Se la solidarietà cede alla logica delle vite «senza valore» - Il filo
rosso e il filo nero della bioetica di sinistra di Michele Aramini, 12 settembre
2012, http://www.avvenire.it
I progetti del presidente
francese François Hollande, rilanciati ieri dal suo ministro della Giustizia
Christiane Taubira, e le ripetute dichiarazioni di Nichi Vendola suggeriscono
più di una riflessione sugli aspetti schizofrenici della sinistra europea nelle
grandi questioni della bioetica e in quelle relative all’istituto della
famiglia. Limitiamo oggi le nostre osservazioni al campo bioetico, senza
perdere di vista il secondo aspetto.
l filo rosso della sinistra
europea è stato tradizionalmente quello della promozione della giustizia
sociale e della rivendicazione di diritti economici e sociali per tutti e in
particolare per i ceti più deboli della società. Il filo rosso è quello della
solidarietà, del perseguimento di un bene comune che si estenda a tutte le
persone. Non si può non concordare su questi obiettivi storici che sono
permanenti e hanno bisogno di essere sempre aggiornati alle nuove condizioni
della società e dell’economia.
Il filo nero è invece costituito
da tutta una serie di rivendicazioni di diritti individuali, che passano
abusivamente per progressiste, ma in realtà vanno nella direzione opposta alla
costruzione del bene comune e sono perciò involutive. Puntando specificamente
alle questioni bioetiche, occorre denunciare l’assunzione acritica da parte del
pensiero di sinistra delle posizioni dell’individualismo più estremo, proposte
dalla bioetica prevalente nell’ambito anglosassone. Come dire che la sinistra
europea, in materia di bioetica, vuole morire capitalista. Infatti la bioetica
dei diritti estremi che la sinistra sposa in materia di aborto, fecondazione
artificiale, sperimentazione sugli embrioni, eutanasia, è la trasposizione
pedissequa di una bioetica libertaria che, pur di ampliare l’ambito della
propria azione, non esita a costruirsi un concetto di persona ad hoc.
Con questo nuovo concetto di
persona, i deboli tra gli uomini vengono privati di diritti, compreso quello
della vita, perché sono "dichiarati" materiale biologico. È un triste
risultato che ci si aspetta dall’individualismo cinico, ma non certamente da
coloro che affermano di voler sostenere la solidarietà tra gli uomini e
l’attenzione ai più deboli. Eppure le sinistre europee e nostrana parlano di
questi temi con un dogmatismo pacifico, in una alleanza innaturale con le
posizioni del radicalismo (che estremizza la sua matrice liberale), senza la
volontà di discutere le questioni di base che come tutti sanno sono il concetto
di persona umana e quello di libertà.
Al momento, il procedimento
adoperato a sinistra è il seguente: stabilito – come sostiene la bioetica
anglosassone – che ci sono uomini e donne senza valore, procediamo a
riconoscere i più ampi diritti a coloro che valgono. Questo procedimento va
messo in discussione. Non è stabilito per niente che ci siano uomini e donne
senza valore. A questo dovrebbero pensare gli altrimenti pensosi leader della
sinistra. Il filo nero deve essere strappato e sostituito da un altro filo
rosso del rispetto per ogni vita dal suo inizio alla sua naturale. Su questa
base si può cominciare a ricostruire una bioetica condivisa.
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