nostro però non si è arreso.
Ed ha continuato a ricordarci l’esempio sia dei paesi «che hanno già
riconosciuto il matrimonio omosessuale» (“La Repubblica”, 14/7/2006), sia di
quelli in cui vi sono «norme» anche «sulle adozioni da parte di gay» (“La
Repubblica”, 10/7/2006).
La ragione di tanta insistenza
sta nel fatto che per Rodotà con il riconoscimento delle nozze gay «il diritto
comincerebbe a riscattarsi, riprendendo almeno la sua forza simbolica, la sua
funzione di legittimazione di comportamenti civili» (La Repubblica, 17/6/2011).
Come dire: le coppie gay ci sono, dunque vanno riconosciute ipso facto. Il
diritto ridotto a notaio dalla prassi: ragionamento sopraffino, complimenti. Si
vede che c’è dietro un’intelligenza superiore, universitaria. Anche perché se
la logica è quella cosa ci impedirà, domani, di regolamentare positivamente la
prostituzione, l’eutanasia, il consumo di eroina? Il diritto esercita «la sua
funzione di legittimazione di comportamenti» e siamo a posto. Tutti felici e
contenti.
Tornando a noi e Rodotà, il
problema è che finché nel Belpaese non saranno legalizzate le nozze gay, ci
toccherà sorbirci i pistolotti del professore cosentino. Che anche poco tempo
fa ha pensato bene – nel caso qualcuno, dopo cento articoli, avesse ancora
dubbi sul suo pensiero – di tornare a spiegarci perché è giusto il «matrimonio
tra persone dello stesso sesso» (“La Repubblica”, 19/7/2012). Ora, c’è un
limite a tutto, adesso basta: urge approvazione tempestiva del matrimonio gay.
Onorevoli, fate presto, svelti. Fatelo per Rodotà e per tutti noi, prigionieri
dei suoi sermoni.
Giuliano Guzzo
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