Avvenire.it, 6
settembre 2011 - MALATTIA E DIRITTI - «È disabile? Via l'incarico»
Rimosso dal suo incarico di coordinatore per la sicurezza nei
cantieri perché «disabile in sedia a rotelle». È quanto denuncia Marco
Maggioli, 57enne di Fano (Pesaro-Urbino), da dieci anni affetto da Sclerosi
laterale amiotrofica (Sla). Per questo, nei giorni scorsi, ha presentato un
esposto alla Procura della Repubblica di Pesaro. Maggioli, che è anche
referente Aisla Marche, ha inoltrato le venti pagine del suo ricorso anche alla
Commissione Onu per i diritti dei disabili, alla Conferenza internazionale del
Lavoro, al Consiglio nazionale sulla disabilità, al Consiglio d’Europa, ai
ministeri di Lavoro e di Giustizia, alla Federazione Italiana per il
superamento dell’handicap e a numerosi enti locali della regione Marche.
I fatti risalgono all’inizio dell’estate e sono supportati da
testimonianze dirette. Il 1° giugno scorso una grande società del fotovoltaico
aveva affidato a Maggioli il compito di coordinare il lavoro di sicurezza in un
cantiere della sua città. Il suo nominativo era stato scelto proprio per la sua
notorietà di docente e professionista del settore da oltre 20 anni.
Maggioli da subito aveva predisposto tutte le procedure
lavorative. Il 22 giugno tuttavia si era dovuto recare presso all’ospedale
Niguarda di Milano per un controllo programmato. Per il breve periodo di
assenza aveva incaricato un suo stretto collaboratore di provvedere alle
verifiche nel cantiere, secondo quanto previsto dalle norme. Il ricovero
tuttavia si era prolungato per una sopraggiunta embolia polmonare. Proprio mentre Maggioli si trova in ospedale,
due ispettori dell’Asur Marche «impongono al committente dei lavori di
revocargli l’incarico ovvero di non rinnovarlo attraverso un nuovo committente»,
perché «non poteva esercitarlo in quanto disabile e su una sedia a rotelle».
Tutto ciò nonostante la volontà del legale rappresentante della società
committente, di continuare con lo stesso Maggioli.
«Mentre tutte le istituzioni pubbliche e private - dice oggi
Maggioli - si adoperano a livello mondiale per l’inserimento dei disabili nella
società e per permettere a loro di vivere nelle stesse condizioni degli altri,
i due ispettori pensano bene di tenere una condotta discriminatoria e ingiusta,
obbligando addirittura un datore di lavoro a revocare un incarico, peraltro
retribuito, ad un professionista libero, secondo le leggi vigenti, di
esercitare il ruolo di consulente anche su una sedia a rotelle». Maggioli
infatti, pur essendo inabile al cento per cento e con necessità di
accompagnamento, è in possesso dei requisiti tecnico-professionali stabiliti
dalla legge per svolgere il suo lavoro. Inoltre, proprio per curare al meglio
il compito affidatogli, aveva di recente acquistato un mezzo dotato di sistema
per il carico/scarico della carrozzina, in modo da muoversi con più rapidità
nel cantiere edile.
Oggi Maggioli, molto provato per la vicenda, chiede giustizia
appellandosi anche al Comitato per i diritti dei disabili presso le Nazioni
Unite: «per impedire - dice - che pubblici ufficiali possano ancora ritenere
che un disabile non sia capace di esercitare il proprio lavoro».
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